ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05466

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 465 del 09/03/2021
Firmatari
Primo firmatario: FERRI COSIMO MARIA
Gruppo: ITALIA VIVA
Data firma: 09/03/2021


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 09/03/2021
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 09/03/2021
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 12/03/2021
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 09/03/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05466
presentato da
FERRI Cosimo Maria
testo di
Martedì 9 marzo 2021, seduta n. 465

   FERRI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il disastro del volo di linea Kam Air 904 dall'aeroporto di Herat all'aeroporto internazionale di Kabul, precipitato il 3 febbraio 2005 sul monte Shapiri Gar, in Afghanistan, ha causato la morte di 104 persone e rimane ancora uno dei disastri insoluti della storia italiana;

   tre delle 104 vittime complessive, erano di nazionalità italiana: Gianluigi Barattin, Andrea Pollastri, insieme ad un ufficiale delle forze speciali, Bruno Vianini, all'epoca distaccato alla nuova base militare internazionale in Afghanistan;

   quest'ultimo, in particolare, si trovava a bordo dopo aver portato a termine un'operazione di sopralluogo a Herat, finalizzata all'organizzazione dell'invio di un contingente italiano di forze speciali da Kabul per l'espansione della missione internazionale Isaf;

   nonostante la gravità dell'episodio, l'intera vicenda rimane sotto molti aspetti avvolta dal mistero, ed è importante non solo compiere ulteriori accertamenti, ma, secondo l'interrogante, sussistono anche gli estremi della riapertura delle indagini penali da parte della procura di Roma, previa autorizzazione del giudice per le indagini preliminari, atteso che in precedenza non si è tenuto conto di aspetti fondamentali emersi nel successivo rapporto della Commissione ufficiale afghana e di quelli raccontati nell'inchiesta del Corriere della Sera;

   questa discrepanza ha comportato una diversa valutazione dell'evento e della posizione delle vittime;

   a conferma dell'oscurità della vicenda, il Corriere della Sera del 30 maggio 2018 riporta un articolo di inchiesta a firma di Francesco Battistini ed Enrico Mannucci, che esamina analiticamente gli aspetti e le dinamiche che ancora necessitano di chiarimenti, facendo emergere non pochi interrogativi sulla ricostruzione degli eventi;

   del tutto senza spiegazione rimangono, in particolare: le manifeste anomalie nell'itinerario del velivolo, emerse anche dallo studio delle carte di volo e delle relazioni ufficiali e il mancato rispetto della procedura standard di avvicinamento all'aeroporto; la mancata richiesta di assistenza speciale da parte dei piloti e l'assenza d'invio di segnali d'allarme dalla cabina di pilotaggio; il mancato ritrovamento della scatola nera contenente le registrazioni audio della cabina di pilotaggio; il ritrovamento, giorni dopo l'accaduto, della seconda scatola nera priva dei dati di volo;

   ulteriori anomalie si registrano circa l'intervento sul luogo del disastro di militari americani e il trasporto delle salme dei passeggeri statunitensi – cui, peraltro, era vietato volare con la compagnia aerea Kam Air – presso la base militare americana di Bagram, senza la previa autorizzazione del medico legale incaricato, colonnello dei carabinieri Carlo Maria Oddo, nonché la mancata effettuazione, nell'immediatezza del fatto, di alcun tipo di esame autoptico tossicologico sui corpi dei piloti (procedura obbligatoria dal 1990, in caso di incidenti di volo);

   aspetti preoccupanti, tanto più se si considera l'incongruenza tra il rapporto tecnico sul disastro, redatto dai carabinieri di stanza in Afghanistan presumibilmente nel settembre 2005, su impulso della procura di Roma, il quale riporta nelle conclusioni la «perdita dell'orientamento nella fase di atterraggio del pilota» e il rapporto ufficiale della Commissione d'inchiesta istituita dal Ministero dei trasporti afghano del febbraio 2006, il quale conclude affermando che «l'aereo scese al di sotto della minima altitudine assegnata, ma le ragioni di questa discesa non possono essere determinate»;

   occorre incaricare esperti che, esaminate le carte e i dati in possesso, possano chiarire la dinamica del caso, anche per interrompere quel doloroso, assordante silenzio istituzionale che, come evidenziato dall'articolo di Susanna Donatella Campione dell'8 gennaio 2021 – pubblicato, cioè, a tre anni dall'inchiesta del Corriere della Sera – impone di fare chiarezza sull'accaduto –:

   di quali elementi disponga il Governo sulla vicenda, anche alla luce di quanto richiamato in premessa, e se non intenda promuovere iniziative, per quanto di competenza, anche di carattere diplomatico, al fine di contribuire a chiarire le circostanze di una tragedia che ha visto coinvolti tre nostri connazionali.
(5-05466)