ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05144

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 440 del 09/12/2020
Firmatari
Primo firmatario: DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 07/12/2020


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 07/12/2020
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 09/12/2020

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 21/12/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05144
presentato da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea
testo di
Mercoledì 9 dicembre 2020, seduta n. 440

   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 3 dicembre 2020, gli Stati Uniti hanno dichiarato che proibiranno l'ingresso nel proprio territorio al cotone prodotto nei Xinjiang Production and Construction Corps, della regione autonoma del Xinjiang in Cina, e ai prodotti con esso realizzati, in quanto ritengono che la loro produzione sia avvenuta sfruttando i lavori forzati;

   il provvedimento mira a colpire, oltre alla produzione di cotone del Xinjiang, anche coloro che utilizzano il prodotto cinese in qualsiasi altro luogo;

   in base alle nuove misure, per i prodotti in ingresso contenenti cotone prodotto nei Xinjiang Production and Construction Corps sarà richiesta la fornitura di prove rispetto al fatto che i prodotti non siano stati realizzati utilizzando persone ai lavori forzati;

   gli Usa, così come altri Paesi per lo più occidentali, accusano la Cina di aver perpetrato danni ai diritti umani della minoranza turcofona e musulmana degli uiguri, e non solo, nella regione del Xinjiang, adottando politiche di repressione nei loro confronti che prevedono anche i lavori forzati;

   la portavoce del Ministero affari esteri cinese Hua Chunying ha affermato che si tratterebbe di politiche su base volontaristica per aiutare le persone di qualsiasi etnia ad avere un impiego stabile;

   la portavoce del Ministero affari esteri cinese ha ribadito che gli appartenenti a qualsiasi etnia del Xinjiang scelgono liberamente la propria occupazione e che tutti i livelli del Governo nel Xinjiang rispettano la volontà delle minoranze etniche a trovare un'occupazione e forniscono formazione per lavoratori che si registrino volontariamente per migliorare le proprie capacità;

   le osservazioni statunitensi trovano conferma anche nelle stime di Human Rights Watch (Hrw), per le quali Pechino avrebbe rinchiuso almeno un milione di uiguri in campi rieducativi, avrebbe causato scomparse, torturato gli uiguri in custodia delle proprie autorità e portato avanti processi poi conclusi in sentenze di morte. Alcuni gruppi di attivisti hanno affermato che Pechino stia cercando di indottrinare gli uiguri con l'ideologia comunista, facendoli rinunciare alle tradizioni islamiche, per cancellarne la cultura e l'identità;

   il Governo di Pechino ha sempre negato qualsiasi forma di oppressione nei confronti degli uiguri e ha giustificato l'istituzione dei cosiddetti «campi di educazione e addestramento» nel Xinjiang sostenendo che servano a frenare e arginare movimenti separatisti, violenti ed estremisti compiuti da alcuni membri della minoranza turcofona uigura nel Xinjiang;

   tale provvedimento costringerà molte aziende statunitensi a cambiare la propria catena di approvvigionamento. La produzione di cotone da parte di persone ai lavori forzati costituisce una violazione dei diritti umani e un comportamento anticoncorrenziale perché altera il naturale meccanismo dei prezzi;

   dal provvedimento ci si aspetta, oltre a una produzione mondiale più etica attraverso la mancata vendita di quel tipo di prodotti, anche un recupero di quote di mercato per le produzioni nazionali;

   il Xinjiang è uno tra i maggior centri di produzione di cotone in tutta la Cina e nei Xinjiang Production and Construction Corps viene prodotto 1/3 del cotone realizzato nel Paese, che è strettamente collegato alla catena di produzione tessile cinese e non solo;

   la produzione di materia prima da persone in schiavitù potrebbe essere alla base del basso costo di produzione delle materie prime cinesi –:

   se anche il Governo italiano intenda adottare iniziative per introdurre misure che vietino la commercializzazione di prodotti provenienti dagli Xinjiang Production and Construction Corps in assenza di prove rispetto al fatto che i prodotti non siano stati realizzati utilizzando persone ai lavori forzati.
(5-05144)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

gruppo etnico

produzione agricola