ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05131

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 440 del 09/12/2020
Firmatari
Primo firmatario: GRIPPA CARMELA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 09/12/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VILLANI VIRGINIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2020


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 09/12/2020
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 09/12/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05131
presentato da
GRIPPA Carmela
testo di
Mercoledì 9 dicembre 2020, seduta n. 440

   GRIPPA e VILLANI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la funzione rieducativa della pena trova il suo riconoscimento nella Costituzione che, all'articolo 27, sancisce che «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato»;

   l'ordinamento penitenziario (legge n. 354 del 1975), così come rinnovellato dal nuovo decreto legislativo n. 124 del 2 ottobre 2018, al comma 1 dell'articolo 20 dispone che «negli Istituti penitenziari debbano essere favorite, in ogni modo, la destinazione dei detenuti e degli internati al lavoro e la loro partecipazione a corsi di formazione professionale. A tal fine, possono essere organizzati e gestiti, all'interno e all'esterno dell'istituto, lavorazioni e servizi attraverso l'impiego di prestazioni lavorative dei detenuti e degli internati. Possono, altresì, essere istituite lavorazioni organizzate e gestite direttamente da enti pubblici o privati e corsi di formazione professionale organizzati e svolti da enti pubblici o privati»;

   al comma 3 dell'articolo 20 si precisa che «l'organizzazione e i metodi del lavoro penitenziario devono riflettere quelli del lavoro nella società libera al fine di far acquisire ai soggetti una preparazione professionale adeguata alle normali condizioni lavorative per agevolare il reinserimento sociale»;

   da un articolo pubblicato sulla pagine web «ilmattino.it» il 3 dicembre 2018, si apprende che presso la casa circondariale di Napoli Secondigliano, alla presenza del Ministro della giustizia Alfonso Bonafede sarebbero stati firmati due protocolli per favorire il lavoro dei detenuti. Nel testo del medesimo articolo si legge che: «Il secondo Protocollo d'intesa coinvolgerà i Ministeri della Giustizia e delle Infrastrutture e dei Trasporti e permetterà di aprire nell'istituto penitenziario di Secondigliano un Centro autorizzato per le revisioni di autovetture e veicoli stradali fino a 3,5 tonnellate, nel quale saranno impiegati i detenuti, previa adeguata formazione da parte di operatori del Mit»;

   a parere dell'interrogante, la lodevole iniziativa risulterebbe senza dubbio utilissima nell'ambito di un contributo reale all'incremento del livello di sicurezza nell'ambito della circolazione stradale, nonché della tutela ambientale con l'istituzione di un sistema integrato di controlli, informazione, formazione e addestramento. Tali attività sono propedeutiche all'acquisizione di una consapevolezza per una nuova cultura della legalità come conoscenza della sicurezza stradale, che conduca ad un comportamento consapevole nell'uso del veicolo, anche per quanto riguarda il rispetto dell'ambiente;

   sostenere la realizzazione di attività rieducativo-formative finalizzate a sviluppare competenze tecniche utili ad ampliare le opportunità di inclusione sociale e/o occupazionale dei detenuti al termine dell'espiazione della pena e, contestualmente, fornire anche occasioni durature di lavoro durante la stessa espiazione, sono attività che danno un contenuto al dettato costituzionale di cui all'articolo 27 sopra richiamato. In tal guisa, sarebbe oltremodo opportuno che protocolli simili si riuscissero a proporre anche presso gli altri istituti di pena che presentano al loro interne strutture, attrezzature e competenze per avviare ulteriori percorsi formativi –:

   quale sia lo stato dell'iter burocratico per rendere attuabili i protocolli richiamati in premessa e quali siano le iniziative che i Ministri interrogati, nell'ambito delle rispettive competenze, intendano adottare anche per garantire, di concerto con le amministrazioni coinvolte, l'attuazione del protocollo sopra richiamato;

   se siano stati individuati ulteriori istituti penitenziari sul territorio italiano che abbiano gli elementi per costruire percorsi strutturati di inclusione al lavoro per i detenuti che possano avere un prosieguo anche dopo la fine dell'espiazione delle pena.
(5-05131)