ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05102

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 436 del 01/12/2020
Firmatari
Primo firmatario: PEZZOPANE STEFANIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 01/12/2020


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 01/12/2020
Stato iter:
02/12/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 02/12/2020
Resoconto PEZZOPANE STEFANIA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 02/12/2020
Resoconto MORASSUT ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 02/12/2020
Resoconto PEZZOPANE STEFANIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 02/12/2020

SVOLTO IL 02/12/2020

CONCLUSO IL 02/12/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-05102
presentato da
PEZZOPANE Stefania
testo di
Martedì 1 dicembre 2020, seduta n. 436

   PEZZOPANE. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   si apprende, da fonti stampa, che la situazione delle acque sotterranee abruzzesi, in particolare quella della Piana del Pescara «risulta essere a elevato rischio»;

   in Italia, il recepimento delle norme europee in materia di acque rappresentate dalla direttiva quadro 2000/60/CE (WFD) e dalla direttiva 2006/118/CE (GWD) si è concretizzato con l'emanazione del decreto legislativo 30 del 2009 che ha recepito la direttiva 2006/118/CE dedicata alle acque sotterranee e del decreto legislativo n. 260 del 2010 che ha colmato alcune lacune tecniche del decreto legislativo n. 152 del 2006 per la completa attuazione delle direttive comunitarie sopra citate;

   la direttiva n. 60/2000/CE aveva stabilito che, entro il 2015, tutti i fiumi e tutte le acque sotterranee avrebbero dovuto raggiungere lo stato ambientale definito «buono». Un traguardo che, per ora, in Abruzzo non è mai stato raggiunto;

   dai rilievi del 2018 dell'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente della regione Abruzzo, sulle acque sotterranee della Piana del Pescara, è emersa la presenza di un acquifero notevolmente contaminato ed è stato evidenziato che il problema acque a rischio non è solo della Piana del Pescara, ma si estende dalla Val Vibrata alla Piana di Sulmona e dal Sangro al Tronto, tutti siti, a rischio che necessitano uno stretto controllo chimico-ambientale;

   le fonti di inquinamento sono legate, innanzitutto, a un'attività agricola sicuramente non sostenibile che spiegherebbe un'importante presenza di nitrati e di ione di ammonio; a un forte inquinamento industriale, che spiegherebbe la presenza di metalli pesanti come cadmio e piombo e di solventi clorurati, prodotti chimici, che si diffondono rapidamente nell'aria e nelle acque sotterranee. Altra sostanza presente in valori altissimi è il cloruro di vinile usato per la produzione delle tubazioni in Pvc negli acquedotti, da qui la probabile migrazione nell'acqua potabile;

   nel quinto rapporto di Sentieri del 2019, viene presa in esame l'area di Bussi e i risultati evidenziano, i residenti, eccessi di mortalità per patologie a carico dell'apparato respiratorio per le quali l'esposizione a contaminanti presenti nelle acque potabili può aver giocato un ruolo concausale –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative con urgenza, per quanto di competenza, tenuto conto dei gravi elementi riportati in premessa per la salvaguardia delle acque nei siti a rischio, con il fine di tutelare l'ambiente e la salute di coloro che vivono in questo territorio.
(5-05102)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 2 dicembre 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-05102

  Con riferimento alle questioni poste, inerenti, in particolare, lo stato di inquinamento delle acque sotterranee della Regione Abruzzo, quest'ultima ha segnalato di aver provveduto, con DGR n. 795 del 16 dicembre 2019, all'aggiornamento della perimetrazione e designazione delle nuove Zone Vulnerabili da nitrati di origine agricola; nello specifico alle due zone (Piana del Vibrata e Piana del Vomano) già individuate con DGR n. 172 del 4 marzo 2013 se ne sono aggiunte altre sei (Piana del Tordino, Piana del Saline, Piana del foro; Piana del Sangro, Piana del Sinello, Piana del Trigno). A seguito della nuova perimetrazione, è stato avviato l'iter di VAS che si è già concluso con esito positivo ed è in corso di redazione il nuovo Piano d'Azione come definito nei modi e nei tempi dall'art. 92 del decreto legislativo n. 152 del 2006.
  Per quanto attiene, invece, l'inquinamento industriale e la presenza nelle acque sotterranee di metalli pesanti, la Regione Abruzzo ha evidenziato di aver provveduto, con DGR n. 852 del 23 dicembre 2019, all'aggiornamento del Quadro Conoscitivo del Piano di Tutela delle Acque. Per ciascun Bacino è stato tra l'altro riportato il risultato delle analisi delle pressioni antropiche (quindi da attività agricole e industriali) nonché le specifiche misure di tutela. Alla predetta Deliberazione è stato altresì allegato il documento redatto in collaborazione con il CNR – ISE avente per oggetto la «Valutazione dello stato di compromissione, delle tendenze di inquinamento, delle proroghe e deroghe di obiettivi di qualità, dei corpi idrici sotterranei della Regione Abruzzo ai sensi del decreto legislativo n. 30 del 2009.», al fine di valutare il grado di inquinamento dei corpi idrici sotterranei.
  In detto documento, per quanto riguarda la piana del Pescara, il monitoraggio qualitativo del corpo idrico è stato basato su 30 punti di indagine, dieci dei quali rappresentativi per procedere alla valutazione delle tendenze per l'ammonio. Dalle analisi spaziali, si evince che la contaminazione da ammonio, da ritenersi di tipo diffuso, interessa in particolare il settore centrale dell'acquifero e la parte più prossima alla costa, nella zona di Pescara, con una tendenza a concentrarsi nel settore meridionale dello stesso. Non si ravvisa, invece, una contaminazione da nitrati dell'acquifero del Pescara. Ciò contrasta con la contaminazione da ammonio rilevata. Il confronto fra i pattern spaziali delle due sostanze fa supporre che le sorgenti dell'ammonio siano differenti da quelle del nitrato. Attualmente l'ARTA, in stretta collaborazione con la Regione Abruzzo, continua a monitorare sia le acque superficiali che quelle sotterranee aggiornando ogni anno i parametri da ricercare, anche in funzione dei pregressi inquinanti emersi tramite appositi screening mirati per ogni bacino idrografico regionale. Inoltre, compatibilmente con l'attuale pandemia da Covid-19, con modalità sia autonome che in collaborazione con gli organi competenti di controllo, vengono costantemente controllate la funzionalità dei depuratori e i conseguenti scarichi che devono rispondere alle Determine regionali in materia.
  Per quanto concerne la Direttiva Europea 60/2007/CE con la quale era stato stabilito che entro il 2015 tutti i fiumi e le acque sotterranee avrebbero dovuto raggiungere lo stato ambientale definito buono, secondo la Regione bisogna tener conto di diversi fattori di pressione ambientale, tra cui: lo stato vetusto degli impianti di depurazione e la caratteristica dei fiumi abruzzesi connotati da scarse portate che non favoriscono i fenomeni naturali di autodepurazione unitamente ai cambiamenti meteoclimatici di questi ultimi anni, con scarsissime piogge che non alimentano adeguatamente le sorgenti dei fiumi stessi. Per affrontare tali problematiche, secondo quanto evidenziato dalla Regione Abruzzo, sono state introdotte nuove tecnologie di depurazione, accentrando gli impianti di depurazione ed evitando così i piccoli impianti diffusi, per loro natura poco efficienti, ed aumentando anche il dimensionamento impiantistico tenuto conto dell'aumento della crescita demografica avvenuta negli anni passati.
  Per quanto attiene, infine, alla presenza di cloruro di vinile, la Regione ha precisato che nell'impiantistica acquedottistica non sono mai state usate tubazioni in PVC in quanto non presentano le caratteristiche strutturali e di resistenza necessarie per sostenere la pressione di distribuzione, per la intrinseca fragilità del materiale. Viceversa, le tubature ad uso potabile sono costituite da Polietilene ad alta densità che non può rilasciare tali contaminanti.
  In passato è stata rilevata la presenza di solventi alogenati, sostanze differenti dal cloruro di vinile, nei pozzi di captazione delle acque potabili di Piane Santangelo e, a seguito di indagini, fu scoperta la ormai nota Discarica Tremonti e la successiva individuazione delle aree contaminate attualmente allocate all'interno del SIN di Bussi sul Tirino. A seguito di tali scoperte, i pozzi di captazione sono stati chiusi e l'ARTA attualmente prosegue le attività di controllo delle fasi di caratterizzazione e bonifica del sito stesso, sotto la guida e il coordinamento del Ministero dell'Ambiente.