ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05050

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 429 del 18/11/2020
Firmatari
Primo firmatario: LUPI MAURIZIO
Gruppo: MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Data firma: 18/11/2020


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 18/11/2020
Stato iter:
19/11/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 19/11/2020
Resoconto LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
 
RISPOSTA GOVERNO 19/11/2020
Resoconto SERENI MARINA VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 19/11/2020
Resoconto LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 19/11/2020

SVOLTO IL 19/11/2020

CONCLUSO IL 19/11/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-05050
presentato da
LUPI Maurizio
testo di
Mercoledì 18 novembre 2020, seduta n. 429

   LUPI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   dal 1997 Hong Kong è una Regione amministrativa speciale cinese, fa parte della Cina, ma possiede un sistema amministrativo autonomo sulla base del principio «un Paese, due sistemi»;

   dal 2019 le crescenti ingerenze di Pechino sugli equilibri politici di Hong Kong, prima con la proposta di modifica della legge sull'estradizione e poi con l'approvazione della nuova legge sulla sicurezza nazionale approvata il 30 giugno 2020, hanno provocato numerosi arresti e violente manifestazioni;

   l'11 novembre 2020 il Comitato permanente dell'Assemblea nazionale del popolo cinese ha approvato una risoluzione che applica la nuova legge sulla sicurezza anche ai parlamentari di Hong Kong, contro coloro che sostengono l'indipendenza della Regione amministrativa speciale;

   dopo l'entrata in vigore del provvedimento di Pechino vengono espulsi dal LegCo (il parlamento di Hong Kong) i deputati pro-democrazia Alvin Yeung, Dennis Kwok, Kwok Ka-ki e Kenneth Leung con l'accusa di mettere a rischio la sicurezza nazionale;

   lo stesso giorno, 15 parlamentari dell'opposizione pro-democrazia rimasti nel LegCo dichiarano di dimettersi dopo l'espulsione dei quattro deputati;

   il 12 novembre 2020 l'Alto Rappresentante dell'Unione europee per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, con una dichiarazione ha chiesto «l'immediata revoca di tale decisione da parte delle autorità di Pechino e del governo di Hong Kong e l'immediata reintegrazione dei membri del Consiglio legislativo»;

   il 17 novembre 2020 viene arrestato il consigliere distrettuale filo-democratico Raymond Li con l'accusa di una partecipazione a una protesta contro la nuova legge sulla sicurezza; dopo i parlamentari ora rischiano l'estromissione anche i rappresentanti distrettuale anti-establishment che alle scorse elezioni hanno vinto il 90 per cento dei seggi;

   va considerato che l'Italia è impegnata in un partenariato strategico con la Cina –:

   quali iniziative il Governo intenda mettere in atto, in tutte le sedi internazionali, per fare (rispettare l'autonomia politica di Hong Kong, in riferimento alla dichiarazione dall'Alto Rappresentante dell'Unione europea, e per una riconsiderazione complessiva delle relazioni con la Cina popolare.
(5-05050)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 19 novembre 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-05050

  Sui recenti sviluppi ad Hong Kong il Governo italiano, anche assieme ai partner dell'Unione europea e del G7, mantiene una chiara posizione in difesa del principio «Un Paese, due Sistemi» e del sistema di diritti e libertà che esso garantisce.
  Da ultimo, l'Italia ha infatti aderito, concordandone i contenuti assieme agli altri Stati membri dell'Unione europea, alla dichiarazione del 12 novembre scorso dall'Alto Rappresentante Borrell, relativa alla pronuncia – prima di ineleggibilità e conseguentemente di decadenza dall'attuale seggio – a danno di alcuni membri del Consiglio Legislativo di Hong Kong. Con quella dichiarazione abbiamo quindi espresso unanime e forte riserva sulla decisione adottata VII novembre dal massimo organo legislativo cinese, il Comitato Permanente dell'Assemblea Nazionale del Popolo, dal momento che i criteri in essa delineati per valutare la compatibilità con lo svolgimento della carica pubblica appaiono basati su una nozione di «patriottismo» soggetta a pericolose strumentalizzazioni politiche.
  Preoccupa inoltre come tale decisione possa consentire al potere esecutivo di procedere alla dichiarazione di ineleggibilità e destituzione di membri del Consiglio Legislativo, senza che intervenga alcun procedimento giudiziario o che vi sia possibilità di appello.
  Insieme alle Istituzioni europee e agli altri Paesi membri, abbiamo dunque affermato che la decisione infligge un ulteriore severo colpo al pluralismo e alla libertà di opinione ad Hong Kong, minando nuovamente la tenuta del principio «Un Paese, due Sistemi». La dichiarazione UE sollecita quindi le Autorità di Pechino e Hong Kong a ritornare sui propri passi, al fine di consentire il reintegro dei membri del Consiglio destituiti.
  Quanto alla posizione assunta rispetto all'evoluzione della situazione ad Hong Kong, il Governo italiano ha quindi espresso la propria grave preoccupazione sulla non conformità di tale legge con gli impegni internazionali presi dalla Cina con la Dichiarazione congiunta sino-britannica del 1984 e con la stessa Legge Fondamentale di Hong Kong. Si tratta di una posizione che il Governo ha veicolato sia congiuntamente ai partner UE – ben nove dichiarazioni negli ultimi sei mesi – e G7, sia sul piano bilaterale, fin dal primo annuncio di introduzione della Legge sulla sicurezza nazionale ad Hong Kong da parte delle autorità cinesi, il 21 maggio scorso.
  Il Governo ha anche attivamente contribuito all'adozione delle Conclusioni del Consiglio Europeo del 24 luglio scorso sulle misure a sostegno della società civile di Hong Kong.
  In ambito ONU, l'Italia ha da ultimo aderito ad una dichiarazione su Hong Kong (e Xinjiang) effettuata da un gruppo di Paesi «like-minded» sempre in sede di III Commissione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L'Italia si era espressa inoltre con i partner G7 attraverso una dichiarazione congiunta.
  Sul piano bilaterale, le medesime preoccupazioni – a tutela del sistema di diritti e libertà garantito ad Hong Kong – sono state chiaramente e fermamente ribadite in varie occasioni. Il Ministro Di Maio si è espresso non solo a margine del Consiglio Affari esteri del 29 maggio, ma anche in occasione dei colloqui bilaterali con il suo omologo, il Consigliere di Stato e Ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, anche nel corso della visita di quest'ultimo a Roma il 25 agosto scorso.
  Le prese di posizione dunque non mancano. Continueremo senz'altro a seguire gli sviluppi con la massima attenzione, in coordinamento con i nostri principali partner. Non sfuggirà infatti come il Governo, parallelamente alla necessaria interlocuzione bilaterale con Pechino, abbia – con realismo – dato forte rilevanza ad un'azione nei fori multilaterali e soprattutto nell'ambito dell'Unione europea. Siamo infatti convinti che su questi temi sia fondamentale rafforzare una voce forte e coesa europea, al fine di rafforzare l'efficacia e l'incisività della nostra azione a tutela di diritti e libertà fondamentali.