ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04946

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 422 del 04/11/2020
Firmatari
Primo firmatario: AMITRANO ALESSANDRO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 04/11/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
INVIDIA NICCOLO' MOVIMENTO 5 STELLE 04/11/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 04/11/2020
Stato iter:
05/11/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 05/11/2020
Resoconto INVIDIA NICCOLO' MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 05/11/2020
Resoconto DI PIAZZA STANISLAO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 05/11/2020
Resoconto INVIDIA NICCOLO' MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 05/11/2020

SVOLTO IL 05/11/2020

CONCLUSO IL 05/11/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04946
presentato da
AMITRANO Alessandro
testo di
Mercoledì 4 novembre 2020, seduta n. 422

   AMITRANO e INVIDIA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   di recente, nell'organizzazione delle pubbliche amministrazioni e delle aziende private, si sono affermati nuovi modelli organizzativi volti alla realizzazione di un ambiente di lavoro più aperto ed inclusivo attraverso un aggiornamento delle politiche di gestione del personale, in un'ottica in cui si coniughino l'efficienza e la produttività dei dipendenti, in considerazione anche delle esigenze di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;

   con l'emergenza sanitaria da COVID-19 ed il susseguirsi delle misure adottate per riorganizzare il lavoro in ambito sia pubblico che privato, le pubbliche amministrazioni e le aziende, hanno disposto per il proprio personale l'impiego delle formule di lavoro agile o smart-working, peraltro già disciplinate dalla legge n. 81 del 2017;

   la diffusione del COVID-19 impone di modificare i nostri stili di vita per tutelare noi stessi e gli altri e in questa fase è auspicabile che i lavoratori possano svolgere le proprie attività in sicurezza, accedendo al lavoro agile da casa, anche alla luce delle disposizioni governative sull'emergenza da COVID-19;

   con l'emergenza sanitaria nazionale, si è rafforzato ulteriormente il ricorso allo smart working, prevedendo che questa diventi una nuova forma organizzativa, poiché il lavoro agile costituisce la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione attraverso soluzioni digitali e non in presenza negli uffici fino alla cessazione dello stato di emergenza;

   lo svolgimento del lavoro in tale modalità comporta numerosi vantaggi sia per i lavoratori e le lavoratrici che avrebbero la possibilità di conciliare tempi di vita e di lavoro che per le pubbliche amministrazioni e le imprese, benefici che possono valorizzare le risorse umane, ridurre le forme di assenteismo soprattutto nel pubblico impiego, produrre risparmi nei consumi elettrici all'interno degli uffici, favorendo altresì la programmazione del lavoro, la collaborazione, la produttività ed efficienza dei dipendenti ed il conseguimento dei risultati;

   l'emergenza sanitaria e l'adozione delle misure di distanziamento sociale hanno fatto rivalutare la modalità di lavoro agile, senza che ciò abbia avuto ricadute negative sulla produttività e sull'organizzazione del lavoro sia pubblico che privato –:

   se il Ministro interrogato intenda promuovere un tavolo di confronto con le rappresentanze sindacali finalizzato all'individuazione di un piano unitario e condiviso per la regolamentazione dello smart working, al fine di tutelare i lavoratori e le lavoratrici che se ne avvalgono, da eventuali penalizzazioni o nuove forme di sfruttamento.
(5-04946)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 5 novembre 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-04946

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante pone il problema di quale possa essere il futuro dello smart working sia dal punto di vista organizzativo che strutturale. Pertanto, si chiede se il Governo intenda promuovere un tavolo di confronto con le rappresentanze sindacali finalizzato all'individuazione di un piano unitario e condiviso per la regolamentazione del lavoro agile, al fine di tutelare i lavoratori e le lavoratrici che se ne avvalgono, da eventuali penalizzazioni o nuove forme di sfruttamento.
  Al riguardo, mi preme innanzi tutto sottolineare che è intenzione dell'amministrazione che rappresento non disperdere quello che è stato realizzato in questo periodo, ma anzi l'obiettivo è quello di migliorare, valorizzando lo smart working, per cercare di garantire ai lavoratori che svolgono la loro prestazione in modalità agile, gli stessi identici diritti dei lavoratori in presenza.
  Per realizzare questo ambizioso obiettivo bisognerà fare in modo che al lavoratore che si trova coinvolto in questa nuova modalità lavorativa venga assicurato il benessere sul lavoro anche da remoto. Naturalmente bisognerà reinterpretare i rapporti tra datore di lavoro e lavoratore e dunque effettuare investimenti nelle strutture e nella tecnologia.
  Bisogna sottolineare inoltre che il lavoro agile, è presente nel nostro ordinamento da tre anni ma soltanto in occasione dell'emergenza sanitaria scatenata dalla diffusione del COVID-19 ha conosciuto un utilizzo così massiccio, consentendo la prosecuzione di tutte quelle attività lavorative eseguibili a distanza, con innegabili benefici per l'intera collettività.
  L'istituto quindi si è rivelato un prezioso strumento di contemperamento delle esigenze di tutela della salute pubblica e di salvaguardia dell'economia nazionale.
  La stringente necessità di adeguare la disciplina vigente per renderla funzionale allo svolgimento del lavoro da remoto ha portato il Governo ad adottare temporanee misure derogatorie di semplificazione, che hanno permesso il ricorso al lavoro agile anche in assenza dell'accordo individuale di cui al titolo II della legge n. 81 del 2017. L'articolo 19, comma 1, della medesima legge individua i tempi di riposo dei lavoratori e le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro quali necessari aspetti di natura organizzativa legati allo svolgimento delle prestazioni in modalità agile.
  Con particolare riferimento alla disciplina vigente per il pubblico impiego, in questo settore, il lavoro agile è stato definito, dall'articolo 87 del decreto n. 18 del 2020, quale modalità ordinaria di svolgimento della prestazione di lavoro nelle pubbliche amministrazioni fino alla cessazione dell'emergenza da COVID-19. Successivamente, con l'articolo 273 del cosiddetto «decreto Rilancio», proprio nella prospettiva di suggerire un cambio di passo al termine dell'emergenza, al fine di dare nuovi indirizzi e risposte strutturali sul tema, è stato stabilito che le pubbliche amministrazioni provvedano in questa fase di impulso dall'economia all'impresa ad organizzare il lavoro dei propri dipendenti e all'erogazione dei servizi attraverso la flessibilità degli orari di lavoro, rivedendone l'articolazione giornaliera e settimanale, introducendo modalità di interlocuzione programmata anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l'utenza. Sempre per il medesimo scopo è previsto che ulteriori modalità organizzative, vengano individuate con uno o più decreti del Ministro della pubblica istruzione.
  In conclusione, il Governo è pienamente consapevole dei potenziali vantaggi connessi all'utilizzo diffuso del lavoro agile, che si potrebbe tradurre in benefici sia per i lavoratori, soprattutto in termini di miglioramento della conciliazione vita-lavoro, sia per le aziende in termini di aumento della produttività, fermo restando la tutela delle donne lavoratrici, che non devono essere penalizzate da questa modalità di lavoro.
  Pertanto, posso senz'altro affermare che uno degli impegni di questo esecutivo è dunque quello di riformulare l'attuale disciplina del lavoro agile, promuovendone la diffusione, affinché sia possibile determinare in maniera più oggettiva performance e produttività del lavoro, attraverso un'adeguata formazione dei lavoratori. L'obiettivo è quello di aggiornare il quadro delle regole e delle tutele affinché il lavoro agile possa costituire una componente essenziale per un mondo del lavoro più moderno, inclusivo e flessibile.
  Naturalmente, per raggiungere gli obiettivi sopra descritti, sarà sicuramente necessario, così come auspicato dagli odierni interroganti, promuovere un confronto con le rappresentanze sindacali finalizzato all'individuazione di un piano unitario e condiviso per la regolamentazione del lavoro agile, al fine di tutelare i lavoratori e le lavoratrici e scongiurare eventuali penalizzazioni o nuove forme di sfruttamento.