ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04943

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 422 del 04/11/2020
Firmatari
Primo firmatario: VIVIANI LORENZO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 04/11/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUBISUTTI AURELIA LEGA - SALVINI PREMIER 04/11/2020
CECCHETTI FABRIZIO LEGA - SALVINI PREMIER 04/11/2020
GOLINELLI GUGLIELMO LEGA - SALVINI PREMIER 04/11/2020
LIUNI MARZIO LEGA - SALVINI PREMIER 04/11/2020
LOLINI MARIO LEGA - SALVINI PREMIER 04/11/2020
LOSS MARTINA LEGA - SALVINI PREMIER 04/11/2020
MANZATO FRANCO LEGA - SALVINI PREMIER 04/11/2020
PATASSINI TULLIO LEGA - SALVINI PREMIER 04/11/2020
GASTALDI FLAVIO LEGA - SALVINI PREMIER 04/11/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 04/11/2020
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 04/11/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04943
presentato da
VIVIANI Lorenzo
testo di
Mercoledì 4 novembre 2020, seduta n. 422

   VIVIANI, BUBISUTTI, CECCHETTI, GOLINELLI, LIUNI, LOLINI, LOSS, MANZATO e PATASSINI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   è iniziato al Parlamento europeo il dibattito sulla modifica dell'attuale disciplina che regolamenta la denominazione di «carne»; quest'ultima, qualora dovesse essere approvata la proposta della maggioranza, verrebbe così impiegata anche sui prodotti di origine vegetale o sintetica;

   la proposta di abrogazione del divieto di denominare «carne» prodotti vegetali o sintetici permetterebbe di chiamare ad esempio «hamburger» una polpetta di soia, un prodotto di sintesi, ingannando i consumatori, che non sarebbero più nelle condizioni di effettuare scelte consapevoli;

   il mercato delle carni sintetiche è in espansione ed è governato da importanti multinazionali dell'industria alimentare, le quali da tempo stanno indirizzando verso questo segmento parte dei loro investimenti;

   nel 2019 in Europa le vendite di carne sintetica hanno sfiorato il miliardo di euro, con 208 milioni di pezzi; rispetto agli ultimi due anni precedenti il mercato è cresciuto del 38 per cento;

   i consumatori sono ignari del fatto che la maggior parte di questi cibi di origine non animale è prodotta in laboratorio e non ha nulla a che fare con l'agricoltura, ed anzi, essendo prodotti assolutamente diversi da quelli agricoli, ma che richiamano ad essi, rischiano di arrecare un grave danno alla salute dei consumatori, inficiando la qualità e genuinità stessa dell'agroalimentare made in Italy;

   questi orientamenti contrastano, infatti, con le politiche di tutela del made in Italy, e tentano di mettere in cattiva luce il sistema degli allevamenti italiani, che è fra i più sicuri e sostenibili a livello mondiale; qualora gli stessi dovessero venire confermati, potrebbero inoltre condizionare la posizione del Parlamento europeo nel negoziato con il Consiglio e la Commissione sull'assegnazione delle nuove risorse della

   una pronuncia della Corte di giustizia dell'Unione europea, nella causa C-422/16, tra Verband Sozialer Wettbewerb e V contro TofuTown.com GmbH, ha intanto stabilito «che la denominazione "latte" e le denominazioni riservate unicamente ai prodotti lattiera-caseari» non possono essere legittimamente impiegate per designare un prodotto puramente vegetale;

   è necessaria l'adozione di una strategia che valorizzi l'agroalimentare italiano attraverso l'adozione di un modello prestazionale che risponda a più alti livelli di qualità, a garanzia della sussistenza del nesso tra la provenienza e la qualità degli alimenti quale livello di eccellenza, anche in ragione degli effetti positivi per la salute, quale alternativa a sistemi di etichettatura nutrizionale «a semaforo» fuorvianti e discriminatori, che finiscono per escludere paradossalmente dalla dieta elementi sani e naturali e promuovere cibi spazzatura, a danno del made in Italy e della salute dei consumatori –:

   se intenda adoperarsi, in tutte le sedi di competenza, affinché venga accolta, a livello europeo, una posizione che coincida con la necessità di tutelare le denominazioni, confermando il divieto di estenderne l'impiego ai prodotti che abbiano natura vegetale o sintetica;

   se il Governo, in seno al Consiglio dell'Unione europea, abbia costruito una posizione concordata con altri Paesi per, eventualmente, «controbilanciare» una possibile apertura del Parlamento europeo sull'utilizzo delle denominazioni;

   se intenda adottare, in sede di attuazione della strategia «Farm to fork», iniziative per il riconoscimento delle eccellenze agroalimentari italiane, attraverso la valutazione e la certificazione volontaria degli operatori, al fine di assicurare alti livelli di conformità accertati dalle autorità competenti in materia di sicurezza alimentare in tutte le fasi della filiera, necessari a determinare prodotti di eccellenza basati sul nesso comprovato tra l'origine, la provenienza e la qualità, anche in ragione degli effetti positivi per la salute.
(5-04943)