ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04878

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 417 del 28/10/2020
Firmatari
Primo firmatario: MASCHIO CIRO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 28/10/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA 28/10/2020


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 28/10/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04878
presentato da
MASCHIO Ciro
testo di
Mercoledì 28 ottobre 2020, seduta n. 417

   MASCHIO e VARCHI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la giustizia stava provando a ripartire, tra lunghe file di attesa, accessi su prenotazione alle cancellerie, udienze affollate e processi rinviati di anni, ma la recrudescenza dei contagi ha fatto ripiombare il mondo della giustizia in stato di agitazione con il miraggio di un pieno ritorno alla normalità;

   in alcuni casi si sta ricorrendo ai ripari, con chiusure strategiche e il tentativo di ridurre al minimo gli accessi ai palazzi, spostando online, quanto più possibile, l'attività: a Milano il procuratore Francesco Greco ha diramato una circolare valida fino al 15 novembre con la quale ha regolamentato la stretta agli accessi, dopo il contagio, in pochi giorni, di cinque magistrati, un ufficiale di polizia giudiziaria, un paio di magistrati ordinari in tirocinio, due tirocinanti e due giudici;

   secondo il presidente del tribunale di Bologna, Caruso: «Abbiamo già una carenza del 30 per cento di personale amministrativo e non abbiamo la possibilità di consentire ai dipendenti amministrativi di connettersi da casa con i registri informatizzati del Tribunale», gravando sugli «oltre 11.000 processi pendenti nel penale», molti dei quali rinviati durante e dopo il lockdown;

   il Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria ha confermato la volontà di «non abbandonare il fruttuoso percorso, già avviato, di remotizzazione del processo e del lavoro del personale di magistratura e dipendente»;

   tra le intenzioni del Ministro, come lo schema del «decreto ristori» dimostrerebbe, ci sarebbe quella di consentire il deposito di atti via pec anche in ambito penale, equiparandolo al deposito cartaceo in cancelleria, con la possibilità di aprire nuovamente alle udienze da remoto, nel caso in cui si dovesse tornare ad una chiusura totale;

   secondo l'Unione delle Camere Penali, il principale timore, allo stato attuale, è che si torni a «forme di sospensione o di riduzione dell'attività processuale», un disastro in una situazione già collassata da anni e peggiorata dal recente lockdown;

   temono un blocco anche i giovani avvocati, che a seguito della proroga del periodo emergenziale al 31 gennaio 2021 hanno registrato, da parte di alcuni uffici giudiziari, i primi provvedimenti di rinvio;

   la giustizia non può e non deve fermarsi; rinviare i procedimenti equivale ad una denegata giustizia –:

   se i fatti di cui in premessa corrispondano al vero e come si coniughi la necessità di un'immediata applicazione delle nuove regole per la giustizia con la scarsa digitalizzazione del sistema, soprattutto in ambito penale, che renderebbe difficile anche l'applicazione del lavoro agile.
(5-04878)