ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04738

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 405 del 08/10/2020
Firmatari
Primo firmatario: ROSTAN MICHELA
Gruppo: ITALIA VIVA
Data firma: 08/10/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DE FILIPPO VITO ITALIA VIVA 08/10/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 08/10/2020
Stato iter:
28/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/10/2020
Resoconto ZAMPA SANDRA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 28/10/2020
Resoconto ROSTAN MICHELA ITALIA VIVA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 08/10/2020

DISCUSSIONE IL 28/10/2020

SVOLTO IL 28/10/2020

CONCLUSO IL 28/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04738
presentato da
ROSTAN Michela
testo di
Giovedì 8 ottobre 2020, seduta n. 405

   ROSTAN e DE FILIPPO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'epatite C è una malattia clinicamente rilevante dalle gravi conseguenze a livello epatico e che, per la sua alta capacità di contagio, è, purtroppo, ancora oggi, un problema di salute pubblica e lo sarà fino alla sua completa debellazione;

   la rilevanza del fenomeno patologico ha portato l'Organizzazione mondiale della sanità a indirizzare, a partire da maggio 2016, la politica sanitaria globale verso la riduzione della mortalità dell'infezione del 65 per cento con l'ambizioso obiettivo della completa eradicazione;

   perché questo avvenga, la strategia approvata dall'Oms prevede di diagnosticare almeno il 90 per cento degli infetti e di trattare almeno l'80 per cento dei diagnosticati entro il 2030;

   a partire da marzo 2017, la lotta all'epatite C ha raggiunto in Italia un punto di svolta; è stato infatti riconosciuto a tutti i pazienti il diritto a ricevere il trattamento per l'epatite C, attraverso la costituzione di un fondo ad hoc per i farmaci innovativi, prevedendo la rimborsabilità dei trattamenti di nuova generazione per l'epatite C, nell'ambito del Sistema sanitario nazionale (Ssn);

   il piano di eliminazione dell'epatite C, attualmente in fase di revisione, poggia essenzialmente sull'interruzione della catena del contagio e sulla terapia con farmaci antivirali diretti (DAAs), caratterizzati da altissima efficacia e ottimo profilo di tollerabilità;

   in questo processo di eradicazione, l'Italia vantava, nel 2018, risultati più che soddisfacenti, classificandosi tra i 12 Paesi rispettosi dei target stabiliti dall'Organizzazione mondiale della sanità;

   analizzando i dati del 2019, si registra, purtroppo, un decremento notevole e non giustificato di pazienti avviati a trattamento: il calo ammonta a circa il 35 per cento, causando così un possibile ritardo di 7 anni nel raggiungimento degli obiettivi sanitari prefissati;

   se a ciò si sommano gli effetti della situazione assolutamente straordinaria per la pandemia Sars-Cov2, il calo del numero dei trattamenti dell'infezione da Hcv potrebbe essere addirittura superiore al 65 per cento rispetto al 2019;

   l'investimento sostenuto sino ad oggi dal Ssn per il trattamento di pazienti trattati dal 2015 al 2018 verrà recuperato interamente entro 5-6 anni, con un risparmio in oltre 800 eventi clinici infausti, portando ad un risparmio di oltre 52 milioni di euro a 20 anni per 1.000 pazienti trattati;

   appare dunque evidente che l'investimento sin qui realizzato rischia di tramutarsi in un costo ulteriore per il Ssn, oltre ad essere una sconfitta a livello umano;

   la commissione affari sociali della Camera dei deputati a conclusione di un'approfondita indagine conoscitiva sulle politiche di prevenzione ed eliminazione dell'epatite C, ha approvato all'unanimità (in data 11 giugno 2020) un documento in cui si valuta come necessaria la costituzione di un Fondo per il contrasto dell'Hcv, anche finalizzato a coprire i costi delle attività previste dal Piano nazionale di eliminazione aggiornato e condiviso, con l'istituzione di una «cabina di regia nazionale» che coordini il piano nazionale e monitori i piani regionali –:

   se il Ministro interrogato non ritenga necessario accelerare l'iter di adozione del decreto attuativo relativo alle attività di screening di Hcv di cui al decreto-legge n. 162 del 2019, convertito dalla legge n. 8 del 2020 e se non ritenga altresì necessario adottare iniziative per accelerare la revisione del Piano nazionale eliminazione epatiti (Pnev) e per la susseguente condivisione con la Conferenza Stato-regioni per la sua piena attuazione; se intenda adottare le iniziative di competenza per istituire, e con quali tempistiche, il Fondo ad hoc per il trattamento dell'epatite nell'ambito del relativo Piano nazionale per la prevenzione e il trattamento, integrato da piani regionali di eliminazione, che potrebbe rendere così nuovamente raggiungibile l'obiettivo dell'Oms per l'eliminazione dell'Hcv entro il 2030.
(5-04738)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 28 ottobre 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-04738

  L'infezione cronica causata dal virus dell'epatite C (HCV) è una delle principali cause di morbilità e mortalità correlate a malattie di fegato.
  L'interesse e l'impegno del Ministero della salute nella lotta contro l'epatite virale è sempre stato costante, come comprovano le azioni che sono state intraprese, e che vengono continuamente aggiornate, per aderire al Piano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità «Action plan for the Health sector response to viral hepatitis in the WHO European Region», onde cercare di eliminare l'infezione da virus dell'epatite C e B (HCV e HBV).
  Negli ultimi anni, grazie ad una maggior conoscenza e consapevolezza delle vie e del rischio di trasmissione, si è assistito a un profondo mutamento dell'epidemiologia delle epatiti virali.
  L'introduzione dei nuovi farmaci ad azione antivirale diretta, caratterizzati da un eccellente profilo di sicurezza e di efficacia, ha reso concreto e raggiungibile l'obiettivo di eliminare il virus che causa l'epatite C.
  Ad oggi sono stati trattati, nel nostro Paese, circa 213.730 pazienti; come rilevato nella interrogazione in esame, attualmente si sta registrando una diminuzione del numero di soggetti avviati alla terapia.
  Confrontando i numeri riportati nei registri dell'Agenzia Italiana del Farmaco si evidenzia come ad un «trend» crescente di accesso al trattamento, che ha caratterizzato i primi anni, fa seguito una notevole diminuzione dei pazienti avviati alla terapia con i farmaci ad azione antivirale diretta.
  Infatti nel 2015 i pazienti avviati al trattamento sono stati 21.575; nel 2016 – 42.652; nel 2017 – 44.660; nel 2018 – 56.499; nel 2019 – 36.351 e nel 2020 (calcolati al 5 ottobre) solo 11,993.
  Da quanto sopra riportato, appare evidente come ad un iniziale aumento esponenziale dei pazienti trattati (quasi il doppio dal 2015 al 2016) sia seguito un assestamento con una graduale incremento fino ad arrivare, nel 2019 e nel 2020, ad una drastica riduzione, quasi un dimezzamento dei casi.
  Occorre dare una corretta lettura a questi dati: il diminuito accesso alle cure non va interpretato come un'interruzione della circolazione del virus, con conseguente drastica riduzione dei soggetti infettati e da sottoporre a terapia; permangono infatti un gran numero di persone che essendo inconsapevoli di essere infette (il così detto «sommerso») costituiscono un serbatoio per il virus e la fonte di nuovi contagi.
  Nella lotta per l'eliminazione dell'epatite HCV risulta quindi imprescindibile mettere in atto iniziative e politiche sanitarie per far emergere il «sommerso».
  In aderenza a tale reale necessità, è intervenuta la disciplina normativa dettata dall'articolo 25-sexies, del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, «Disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica», come convertito dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8.
  Infatti, l'articolo 25-sexies, nel disciplinare lo screening nazionale gratuito per l'eliminazione del virus HCV, al comma 1, prevede uno screening gratuito anti HCV, a beneficio della coorte di nascita dal 1969 al 1989 e dei soggetti appartenenti a categorie esposte a particolare rischio (coloro che sono seguiti dai servizi pubblici per le tossicodipendenze-SERT e i soggetti detenuti in carcere).
  Ai fini della completa applicazione di quanto disciplinato dal suddetto articolo, il Ministero della salute-Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, acquisito il parere favorevole della Segreteria Tecnica, ha istituito, con decreto dirigenziale del 18 settembre 2020, un Gruppo di lavoro con il compito di redigere la bozza del decreto interministeriale che definirà i criteri e le modalità per l'attuazione dello screening di cui al citato comma 1 dell'articolo 25-sexies.
  Il Gruppo si è riunito in videoconferenza il 30 settembre 2020 ed ha discusso sulla bozza di decreto interministeriale, approfondendo in particolare vantaggi e svantaggi dei diversi tipi di test, il percorso più idoneo per lo screening e la successiva presa in carico presso i Centri specializzati.
  L'aspetto del riparto dei fondi sarà curato, con uno specifico provvedimento, dalla Direzione Generale della Programmazione Sanitaria di questo Ministero, in quanto il riparto ricade nelle procedure di finanziamento degli obiettivi prioritari del Piano Sanitario Nazionale.
  Relativamente alla revisione del Piano Nazionale Eliminazione Epatiti (PNEV) si segnala che è all'opera un apposito Gruppo di lavoro, con il compito di aggiornare il PNEV, ed in particolare di individuare le strategie praticabili per l'eliminazione dell'HCV.
  Il Gruppo ha provveduto a redigere un nuovo PDTA (percorso diagnostico terapeutico assistenziale) nazionale, onde assicurare un equo accesso alle cure su tutto il territorio nazionale, pronto per essere sottoposto alla Conferenza Permanente tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano.