ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04715

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 403 del 06/10/2020
Firmatari
Primo firmatario: GASTALDI FLAVIO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 06/10/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VIVIANI LORENZO LEGA - SALVINI PREMIER 06/10/2020
BUBISUTTI AURELIA LEGA - SALVINI PREMIER 06/10/2020
CECCHETTI FABRIZIO LEGA - SALVINI PREMIER 06/10/2020
GOLINELLI GUGLIELMO LEGA - SALVINI PREMIER 06/10/2020
LIUNI MARZIO LEGA - SALVINI PREMIER 06/10/2020
LOLINI MARIO LEGA - SALVINI PREMIER 06/10/2020
LOSS MARTINA LEGA - SALVINI PREMIER 06/10/2020
MANZATO FRANCO LEGA - SALVINI PREMIER 06/10/2020
PATASSINI TULLIO LEGA - SALVINI PREMIER 06/10/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 06/10/2020
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 06/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04715
presentato da
GASTALDI Flavio
testo di
Martedì 6 ottobre 2020, seduta n. 403

   GASTALDI, VIVIANI, BUBISUTTI, CECCHETTI, GOLINELLI, LIUNI, LOLINI, LOSS, MANZATO e PATASSINI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da organi di stampa che nei giorni scorsi il gruppo lattiero-caseario Italatte, leader a livello italiano, del gruppo Lactalis, uno dei principali attori sul mercato internazionale, ha inviato una comunicazione ai propri conferenti contenente le condizioni per la somministrazione del latte per l'anno 2021 e le modifiche da apportare alle clausole sancite per l'annata 2020;

   la comunicazione si è rivelata un brutto «colpo» per gli allevatori italiani, perché contiene condizioni che potrebbero interrompere il percorso di ripresa e la competitività del settore lattiero-caseario, avviato dopo l'abolizione del regime delle quote latte;

   a preoccupare maggiormente gli allevatori è la clausola in virtù della quale, dal 2021, si tiene conto dei volumi mensili di consegna da parte di ciascun produttore e, qualora si riscontri uno scostamento in aumento, sulla parte eccedente, l'azienda acquirente pratica una penalità di 6 centesimi di euro al litro;

   a settembre 2020 il benchmark è fissato a 36,5 centesimi per litro fino ad arrivare a 35 centesimi in dicembre, mentre a gennaio 2021 si parte da una base di 35,5 centesimi che vale per l'intera annualità. Applicando la clausola contenuta nella comunicazione di Italatte la parte di produzione eccedente rispetto al riferimento mensile 2020, sarà remunerata sotto la soglia dei 30 centesimi di euro per litro; un prezzo inaccettabile, perché non riesce a coprire neanche i costi di produzione e oltretutto in Italia da decenni non si era mai scesi sotto tale soglia;

   questo genere di clausola è diverso tempo in uso in Francia; per comprendere come questa comporti effetti negativi sulla produzione di latte, in base ai dati Eurostat, la Francia dal 2015, anno in cui è cessato il regime delle quote latte, ad oggi, ha avuto una riduzione della produzione di circa il 3 per cento di contro il nostro Paese, non applicandola, ha ottenuto un aumento del 7 per cento;

   la suddetta condizione, che prevede il confronto mensile tra il quantitativo di base relativo all'anno 2020 e il volume effettivamente consegnato, scarica sulle spalle dell'allevatore l'onere degli interventi di regolazione del mercato e porta alla singolare situazione che il produttore subisce la penalità, anche quando nel 2021 produca meno del 2020, perché non conta il dato annuale complessivo, ma quello riferito alla singola mensilità;

   Italatte intende applicare il dispositivo della correzione rispetto al 2020 solo nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile, novembre e dicembre che, evidentemente, sono quelli a maggiore rischio di eccesso produttivo, tenendo conto del duplice fenomeno della stagionalità dei consumi e della produzione di materia prima;

   ulteriore preoccupazione che affligge gli allevatori è che la clausola di correzione del prezzo potrebbe presto essere attuata anche da altre imprese di trasformazione che operano in Italia, mortificando lo spirito imprenditoriale e la crescita della zootecnia da latte italiana;

   il produttore agricolo è l'anello debole della filiera, nonostante sia a livello europeo che nazionale si stia cercando di riequilibrare il potere contrattuale di queste multinazionali che hanno un forte potere di mercato. La singolare clausola, se applicata, è una ulteriore lampante dimostrazione di questo sbilanciamento contrattuale;

   il contratto di somministrazione proposto agli allevatori da Italatte prevede una seconda condizione che va anch'essa ad influire pesantemente sul prezzo conferito agli allevatori, ovvero l'allevamento deve essere conforme alle regole sul benessere degli animali, in mancanza delle quali vengono applicate ulteriori penalità sul prezzo del latte, fino ad arrivare addirittura alla risoluzione contrattuale –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intenda mettere in atto per tutelare i produttori italiani di latte dalle condizioni di Italatte che si possono definire, ad avviso degli interroganti, oltremodo vessatorie.
(5-04715)