ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04673

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 400 del 29/09/2020
Firmatari
Primo firmatario: DONZELLI GIOVANNI
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 29/09/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA 29/09/2020
PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 29/09/2020
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA 29/09/2020
LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA 29/09/2020
TRANCASSINI PAOLO FRATELLI D'ITALIA 29/09/2020


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 29/09/2020
Stato iter:
30/09/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 30/09/2020
Resoconto PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 30/09/2020
Resoconto SIBILIA CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
REPLICA 30/09/2020
Resoconto PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 30/09/2020

SVOLTO IL 30/09/2020

CONCLUSO IL 30/09/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04673
presentato da
DONZELLI Giovanni
testo di
Martedì 29 settembre 2020, seduta n. 400

   DONZELLI, MELONI, PRISCO, RAMPELLI, LOLLOBRIGIDA e TRANCASSINI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   durante un'intervista pubblicata il 12 maggio 2020 dal quotidiano online IlGiornale.it e mandata in onda il 14 maggio 2020 durante la trasmissione «Dritto e Rovescio» su Rete 4, nei pressi della moschea di via della Marranella, nel quartiere romano di Tor Pignattara, a Roma, un uomo identificato da Il Giornale come «Batchu», «un musulmano sulla settantina», ma che secondo quanto appreso si farebbe chiamare «Mohamed» e sarebbe molto influente all'interno della comunità islamica, ha dichiarato riferendosi a Silvia Romano, rapita in Kenya il 20 novembre 2018 e liberata e rientrata in Italia: «Lei stando lì ha capito, ha preso l'educazione con la prigionia. L'hanno educata, ha studiato. Quando le rapiamo noi non le violentiamo, non gli facciamo le porcherie. Noi gli insegniamo, le educhiamo. Vedi come l'hanno trattata? Come una signora. Hai visto com'è arrivata? Felice. La prima cosa che arriva è il cuore, la felicità, perché arriva la luce nel cuore»;

   alla domanda della giornalista «Ma quelli che l'hanno rapita sono terroristi?», l'imam ha risposto: «Ma quali terroristi, quelle sono persone che fanno la preghiera. I terroristi siete voi che buttate le bombe sopra i bambini, insieme agli americani. Ma quale Al Shabaab. Tutte le religioni parlano di pace. Per chi l'ha rapita è sua sorella. Loro muoiono per lei»;

   in seguito alle sopracitate dichiarazioni, il primo firmatario del presente atto ha presentato, in data 15 maggio 2020, un esposto alla stazione dei carabinieri di Prato, chiedendo se le autorità competenti intendessero prendere provvedimenti in merito a sopraddette dichiarazioni, di evidente istigazione all'odio e alla violenza, e se fossero a conoscenza dei fatti esposti in premessa –:

   quali siano, per quanto di competenza, le disposizioni del Ministero dell'interno rispetto alle modalità di azione riguardanti il pericolo di terrorismo, quali e quanti provvedimenti siano stati assunti a tali fini e se abbia verificato, per quanto di competenza, se la moschea di Tor Pignattara sia un luogo dove si diffondano idee in contrasto con le leggi e la Costituzione italiana.
(5-04673)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 30 settembre 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione I (Affari costituzionali)
5-04673

  Signor Presidente, Onorevoli deputati, con l'interrogazione all'ordine del giorno gli onorevoli interroganti chiedono informazioni in merito alle azioni che il Governo sta ponendo in essere per fare fronte al pericolo del terrorismo di matrice islamica in Italia.
  La richiesta prende spunto dai contenuti di un'intervista rilasciata a Roma, pubblicata lo scorso 12 maggio dal quotidiano online «IlGiornale.it» e trasmessa successivamente nel corso di un programma televisivo.
  Dagli accertamenti svolti dalla Questura di Roma è emerso che la suddetta intervista è stata rilasciata da una persona, nota anche con il nome di «Najib», nome adottato da circa venti anni a seguito della sua conversione all'Islam.
  A quanto risulta, l'intervista in questione è stata rilasciata in prossimità dell'ingresso di un'associazione culturale islamica con sede a Roma in via Capua, di estrazione sunnita, frequentata prevalentemente da fedeli di origine bengalese e marocchina.
  La predetta associazione culturale, già chiusa nel periodo del lockdown per contenere la pandemia da Covid-19, è stata sottoposta lo scorso 3 giugno a sequestro cautelare per violazione delle norme urbanistiche, antincendio e in materia edilizia, a seguito di un'ispezione della Polizia locale di Roma Capitale. Da tale data il predetto luogo è rimasto chiuso.
  Il soggetto indicato nell'interrogazione come «Bachu» è, invece, un cittadino bengalese, presidente di un'altra associazione sita nel medesimo quartiere di Torpignattara, costituita nel 1992 e diventata nel corso del tempo il principale polo d'aggregazione della comunità bengalese di Roma.
  Come riferito nella stessa interrogazione, lo scorso 15 maggio l'onorevole Donzelli in relazione ai contenuti delle dichiarazioni rilasciate durante l'intervista ha presentato un esposto presso il Comando dei Carabinieri di Prato, che ha successivamente provveduto a notiziare la locale Procura della Repubblica.
  Sotto un profilo più generale, assicuro che è costante l'attività di prevenzione da parte delle Forze dell'ordine di qualsiasi forma di istigazione all'odio e alla violenza al fine di rilevare e contrastare eventuali azioni di proselitismo e di radicalizzazione al fondamentalismo islamico.
  In tale contesto, il Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (CASA), istituito presso il Ministero dell'interno, rappresenta il fulcro dell'azione di coordinamento tra tutte le articolazioni antiterrorismo delle Forze di Polizia e degli organismi di intelligence.
  Nell'ambito delle iniziative rivolte a limitare la minaccia terroristica di matrice internazionale, il Comitato, oltre ad elaborare specifiche strategie finalizzate al contrasto del fenomeno dei foreign fighter, procede periodicamente all'aggiornamento delle attività di monitoraggio dei luoghi che potrebbero costituire l’humus in cui possono svilupparsi processi di radicalizzazione religiosa; si tratta in particolare di moschee e i luoghi di culto, associazioni, comunità sospettate di contiguità con l'estremismo islamico, ambienti carcerari e il web che continua a rivestire un ruolo determinante in molti percorsi di radicalizzazione in ragione della velocità e della riservatezza dello scambio di messaggi.
  Il CASA ha, inoltre, promosso mirati servizi di controllo condotti in prima battuta dalle D.I.G.O.S. con il contributo delle altre Forze di Polizia allo scopo di acquisire informazioni utili ad orientare ed integrare l'efficacia dei servizi di prevenzione generale.
  In questa cornice, va segnalato come dal 2015 ad oggi, sono 498 gli estremisti rimpatriati, inoltre nel corso dell'anno in corso sono stati tratti in arresto, all'esito di indagini antiterrorismo, 2 terroristi islamici e un soggetto appartenente ad altro contesto riferibile sempre al terrorismo internazionale.
  Infine, nell'evidenziare l'importanza strategica che assume la cooperazione internazionale nell'ambito del contrasto al terrorismo, rammento che il Ministero dell'interno è da sempre impegnato in diversi fori internazionali al fine di migliorare il flusso informativo tra le strutture antiterrorismo dei diversi Paesi, in particolare quelli della Unione europea, e rendere così più efficace tanto l'azione di prevenzione che quella repressiva.