ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04669

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 400 del 29/09/2020
Firmatari
Primo firmatario: DI MAIO MARCO
Gruppo: ITALIA VIVA
Data firma: 29/09/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NOJA LISA ITALIA VIVA 29/09/2020


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 29/09/2020
Stato iter:
30/09/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 30/09/2020
Resoconto NOJA LISA ITALIA VIVA
 
RISPOSTA GOVERNO 30/09/2020
Resoconto SIBILIA CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
REPLICA 30/09/2020
Resoconto NOJA LISA ITALIA VIVA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 30/09/2020

SVOLTO IL 30/09/2020

CONCLUSO IL 30/09/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04669
presentato da
DI MAIO Marco
testo di
Martedì 29 settembre 2020, seduta n. 400

   MARCO DI MAIO e NOJA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 7 maggio 2020, il Governo italiano e la Conferenza, episcopale italiana hanno concluso un protocollo per «la ripresa delle celebrazioni con il popolo», a seguito del quale, a partire dal 18 maggio 2020, è possibile celebrare le funzioni religiose con la partecipazione dei fedeli;

   come per tutte le altre ripartenze di attività sospese a causa del lockdown, anche per l'accesso ai luoghi di culto sono stati stabiliti obblighi e norme di sicurezza esplicitati nel suddetto protocollo;

   tra essi, il paragrafo 1.8 recita testualmente: «si favorisca, per quanto possibile, l'accesso delle persone diversamente abili, prevedendo luoghi appositi per la loro partecipazione alle celebrazioni nel rispetto della normativa vigente»;

   il 15 giugno 2020, Ledha, associazione lombarda impegnata nell'azione di tutela delle persone con disabilità da oltre 40 anni, ha scritto ai rappresentanti del Governo e alla Cei contestando il predetto paragrafo;

   in particolare, nella propria lettera, Ledha ha sottolineato il carattere potenzialmente discriminatorio del protocollo in parola nei confronti dei diritti delle persone con disabilità sotto due profili: da un lato, in quanto esso prevede solo per le persone con disabilità la possibilità eventuale (e non il diritto, come per tutti gli altri cittadini e fedeli) di assistere alle celebrazioni, contrariamente a quanto stabilito dagli articoli 9 e 19 della convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità; dall'altro lato, in quanto si stabilisce di disporre, solo per le persone con disabilità, «luoghi appositi per la loro partecipazione alle celebrazioni», con conseguente loro esclusione dal resto della comunità dei fedeli, senza peraltro che emergano le ragioni di sicurezza sanitaria che sarebbero legate a questa previsione;

   ad oggi, non risulta che il Governo abbia dato riscontro alle contestazioni sollevate da Ledha;

   la previsione in esame lede la dignità delle persone con disabilità, che sono cittadini e membri a pieno titolo della comunità ecclesiale, e potrebbe configurare una discriminazione collettiva fondata sulla disabilità vietata dalla legge n. 67 del 2006, così come deve essere interpretata alla luce della convenzione, Onu sopra citata –:

   quali iniziative si intendano assumere per porre rimedio alla potenziale discriminazione, in relazione all'esercizio della libertà di culto, ai danni delle persone con disabilità e, in particolare, se non si ritenga di assumere le iniziative di competenza, d'intesa con l'altra Parte contraente, volte alla modifica della previsione contenuta nel paragrafo 1.8 del protocollo del 7 maggio 2020.
(5-04669)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 30 settembre 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione I (Affari costituzionali)
5-04669

  Signor Presidente, Onorevoli deputati, l'interrogazione presentata dagli onorevoli Di Maio e Noja fa riferimento al Protocollo per la ripresa delle celebrazioni religiose con la presenza dei fedeli, sottoscritto dal Presidente del Consiglio dei ministri, dal Ministro dell'interno e dal Presidente della Conferenza episcopale italiana lo scorso 7 maggio ed entrato in vigore il 18 maggio successivo. In particolare, viene richiamata l'attenzione sul paragrafo 1.8, relativo alle modalità di partecipazione alle celebrazioni religiose delle persone con disabilità, ritenendo potenzialmente discriminatorio il contenuto delle relative disposizioni.
  Va premesso che il Protocollo, recepito dai Decreti del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 maggio, 11 giugno e 14 luglio 2020, indica le modalità con le quali si svolgono le celebrazioni religiose con la partecipazione dei fedeli, onde evitare occasioni di potenziale contagio del virus Covid-19.
  Il presunto contenuto discriminatorio, evidenziato nell'odierna interrogazione, è stato oggetto di segnalazioni da parte di alcune associazioni rappresentative di persone con disabilità, in riscontro alle quali il Ministero dell'interno ha già chiarito che la previsione contenuta nel testo del protocollo è stata orientata non certo a discriminare ma, al contrario, a dimostrare una particolare «sensibilità» nei confronti delle persone con disabilitò, prevedendo una specifica attenzione per le loro particolari esigenze e promuovendo pari opportunità, inclusione e partecipazione attiva.
  Sull'argomento il Ministero dell'interno, in raccordo con la Presidenza del Consiglio dei ministri, ha ritenuto di interessare, il 19 giugno scorso, la Conferenza Episcopale italiana, segnalando l'opportunità che «il punto 1.8 del Protocollo sia inteso nel senso che le persone con disabilità hanno pieno diritto di partecipare alle celebrazioni religiose con le stesse modalità di tutti gli altri fedeli, soggetti solo alle limitazioni generali che il Protocollo stesso prevede e rispettando le regole di prevenzioni obbligatorie per tutti». Quanto sopra al fine di evitare equivoci ed incomprensioni, pur nella consapevolezza che la previsione non avesse intenti discriminatori.
  La Conferenza episcopale italiana (CEI) il 26 giugno scorso, con nota indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, nonché all'associazione LEDHA, ha chiarito che non vi è nessuna volontà discriminatoria da parte del Protocollo nei confronti delle persone con disabilità, per quanto riguarda la loro partecipazione alle celebrazioni religiose. Nell'evidenziare che l'inserimento del paragrafo su richiamato, dimostra, al contrario, un'attenzione specifica e particolare per le persone con disabilità, la CEI ha sottolineato come la cura per la salute di tutti anche nella partecipazione alle celebrazioni liturgiche è stato l'intendimento che ha guidato la redazione prima e la sottoscrizione poi del Protocollo.
  Ha, altresì, rappresentato che non risultano registrati e segnalati comportamenti discriminatori verso persone con disabilità ma che, al contrario, si hanno notizie di iniziative e attenzioni peculiari per favorire la partecipazione alle celebrazioni liturgiche delle persone con disabilità, pur nelle oggettive difficoltà del momento.
  Quanto rappresentato dalla Conferenza episcopale italiana va quindi nel senso auspicato dagli onorevoli interroganti, superando eventuali ambiguità e possibili differenti interpretazioni della disposizione.