ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04626

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 397 del 22/09/2020
Firmatari
Primo firmatario: BOLOGNA FABIOLA
Gruppo: MISTO-POPOLO PROTAGONISTA - ALTERNATIVA POPOLARE
Data firma: 22/09/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 22/09/2020
Stato iter:
23/09/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 23/09/2020
Resoconto BOLOGNA FABIOLA MISTO-POPOLO PROTAGONISTA - ALTERNATIVA POPOLARE
 
RISPOSTA GOVERNO 23/09/2020
Resoconto ZAMPA SANDRA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 23/09/2020
Resoconto BOLOGNA FABIOLA MISTO-POPOLO PROTAGONISTA - ALTERNATIVA POPOLARE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 23/09/2020

SVOLTO IL 23/09/2020

CONCLUSO IL 23/09/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04626
presentato da
BOLOGNA Fabiola
testo di
Martedì 22 settembre 2020, seduta n. 397

   BOLOGNA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la sospensione delle attività sanitarie programmate e dei ricoveri per fare posto ai pazienti positivi al Covid-19 ha allungato esponenzialmente le liste di attesa per le prestazioni ritenute differibili e non urgenti;

   a questa mole si aggiungono le prestazioni accumulate durante la pausa estiva e quelle ordinariamente in corso di prenotazione, in un contesto di esacerbazione dei contagi;

   il Centro di ricerca in economia e management in sanità (Crems) dell'università Cattaneo, il 23 giugno 2020, ha stimato per Dataroom-Corriere della Sera di quanto, in assenza di provvedimenti urgenti e mirati, potrebbero allungarsi le liste di attesa: in una proiezione a dicembre 2020 rischiano di saltare complessivamente quasi 51 milioni di prestazioni;

   secondo Altroconsumo i tempi medi di attesa prima della pandemia erano già più lunghi (circa 60 giorni) di quanto previsto. Ora, secondo i calcoli del Crems, sempre in assenza di provvedimenti mirati, il tempo necessario per ottenere una prestazione è destinato a raddoppiare;

   il 21 febbraio 2019 è stata siglata l'intesa tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano sul piano nazionale di Governo delle liste di attesa (Pngla) 2019-2021;

   per la piena attuazione del Pngla è istituito l'Osservatorio nazionale sulle liste di attesa insediatosi il 9 luglio 2019;

   è essenziale fare subito chiarezza sui numeri, attraverso il monitoraggio nazionale del fenomeno delle prestazioni sospese durante il lockdown e degli attuali tempi di attesa, garantendone massima trasparenza;

   il Ministro interrogato ha recentemente dichiarato che si procederà secondo una ricognizione puntuale, in collaborazione con tutte le regioni, per capire quale sia il fabbisogno in parola, mettendo in campo nuove risorse per un vero e proprio piano straordinario di nuovi investimenti per recuperare queste liste di attesa;

   sembra che solo alcune regioni abbiano individuato e comunicato un termine entro il quale recuperare le liste d'attesa, assumendo scelte diversificate sulle risorse da stanziare per finanziare il potenziamento del servizi sanitari regionali funzionali al recupero –:

   quali ulteriori iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere per garantire il diritto dei cittadini al recupero di tempi certi di diagnosi e cura, anche attraverso il monitoraggio e la rivalutazione di strategie, azioni, risorse economiche e tempistiche da applicare al sistema sanitario in maniera uniforme, in accordo con regioni e province autonome, al fine di evitare che aumentino le disuguaglianze tra i sistemi sanitari regionali e risolvere in modo sistematico il recupero delle liste d'attesa.
(5-04626)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 23 settembre 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-04626

  Le problematiche legate al recupero delle liste di attesa createsi nel periodo dell'emergenza COVID-19 sono state affrontate dal Ministero della salute con il decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, recante «Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia» in conversione al Senato, il quale, all'articolo 29, rubricato «disposizioni urgenti in materia di liste di attesa», prevede che le regioni e le province autonome, per recuperare i ricoveri ospedalieri non erogati e le prestazioni specialistiche ambulatoriali non erogate nel primo semestre 2020, possano avvalersi degli strumenti straordinari, anche in deroga ai vincoli previsti dalla legislazione vigente in materia di spesa del personale.
  L'intervento relativo ai ricoveri ospedalieri ha l'obiettivo di recuperare le prestazioni non erogate dalle strutture pubbliche nel periodo gennaio-giugno 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.
  Sulla base del «Monitoraggio strategie di intervento per recupero liste d'attesa» effettuato dal Ministero della salute con la collaborazione delle regioni in data 13 luglio 2020, la riduzione di prestazioni erogate registrata tra gli anni 2019 e 2020 è stimata in circa il 40 per cento, pari a 309.017 ricoveri, di cui 230.428 ricoveri chirurgici e 78.589 ricoveri medici.
  Con riferimento alle prestazioni specialistiche ambulatoriali, sulla base del confronto con l'anno 2019, si è stimata una perdita di circa 13,3 milioni di prestazioni per accertamenti diagnostici, e di circa 9,6 milioni di visite specialistiche, pari a circa il 36 per cento che, sulla base dei dati di Tessera Sanitaria relativi all'anno 2018, sono erogate presso strutture pubbliche nella misura del 59 per cento delle prestazioni di accertamenti diagnostici e l'86 per cento delle visite specialistiche.
  Per il recupero delle liste di attesa per il settore pubblico sono stati previsti specifici interventi per il periodo fino al 31 dicembre 2020, quali la maggiorazione del compenso orario del personale dirigente medico (che passa da 60 a 80 euro per ora), e del personale del comparto sanità (portato a 50 euro per ora), nonché l'aumento del monte ore dell'assistenza specialistica ambulatoriale convenzionata interna, ai sensi del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502.
  A tale scopo, il decreto-legge n. 104 del 2020 prevede specifici stanziamenti, pari a 112,406 milioni di euro, destinati ai ricoveri ospedalieri, ed a circa 365,812 milioni di euro per il recupero delle prestazioni ambulatoriali.
  I meccanismi incentivanti temporanei possono infatti essere efficaci sia per l'abbattimento delle liste di attesa in questa fase, sia per smaltire le liste di attesa createsi nel periodo antecedente alla pandemia da COVID-19.
  Per il recupero delle prestazioni non erogate, inoltre, le regioni possono ricorrere agli erogatori privati, nell'ambito dei « budget» loro assegnati relativi all'anno 2020, peraltro solo parzialmente utilizzati nel periodo emergenziale gennaio-giugno 2020, a causa della sospensione delle attività.
  Tenuto conto di quanto sopra, l'articolo 29, comma 9, del decreto-legge n. 104 del 2020 prevede che le regioni e le province autonome presentino al Ministero della salute e al Ministero dell'economia e delle finanze uno specifico Piano Operativo Regionale per il recupero delle liste di attesa, nel quale vengano dettagliati i modelli organizzativi prescelti, i tempi di realizzazione e la destinazione delle risorse.
  La realizzazione di detti Piani Operativi ed il raggiungimento delle finalità di riassorbimento delle liste di attesa saranno oggetto di attento monitoraggio nell'ambito nel programma operativo previsto dall'articolo 18, comma 1, quarto periodo, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, recante «Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese, connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19», convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27.