ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04597

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 396 del 10/09/2020
Firmatari
Primo firmatario: DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 10/09/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA 08/10/2020


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 10/09/2020
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 10/09/2020

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 08/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04597
presentato da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea
testo presentato
Giovedì 10 settembre 2020
modificato
Giovedì 8 ottobre 2020, seduta n. 405

   DELMASTRO DELLE VEDOVE, VARCHI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   notizie di stampa rivelano quella che sarebbe la vera causa del mancato dissequestro dei due motopesca «Antartide» e «Medinea» e il rilascio dei 18 pescatori trattenuti a Bengasi un giorno dopo il viaggio a Tripoli del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio;

   in cambio del rilascio dei marittimi nelle mani delle forze militari fedeli al generale della Cirenaica Khalifa Haftar, l'autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) avrebbe chiesto l'estradizione di quattro scafisti, detenuti in Italia perché condannati per la cosiddetta «Strage di Ferragosto» che nell'estate del 2015 portò alla morte di 49 persone;

   la richiesta di scambio riguarderebbe Joma Tarek Laamami, di 24 anni, Abdel-Monsef, di 23 anni, Mohannad Jarkess, di 25 anni, Abd Arahman Abd Al Monsiff di 23 anni, condannati a 30 anni dalla Corte d'Assise di Catania per la morte dei migranti, alla quale avrebbero contribuito con «calci, bastonate e cinghiate». Già in altre occasioni l'ambasciata libica in Italia avrebbe chiesto l'estradizione dei quattro in Libia;

   la notizia è stata commentata sui social e su alcuni account legati alla gerarchia di Haftar e rilanciata dalla marineria di Mazara del Vallo, ma non c'è alcuna conferma dalla Farnesina. In una nota a tarda sera del 7 settembre 2020, dalla Farnesina è stato reso noto che si «sta seguendo con massima attenzione la vicenda dei pescherecci sequestrati in Libia», lamentando anche «che ci sia qualcuno tra le opposizioni pronto ad attaccare» il Governo e chiedendo il massimo riserbo sulla vicenda. A seguito di quanto emerso si capisce quello che all'interrogante appare il nervosismo tradito dal Ministero nei confronti delle opposizioni;

   l'Italia non riconosce l'esercito di Haftar e, pertanto, il fatto che le sue milizie trattino i nostri pescatori come ostaggi dovrebbe essere equiparato secondo l'interrogante ad un'azione terroristica che nessuno in Italia dovrebbe accettare e tollerare. Davanti a questi metodi il Governo non dovrebbe concedere alcun margine per qualsiasi tipo di trattativa e dovrebbe pretendere il rilascio immediato dei nostri cittadini;

   il sequestro dei due pescherecci risale alla scorsa settimana, all'indomani di un viaggio in Libia del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio, per dare il proprio sostegno all'accordo tra il premier libico, Fayez al-Sarraj, riconosciuto dall'Onu, e il presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk, Aguila Saleh. L'agguato è avvenuto nel corso di un pattugliamento, durante il quale la Marina libica aveva segnalato la presenza di nove pescherecci in «acque libiche», che dal 2005 vengono estese da 12 miglia ad oltre 74, in base all'adozione, unilateralmente, della convenzione di Montego Bay del 1982 da parte del Governo libico pro tempore –:

   se il Governo confermi quanto indicato in premessa e quali siano i suoi intendimenti in merito allo «scambio di prigionieri» chiesto dalle milizie del Generale Haftar.
(5-04597)