ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04503

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 386 del 04/08/2020
Firmatari
Primo firmatario: PICCHI GUGLIELMO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 04/08/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BILLI SIMONE LEGA - SALVINI PREMIER 04/08/2020
COIN DIMITRI LEGA - SALVINI PREMIER 04/08/2020
COMENCINI VITO LEGA - SALVINI PREMIER 04/08/2020
DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA LUIS ROBERTO LEGA - SALVINI PREMIER 04/08/2020
FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER 04/08/2020
RIBOLLA ALBERTO LEGA - SALVINI PREMIER 04/08/2020
ZOFFILI EUGENIO LEGA - SALVINI PREMIER 04/08/2020


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 04/08/2020
Stato iter:
05/08/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 05/08/2020
Resoconto PICCHI GUGLIELMO LEGA - SALVINI PREMIER
 
RISPOSTA GOVERNO 05/08/2020
Resoconto SERENI MARINA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 05/08/2020
Resoconto PICCHI GUGLIELMO LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 05/08/2020

SVOLTO IL 05/08/2020

CONCLUSO IL 05/08/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04503
presentato da
PICCHI Guglielmo
testo di
Martedì 4 agosto 2020, seduta n. 386

   PICCHI, BILLI, COIN, COMENCINI, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, FORMENTINI, RIBOLLA e ZOFFILI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   stando ad una ricostruzione pubblicata da «Il Giornale», nel pomeriggio del 30 luglio 2020, un Hercules C-130 decollato da Pisa atterrava a Misurata, con una trentina di militari italiani a bordo, che venivano immediatamente sottoposti al controllo dei documenti da parte delle autorità libiche;

   in seguito al controllo dei visti, a sei dei militari veniva permesso di scendere, mentre altri 17 venivano respinti in quanto privi di visto sul proprio passaporto;

   a Misurata, le Forze Armate italiane gestiscono un ospedale da campo;

   i militari che hanno dovuto far ritorno in Italia appartenevano alla brigata Julia o risultavano in forza all'ospedale militare del Celio;

   la stessa fonte giornalistica ha altresì rivelato come al personale italiano della missione Miasit sia impedito a Tripoli di portare le armi, a causa di un divieto imposto dalle autorità locali che è esteso anche al personale che scorta il comandante della missione –:

   di quali elementi disponga circa il respingimento dei militari italiani avvenuto il 30 luglio 2020 apparentemente senza precedenti nei confronti dell'Italia, e se questo sia imputabile a negligenze dell'amministrazione degli Esteri nella preparazione delle necessarie autorizzazioni.
(5-04503)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 5 agosto 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-04503

  In merito alle richieste di visto d'ingresso in Libia per il personale militare là impegnato, il Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale si limita a coordinare la predisposizione della necessaria documentazione di sostegno (nota verbale indirizzata all'Ambasciata di Libia a Roma), sulla base delle richieste nominative di volta in volta avanzate e seguite dalle competenti articolazioni del Ministero della difesa. Non è pertanto configurabile alcun genere di negligenza da parte della Farnesina.
  Sullo specifico episodio menzionato dall'interrogante, il Ministero della Difesa rende noto quanto segue.
  Sin dall'apertura del Field Hospital nazionale – Operazione IPPOCRATE nell'anno 2016, per il personale nazionale in viaggio dall'Italia a Misurata era necessario il solo il passaporto di servizio, accompagnato da una Nota Verbale, senza necessità di visto da parte dell'Ambasciata libica a Roma. Ciò a differenza di quanto previsto per il personale in ingresso a Tripoli, per il quale il visto è sempre stato necessario.
  La procedura è stata adottata per anni ed è stata sempre accettata, fino al 30 luglio, dall'Ufficio passaporti di Misurata. Questo Ufficio apponeva un visto all'arrivo del personale, autorizzando alla permanenza all'interno del compound ed eventualmente a muoversi esclusivamente a Misurata.
  Il 16 luglio, con una lettera indirizzata all'Addetto Militare italiano a Tripoli, il Vice Ministro della difesa, Alì Namroush, ha comunicato: «(...) il visto non sarà concesso ai cittadini italiani se non con l'approvazione del Ministero della difesa (libico), attraverso richieste e con un appuntamento anticipato di 14 giorni, tramite l'Ambasciata libica in Italia, senza eccezioni, comprese le richieste di visto di ingresso allo scopo di entrare nell'Ospedale da Campo a Misurata (...)».
  In occasione di un successivo incontro avuto con l'Addetto Militare, il Vice Ministro libico ha assicurato che l'obbligo del visto sul passaporto per il personale in ingresso a Misurata sarebbe stato richiesto solo a partire dal volo del 15 agosto e non avrebbe quindi interessato il personale in viaggio sul volo del 30 luglio. Al riguardo, sempre il nostro Ministero della difesa rende noto che il 30 luglio, per il tramite dell'Addetto Militare, sono state contattate le autorità del Governo di Accordo Nazionale libico per ottenere, come precedentemente concordato, l'autorizzazione allo sbarco a Misurata del personale nazionale in arrivo dall'Italia, senza tuttavia ottenere il risultato sperato.