ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04395

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 376 del 21/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: CENNI SUSANNA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 21/07/2020


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 21/07/2020
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 21/07/2020
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE delegato in data 31/07/2020
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 21/07/2020

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 31/07/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04395
presentato da
CENNI Susanna
testo di
Martedì 21 luglio 2020, seduta n. 376

   CENNI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'istruzione, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:

   nel documento del Comitato tecnico-scientifico (Cts) della Protezione civile del 28 maggio 2020 «Modalità di ripresa delle attività didattiche del prossimo anno scolastico» in riferimento alla mensa scolastica si afferma: «anche per la refezione le singole realtà scolastiche dovranno identificare soluzioni organizzative ad hoc che consentano di assicurare il necessario distanziamento attraverso la gestione degli spazi (refettorio o altri locali idonei), dei tempi (turnazioni), e in misura residuale attraverso la fornitura del pasto in “lunchbox” per il consumo in classe»;

   anche il «Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione per l'anno scolastico 2020/2021» del Ministero dell'istruzione, per quanto riguarda la ristorazione scolastica, rimanda alle indicazioni presenti nel sopracitato documento tecnico del Cts;

   uno dei possibili scenari della mensa scolastica che si prefigura a settembre è quindi quello del lunchbox;

   il lunchbox ipotizzato dalle imprese del settore comporterebbe quindi la presenza di pasti semplificati, piatti monoporzioni termosigillati (primo, secondo e contorno), piatto unico termosigillato, bicchieri e posate «usa e getta»;

   secondo gli operatori del mercato questa modalità di erogazione del pasto in classe richiederà una revisione dei contratti, perché aggiungerà nuovi costi (tra cui, l'acquisto di stoviglie «usa e getta», macchine termosigillatrici);

   il lunchbox previsto in questi termini potrebbe quindi causare:

    un aumento esponenziale di rifiuti di plastica (per il packing necessario per le monoporzioni) con inevitabili problemi di smaltimento per le amministrazioni;

    una crescita degli scarti di cibo (già oggi al 30 per cento) anche in virtù del fatto che le monoporzioni, già testate in passato in alcuni comuni italiani, hanno ottenuto scarsissima accettazione da parte dell'utenza;

    una inevitabile perdita di fragranza e di gusto dei cibi che incide sull'impoverimento del potere nutrizionale e protettivo del pasto in una fase di crescita durante la quale i bambini costruiscono il proprio sistema immunitario quanto mai importante per difendersi dal virus (per alcune aziende sarebbe addirittura utile adottare il «sistema refrigerato», il cosiddetto cook and chill: quindi non più il pasto tradizionalmente cotto e servito in mattinata, ma preparato anche giorni prima per poi essere abbattuto o surgelato e rinvenuto al momento opportuno);

    una reazione conflittuale da parte delle famiglie, sia per la possibile perdita di qualità dei cibi, sia per il probabile aumento delle rette dovuto alle nuove modalità di produzione e confezionamento dei pasti (i cui costi potrebbero essere addebitati dai comuni anche agli utenti in un contesto socio-economico delle famiglie già molto critico, come indicato anche dall'Istat); condizioni che potrebbero portare ad un'estensione su scala nazionale del fenomeno del pasto da casa;

    chiusura delle cucine interne alle scuole che permettono di avere pasti più vari con piatti cucinati senza cibi industriali (salumi, pizza, hamburger, bastoncini e altro) che invece dominano nelle realtà con cucine centralizzate e pasto trasportato;

   il citato documento del Ministero dell'istruzione non indica comunque un modello specifico di mensa scolastica, ma apre a «soluzioni organizzative differenti per ciascuna scuola», dando quindi ai singoli enti territoriali «soluzioni organizzative differenti»;

   alcune aziende di ristorazione hanno ipotizzato, pur nel rispetto delle norme anticontagio, soluzioni alternative al lunchbox: tali progetti prevederebbero, esempio, il confezionamento dei pasti in multiporzioni in appositi recipienti (a parte quelli destinati alle diete speciali) e il trasporto in contenitori isotermici sterilizzati e disinfettati frequentemente;

   sicurezza, qualità del pasto (gusto e proprietà nutrizionali), riduzione degli sprechi e mantenimento delle attuali rette per le mense sono dunque criteri che possono essere conservati anche nell'attuale fase della pandemia –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo, in relazione a quanto espresso in premessa, al fine di promuovere, di concerto con gli istituti e gli enti locali, modelli di refezione scolastica compatibili con lo sviluppo dell'emergenza sanitaria e che possano assicurare la qualità dei pasti, la riduzione degli sprechi alimentari e nessun aumento per le rette delle famiglie.
(5-04395)