ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04390

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 375 del 20/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 20/07/2020


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 20/07/2020
Stato iter:
05/08/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/08/2020
Resoconto SERENI MARINA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 05/08/2020
Resoconto QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 20/07/2020

DISCUSSIONE IL 05/08/2020

SVOLTO IL 05/08/2020

CONCLUSO IL 05/08/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04390
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo di
Lunedì 20 luglio 2020, seduta n. 375

   QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'attivista iraniana per i diritti umani Narges Mohammadi, detenuta in carcere in Iran, è risultata positiva al test COVID-19, ed è attualmente in quarantena con altri 11 prigionieri che sono risultati anche essi positivi;

   Narges Mohammadi è vicedirettore del Defenders of Human Rights Center (DHRC). È stata eletta presidente del comitato esecutivo del Consiglio nazionale della pace in Iran, un'ampia coalizione contro la guerra e per la promozione dei diritti umani. Ha fatto una campagna per l'abolizione della pena di morte in Iran, e le è stato assegnato il premio Per Anger dal Governo svedese per il suo lavoro sui diritti umani nel 2011;

   il 18 maggio 2016, la Corte rivoluzionaria dell'Iran ha condannato Mohammadi a 16 anni di reclusione per diversi motivi, tra cui «l'appartenenza al gruppo – ora vietato – “Step by Step per fermare la pena di morte”, e per “collusione contro la sicurezza nazionale” e “propaganda contro lo stato”»;

   in una lettera della prigione pubblicata online il 13 luglio 2020, Mohammadi ha affermato che lei e 11 dei suoi compagni di cella nella prigione di Zanjan, circa 330 chilometri a ovest della capitale, Teheran, sono sospettati di essere stati infettati dal coronavirus, poi scopertisi contagiati. Ha scritto inoltre, che a lei e alle altre contagiate, viene negato l'accesso ai farmaci, alle cure e ad una alimentazione adeguata. I suoi parenti hanno anche denunciato che da mesi le è impedito di parlare al telefono con i suoi figli, che vivono in Francia;

   «sfortunatamente, la magistratura vuole impartirle una lezione e costringerla a non prendere posizione. A non essere se stessa. A Narges Mohammadi viene negato ogni diritto fondamentale perché prende una posizione», ha detto suo marito Taghi Rahmani al Center for Human Rights in Iran la scorsa settimana;

   l'Iran ha lottato per contenere la micidiale pandemia di Coronavirus che ha ucciso oltre 13.000 iraniani e infettato circa 260.000, secondo i dati ufficiali, ma si ritiene che i numeri reali siano significativamente più alti. A marzo 2020, la magistratura ha annunciato di aver ordinato il rilascio temporaneo di decine di migliaia di prigionieri per impedire la diffusione del Coronavirus nelle carceri affollate;

   Mohammadi ha invitato il Ministero della sanità dell'Iran a mandare un rappresentante nella prigione di Zanjan per indagare sulla situazione della prigione anche alla luce di contagi di Covid –:

   quali iniziative, in sede bilaterale con l'Iran e in sede europea e internazionale, intenda intraprendere il Governo per promuovere il rispetto dei diritti umani e di adeguate condizioni di detenzione nelle carceri iraniane e chiedere anche il rilascio della stessa attivista Mohammadi.
(5-04390)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 5 agosto 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-04390

  Narges Mohammadi è ben conosciuta per il suo incessante e lodevole impegno nel promuovere iniziative di mobilitazione civile in favore dei diritti delle donne e contro la pena di morte in Iran. Il suo caso è seguito con attenzione da parte dell'Italia e dell'Unione europea. Continuiamo a valutare insieme ai nostri partner, anche nel coordinamento in materia di diritti umani a Teheran, le migliori iniziative di sensibilizzazione nei confronti delle autorità iraniane, nell'ottica di assicurare a questa azione le migliori possibilità di successo.
  L'Italia è tradizionalmente impegnata nella tutela e nella promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, incluse le libertà di opinione, di espressione, di associazione e di riunione. Per quanto riguarda l'Iran si tratta di un lavoro volto anzitutto a mantenere alta l'attenzione sulla situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in quel Paese nelle riunioni multilaterali e, più in generale, nell'agenda internazionale.
  Sul piano più prettamente bilaterale sollecitiamo il Governo iraniano a rivedere le proprie politiche per garantire la protezione di questi diritti. Sin dal 2014 abbiamo ad esempio avviato con Teheran un dialogo a livello di esperti sulla tutela dei diritti umani nel sistema di giustizia penale. Il canale principale tramite cui questo dialogo viene portato avanti è costituito dal seminario annuale italo-iraniano sulla tutela dei diritti da parte del sistema di giustizia penale.
  In sede multilaterale, l'Italia contribuisce sia ai negoziati della risoluzione annuale dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nel Paese, sia ai negoziati della risoluzione del Consiglio Diritti umani delle Nazioni Unite riguardante la Repubblica Islamica. Grazie a quest'ultima viene solitamente rinnovato di un anno il mandato del Relatore Speciale ONU sulla situazione dei diritti umani in Iran, incarico ricoperto dal luglio 2018 da parte del pakistano Javaid Rehman. L'Italia co-sponsorizza regolarmente entrambe le risoluzioni.
  L'Iran è stato oggetto nel novembre 2018 del terzo ciclo della Revisione Periodica Universale del Consiglio Diritti umani. In questa occasione l'Italia, tra le altre cose, ha raccomandato all'Iran di garantire il diritto alla libertà di opinione, espressione e riunione e di porre fine agli arresti dei difensori dei diritti umani, con particolare attenzione alle donne difensori dei diritti umani. Altra nostra raccomandazione è stata quella di considerare l'introduzione di una moratoria sulle esecuzioni, in vista dell'abolizione della pena di morte, e vietare immediatamente l'applicazione delle esecuzioni per reati commessi da persone di età inferiore ai 18 anni. Uno degli argomenti più cari a Narges Mohammadi.
  Sul fronte del contagio da Covid, l'Iran affronta una situazione estremamente grave. Sebbene le cifre ufficiali a oggi si attestino su circa 14.500 decessi e 279.000 contagiati, il dato reale potrebbe essere drammaticamente più elevato. Il Paese sta infatti fronteggiando proprio in questo momento una seconda ondata di contagi.
  L'Italia non ha fatto mancare il proprio contributo, destinando all'Iran parte dei fondi (200.000 euro sul totale di un milione) allocati in favore dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e della Federazione Internazionale della Croce Rossa. In occasione del Consiglio Affari esteri del 23 marzo e della riunione dei Ministri degli esteri del G7 del 25 marzo, abbiamo inoltre fatto appello a che l'attuale quadro sanzionatorio non impedisca le forniture mediche e umanitarie di cui l'Iran necessita.
  Con questa impostazione di fondo, nel quadro dei rapporti con l'Iran, continueremo a seguire con attenzione il caso di Narges Mohammadi, insieme all'Unione europea e a tutti quei Paesi che, come noi, attribuiscono un ruolo centrale alla tutela e alla promozione dei diritti dell'individuo.