ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04349

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 371 del 14/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 14/07/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO 14/07/2020
ROMANO ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 14/07/2020
SCHIRO' ANGELA PARTITO DEMOCRATICO 14/07/2020
LA MARCA FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO 14/07/2020
BOLDRINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 14/07/2020


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 14/07/2020
Stato iter:
21/07/2020
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 14/07/2020

RITIRATO IL 21/07/2020

CONCLUSO IL 21/07/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04349
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo di
Martedì 14 luglio 2020, seduta n. 371

   QUARTAPELLE PROCOPIO, FASSINO, ANDREA ROMANO, SCHIRÒ, LA MARCA e BOLDRINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   in Turchia è stata presentata in Parlamento martedì 30 giugno 2020 una legge di riforma dell'avvocatura che, prevede l'istituzione di Ordini alternativi a quelli esistenti, che, se dovesse essere approvata, consentirebbe al Governo il controllo anche sulle elezioni degli organi dirigenti dei vari ordini professionali;

   in tutto il Paese, gli avvocati stanno protestando per il timore che il presidente Erdoğan voglia ridurre al silenzio la società civile, partendo dall'Ordine degli avvocati, che negli ultimi anni hanno posizioni di forte critica nei confronti della politica del Governo e si sono spesi moltissimo per difendere dissidenti, giornalisti, politici d'opposizione e attivisti;

   il 30 giugno, davanti al Tribunale di Çalayan gli avvocati hanno inscenato una protesta che ha visto l'intervento del presidente dell'Ordine di Istanbul che ha tenuto un accorato discorso sui valori laici e democratici da sempre presidiati dall'avvocatura turca, ma la RTÜK, la massima autorità di controllo delle telecomunicazioni turche, ha provveduto ad oscurare per cinque giorni le due reti televisive – Tele 1 e Halk Tv – molto critiche nei confronti di Erdoğan e del suo partito, che volevano trasmettere le immagini della protesta. Il Governo controlla già il 90 per cento dei canali di informazione, e ora i media imbavagliati in Turchia sono 121: 53 giornali, 20 riviste, 18 emittenti televisive, 24 stazioni radiofoniche e 6 agenzie di stampa;

   Ebru Tìmtik e Aytaç Ünsal, due avvocati detenuti in Turchia, hanno iniziato uno sciopero della fame dal 3 febbraio 2020, per protestare contro le lunghe pene a cui sono stati condannati con l'accusa di «appartenenza a un'organizzazione terroristica». Essi si trovano in carcere per aver difeso gli artisti Helin Bolek e Mustafa Kocak, membri della band Grup Yorum;

   i due cantanti erano stati arrestati con l'accusa di reati di eversione, per aver esercitato, nei concerti che furono vietati dal 2016, il diritto di espressione con le canzoni che manifestavano il loro consenso rispetto alla politica governativa di Erdoğan. Entrambi gli artisti sono deceduti nel mese di aprile 2020 in carcere a seguito dello sciopero della fame durato oltre 300 giorni per chiedere la loro scarcerazione; i due avvocati – collegati al ÇHD, un'associazione di avvocati che si concentra sul diritto alla vita e alle campagne per la prevenzione di attacchi alla dignità umana e ai diritti fondamentali, è stata chiusa il 22 novembre 2016 con un decreto emesso in stato di emergenza – sono stati condannati a 18 anni e 6 mesi e a 10 anni e 6 mesi, con l'accusa di «appartenenza a un'organizzazione terroristica» e sono attualmente in condizioni gravissime, sia fisiche che psicologiche, a causa del digiuno che stanno conducendo per la loro liberazione;

   a sostegno degli avvocati turchi, oltre 300 avvocati, in tutto il mondo, hanno firmato una petizione e l'associazione «Lawyers for Lawyers» – che difende gli avvocati minacciati nell'esercizio della propria professione – è profondamente preoccupata per le condizioni di salute dei due colleghi. Anche l'Avvocatura italiana si è mobilitata: il Cnf, il Ccbe (Ordini forensi europei) e l'Oiad (Osservatorio avvocati in pericolo) hanno chiesto al Governo turco di estendere anche agli avvocati detenuti l'amnistia concessa per la pandemia da Covid-19 e la scarcerazione dei due avvocati in sciopero della fame;

   l'attuale repressione di ogni voce critica e di opposizione, accusata di minare la sicurezza nazionale, operata dal Governo turco desta molte preoccupazioni in tutto il mondo occidentale –:

   quali iniziative intenda, per quanto di competenza, assumere il Governo, nei consessi bilaterali con la Turchia e internazionali ed europei, per preservare la fondamentale autonomia degli Ordini forensi turchi e lo Stato di diritto.
(5-04349)