ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04146

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 354 del 10/06/2020
Firmatari
Primo firmatario: DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 10/06/2020


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 10/06/2020
Stato iter:
11/06/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 11/06/2020
Resoconto DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 11/06/2020
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 11/06/2020
Resoconto DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 11/06/2020

SVOLTO IL 11/06/2020

CONCLUSO IL 11/06/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04146
presentato da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea
testo di
Mercoledì 10 giugno 2020, seduta n. 354

   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la pandemia che sta inginocchiando il mondo è partita da Wuhan e il primo contagio risale al 17 novembre 2019;

   diversi medici cinesi hanno tentato di avvertire il mondo della letalità e diffusività del virus, ma il regime ha oscurato tali propalazioni, accusando tali medici di «sedizione» e sottoponendoli a interrogatori e a ritrattazioni come per Li Wenliang, deceduto il 7 febbraio 2020, che aveva tentato di avvisare la comunità internazionale ma è stato costretto a firmare una lettera in cui affermava di aver diffuso «false considerazioni» e di aver «gravemente disturbato l'ordine sociale»;

   il regime cinese ha assunto una strategia della «negazione». Il 7 gennaio 2020 Xi Jinping, secondo quanto riportato da diverse fonti stampa, era già a conoscenza della particolare modalità di diffusione del virus e solo il 20 gennaio 2020 le autorità cinesi comunicavano alle comunità scientifica internazionale la trasmissione da uomo a uomo;

   la stessa strategia è stata assunta, con gravissimo danno per la comunità internazionale, anche dall'Organizzazione mondiale della sanità che, ancora in data 12 gennaio 2020, affermava che non vi fossero prove della trasmissibilità da uomo a uomo;

   il 28 gennaio Xi Jinping incontrava il Direttore Generale dell'Oms Ghebreyesus per complimentarsi dell'eccellente lavoro;

   solo l'11 marzo l'Oms dichiarava apertamente la pandemia, a quattro mesi dal primo contagio;

   uno studio dell'Università di Southampton conclude che, con diverso contegno cinese, la pandemia sarebbe stata drasticamente ridotta dal 66 al 95 per cento;

   il think thank «Henry Jackson Society» ha stilato un rapporto, concludendo che la mancata comunicazione adeguata delle informazioni all'Oms ha violato il regolamento sanitario internazionale. La mancata divulgazione di dati sulla trasmissione da uomo a uomo per un periodo massimo di tre settimane e le informazioni errate sul numero dei contagi fra il 2 e l'11 gennaio 2020 costituiscono violazioni degli articoli 6 e 7 delle International Health Regulations;

   la Cina avrebbe consentito a 5 milioni di persone di lasciare Wuhan prima di imporre il blocco il 23 gennaio 2020;

   il rapporto suggerisce diverse sedi internazionali ove far valere le violazioni con contestuale richiesta di danni –:

   quale sia l'intendimento del Governo circa la possibilità di promuovere un'azione congiunta dell'Europa nei confronti della Cina o di intraprendere anche in via esclusiva un'iniziativa per accertare la fondatezza di eventuali danni da atti illeciti relativamente alla comunicazione per il contrasto al coronavirus e correlativamente, in caso di accertamento, per richiedere nelle opportune sedi internazionali il risarcimento dei relativi danni.
(5-04146)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 11 giugno 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-04146

  Il Governo italiano ha manifestato, in tutte le opportune sedi internazionali e ad ogni utile occasione, la propria posizione a favore della massima trasparenza e condivisione dei dati circa la gestione dell'epidemia. L'OMS svolge, a tale riguardo, un ruolo fondamentale sul fronte della circolazione di informazioni e del coordinamento scientifico-sanitario, inclusi i protocolli per le cure sperimentali e per la ricerca sul vaccino.
  L'Italia ha offerto trasparenza e chiede a tutti trasparenza. E continuerà ad operare, in stretto raccordo con i Paesi dell'UE e gli altri Partner, senza alcun pregiudizio e con lo spirito collaborativo e costruttivo necessario a rispondere alle enormi difficoltà poste dalla pandemia.
  In coerenza con tale impostazione, l'Italia ha manifestato la sua posizione anche in occasione della 73a Assemblea Mondiale della Sanità, e ha assunto un ruolo attivo e propositivo nella definizione della posizione comune Europea e nell'adozione della risoluzione sul Covid-19 adottata dall'Assemblea. La risoluzione richiede all'OMS di continuare le rilevazioni sulle origini animali del virus e le sue modalità di trasmissione sull'essere umano. Richiede inoltre al Direttore Generale di avviare, non appena possibile, una valutazione indipendente, imparziale e onnicomprensiva sull'efficacia di strumenti e protocolli internazionali attuati nel corso della crisi, al fine di valutare raccomandazioni utili al miglioramento della preparazione e risposta a crisi di tale entità.
  L'Italia è pronta a esaminare i rilievi della valutazione indipendente e studiare soluzioni volte a migliorare l'efficacia e l'efficienza del sistema internazionale.
  A fronte di chi sostiene che la Cina avrebbe violato gli obblighi internazionali sanciti a livello di Organizzazione Mondiale della Sanità di tempestiva notifica e condivisione delle informazioni, sebbene la tesi sia condivisibile e probabilmente apparire fondata, alcuni autorevoli studiosi rilevano come potrebbe non essere individuabile un solido fondamento giuridico sulla cui base convenire la Cina dinanzi ad una corte internazionale, mentre l'avvio di un arbitrato sarebbe possibile solo ove la Cina vi acconsentisse.
  Sugli aspetti richiamati dall'interrogante, ritengo opportuno precisare alcuni punti.
  Quanto alla cosiddetta «dichiarazione di pandemia», secondo il Regolamento Sanitario Internazionale del 2005 il Direttore Generale dell'OMS è tenuto a dichiarare tempestivamente, quale più elevato grado di allerta internazionale, la «dichiarazione di emergenza pubblica sanitaria di rilievo internazionale».
  Questo è avvenuto il 30 gennaio scorso, quando fuori dalla Cina erano stati registrati 82 casi di Covid-19 e nessun decesso.
  Sui casi di repressione citati dall'Onorevole interrogante, ricordo che il Governo italiano continua a tutelare e promuovere con il massimo impegno i diritti umani e le libertà fondamentali, in stretto raccordo con i partner dell'Unione Europea.
  Le conclusioni del Consiglio sulle priorità dell'UE sui diritti umani adottate lo scorso 17 febbraio pongono infatti al centro l'impegno dell'Unione e degli Stati membri a richiamare la Cina al rispetto delle libertà di espressione e opinione.
  Gli episodi espressamente citati nelle premesse dell'interrogazione sono oggetto del dialogo strutturato in materia di diritti umani tra Unione Europea e Cina, strumento di interlocuzione franca e aperta. Grazie anche alla pressione internazionale, il caso del Dottor Li Wenliang ha portato il Governo di Pechino a condurre un'indagine sull'azione della polizia di Wuhan, giungendo alla conclusione pubblica che le forze dell'ordine hanno agito in maniera inappropriata e preso misure irregolari nei confronti del medico.
  Evidenzia che l'azione italiana, come sempre in questi casi, deve essere in linea con l'azione coordinata europea e dell'Organizzazione mondiale della sanità, unica strada percorribile per – eventualmente – porre la Cina di fronte alle proprie responsabilità per la gestione della pandemia.