ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04128

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 354 del 10/06/2020
Firmatari
Primo firmatario: BALDINI MARIA TERESA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 10/06/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BOND DARIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 10/06/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 10/06/2020
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 10/06/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04128
presentato da
BALDINI Maria Teresa
testo di
Mercoledì 10 giugno 2020, seduta n. 354

   BALDINI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'emergenza epidemiologica in atto ha comportato tra i suoi riverberi più gravi, sebbene mediaticamente silenti, quello di allentare la disponibilità di servizi sanitari per i pazienti «no-COVID» in ragione delle misure di contenimento del COVID-19, che sta nei fatti alimentando una emergenza sanitaria collaterale senza precedenti;

   stando a quanto riportato dal presidente dell'Acoi in un'intervista a Repubblica, «Con la chiusura delle sale operatorie, con gli ospedali, almeno all'inizio, non attrezzati a percorsi COVID o completamente occupati dall'emergenza del virus, il nostro lavoro si è interrotto quasi del tutto»;

   risulta infatti che la inevitabile monopolizzazione da parte dell'emergenza COVID-19 del patrimonio sanitario disponibile abbia condotto alla sospensione di visite, non solo in ragione della mancata disponibilità da parte della struttura sanitaria ma anche in ragione del timore da parte del paziente di entrare in contatto con un ambiente, nell'immaginario, altamente esposto ad un elevato rischio di contagio;

   stando a quanto emerge dai dati, sarebbero circa 3 milioni i pazienti che necessitano di una visita cardiologica e circa 12 milioni quelli che dovrebbero effettuare un esame radiologico: stando alle stime, gli interventi chirurgici saltati sarebbero circa 600 mila tra i quali almeno 50 mila di tipo oncologico, un aspetto che desta particolare preoccupazione essendo questo un versante sanitario particolarmente delicato nel quale il fattore tempo rappresenta una discriminante imprescindibile;

   la gravità dello scenario sanitario tratteggiato è evidente in ragione di quanto evidenziato dal presidente dell'Acoi secondo cui «se anche lavorassimo il 20 per cento più di prima, impiegheremmo 11 mesi a raggiungere una cifra di interventi accettabile, che colmerebbe il divario che si è creato»;

   secondo quanto riportato dall'Agi sul versante oncologico, stando ad «un sondaggio promosso da un gruppo di associazioni il 36 per cento dei pazienti ha lamentato la sospensione di esami e visite di follow-up. Un paziente su 5 ha segnalato la sospensione degli esami diagnostici, mentre solo un 3 per cento riferisce lo stop delle cure»;

   a ciò si aggiunge il rallentamento sugli screening anche oncologici; infatti, secondo i dati del centro studi Nomisma vi è un ritardo di circa 4 milioni di test rispetto a quanto effettuato negli anni passati e l'ammontare degli screening non effettuati negli ultimi mesi condurrà ad una concentrazione a settembre con potenziali 4 milioni di screening da dover effettuare in un trimestre;

   secondo una ricerca pubblicata sullo European Heart Journal, che ha analizzato il numero dei ricoveri nelle unità di terapia intensiva coronarica di 54 strutture cardiologiche universitarie, nella settimana dal 12 al 19 marzo 2020 i ricoveri per infarto si sono ridotti della metà rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente, ma la mortalità è triplicata;

   l'impasse sanitaria «no-COVID» verificatasi nei tre mesi di piena emergenza epidemiologica rischia di comportare una significativa compromissione delle potenzialità sanitarie del Paese, andando ad amplificare in maniera vistosa le criticità già esistenti in alcune regioni, con inevitabili ripercussioni sulla salute pubblica –:

   se si intenda predisporre un'indagine tesa alla raccolta e all'analisi dei dati dell'emergenza sanitaria collaterale a quella da COVID-19 al fine di comprendere quali siano stati i limiti e le eventuali inefficienze del Servizio sanitario nazionale e quale sia stata la portata in termini di mortalità e di morbilità generata dalla sospensione delle prestazioni sanitarie durante la fase acuta dell'emergenza epidemiologica;

   se non si ritenga imprescindibile adottare iniziative per varare un piano di assistenza straordinaria, segnatamente sul versante oncologico e cardiologico, che preveda percorsi speciali presso determinate strutture, anche attraverso un coordinamento interregionale, al fine di ottimizzare e velocizzare gli interventi e gli screening nella prospettiva di evitare ulteriori ritardi e consentire un miglioramento delle prestazioni sanitarie finora vistosamente compromesse.
(5-04128)