ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04021

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 344 del 21/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: MURONI ROSSELLA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 21/05/2020


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 21/05/2020
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 21/05/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04021
presentato da
MURONI Rossella
testo di
Giovedì 21 maggio 2020, seduta n. 344

   MURONI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   nella prima metà di maggio 2020 l'ampia area alberata del complesso universitario della collina di Monte Sant'Angelo dell'Università Federico II di Napoli è stata pesantemente mutilata da improvvide quanto dannose e inspiegabili potature massicce. Un intervento che ha lasciato la collina in una condizione spettrale con i grandi alberi di alto fusto ridotti a moncherini privi di foglie, e ha sollevato indignazione e sconcerto nella popolazione;

   l'intervento non solo non trova alcuna giustificazione, ma, soprattutto, è fuori da qualsiasi criterio agronomico, arboriculturale, ecologico e faunistico e stupisce ancor di più, considerando che è stato permesso dalla più grande e prestigiosa università dell'Italia meridionale, alla quale non mancano certo le competenze per capire che tutto ciò non andava fatto le quali, forse, non sono state minimamente consultate;

   qualsiasi docente di scienze forestali, di scienze agrarie e di botanica, ma perfino l'uomo della strada, sa bene che in primavera gli alberi sono impegnati nel rigonfiamento delle gemme, nella schiusa delle foglie e dei fiori, nell'ingrossamento di rami e rametti. Tutte attività che esigono un apporto energetico enorme e mettono in moto un potentissimo e complessissimo laboratorio chimico. Manomettere un albero in questo periodo significa disorientare completamente la pianta, interrompendone il flusso di messaggi chimici e ormonali destinati a regolare l'intensa attività biochimica, e, quando si parla di potatura, 6 o 7 centimetri rappresentano il diametro di taglio massimo fino al quale ci si può spingere. Oltre queste misure crolla qualunque capacità di reazione efficace dell'albero. Tagli di diametro maggiore di questi devono costituire un'eccezione assolutamente straordinaria, e devono essere più che ben motivati. Più un esemplare è vecchio, minore sarà la sua capacità di sopportare deprivazioni di fogliame. Un'asportazione del 5 per cento potrebbe già significare un limite invalicabile. Su un esemplare giovane si può tollerare valori superiori, spingendosi anche al 20 o 25 per cento del volume complessivo, come denunciato da Green Italia Campania;

   una potatura troppo severa su un vecchio esemplare o su un esemplare fortemente deperito, potrebbe innescare un rapido decadimento, e si potrebbe assistere al veloce disseccamento di tutta la pianta nei pochi anni successivi, spesso mettendo a rischio la sua crescita e soprattutto la sua stabilità e quindi la conseguente sicurezza pubblica;

   a tal proposito si ricorda che l'articolo 21, comma 1, lettera o) della legge n. 157 del 1992 fa divieto di prelevare e uccidere i nidiacei, cosa che avviene con la potatura in questo periodo. Ebbene le alberature di Monte Sant'Angelo in questo periodo ospitavano decine e decine di nidificazioni in atto di 12-15 specie di uccelli selvatici; l'articolo 5 della direttiva 2009/147/CE fa divieto di disturbo durante il periodo di riproduzione quando ciò abbia conseguenze significative in considerazione degli obiettivi della presente direttiva;

   in più la potatura va a intervenire in maniera opposta a quanto definito il 10 marzo 2020 dal decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare recante «Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde», al cui paragrafo C si spiega che «per garantire l'approccio strategico di medio-lungo periodo, è essenziale che le stazioni appaltanti, in particolare le amministrazioni comunali, siano in possesso e applichino concretamente strumenti di gestione del verde pubblico...». Sempre nel paragrafo C si specifica che vanno evitati interventi sul territorio «qualitativamente scarsi e persino dannosi che compromettono lo stato di salute delle piante con conseguente aggravio di costi per la comunità» –:

   se siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e se intendano fornire elementi circa le motivazioni che hanno portato a tale operazione.
(5-04021)