ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04003

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 342 del 19/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: NOJA LISA
Gruppo: ITALIA VIVA
Data firma: 19/05/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ROSTAN MICHELA ITALIA VIVA 11/06/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 19/05/2020
Stato iter:
11/06/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 11/06/2020
Resoconto ZAMPA SANDRA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 11/06/2020
Resoconto ROSTAN MICHELA ITALIA VIVA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 19/05/2020

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 11/06/2020

DISCUSSIONE IL 11/06/2020

SVOLTO IL 11/06/2020

CONCLUSO IL 11/06/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04003
presentato da
NOJA Lisa
testo presentato
Martedì 19 maggio 2020
modificato
Giovedì 11 giugno 2020, seduta n. 355

   NOJA, ROSTAN. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nelle strutture socio-assistenziali e sanitarie frequentate da anziani e da persone con gravi patologie neurologiche, croniche e con disabilità gli effetti dell'emergenza sanitaria da COVID-19 sono stati particolarmente gravi;

   con specifico riferimento alle residenze sanitarie assistenziali (Rsa), ciò emerge con chiarezza dalla Survey nazionale avviata dall'Istituto superiore di sanità (Iss) a partire dal 24 marzo 2020 al fine di monitorare la situazione di queste strutture in relazione al rischio da infezione COVID-19;

   secondo il terzo aggiornamento della Survey, al 14 aprile 2020 sono state coinvolte nell'indagine 3.276 Rsa, distribuite in modo rappresentativo sul territorio nazionale, e hanno risposto al questionario 1.082 strutture, pari al 33 per cento delle strutture contattate;

   dall'indagine risulta che, nel periodo tra il 1° febbraio e il 26 marzo-14 aprile 2020, il 40,2 per cento dei decessi e il 45,4 per cento degli ospedalizzati nelle Rsa coinvolte sono risultati positivi al COVID-19 o avevano sintomi compatibili. Inoltre, il 18,4 per cento delle strutture ha dichiarato una positività COVID-19 tra il personale;

   l'Iss ha pubblicato il rapporto «Indicazioni ad interim per la prevenzione e il controllo dell'infezione da Sars-Cov-2 in strutture residenziali sociosanitarie» (versione 16 marzo 2020 – Rapporto ISS COVID-19, n. 4/2020), ove si indicano, tra le misure di prevenzione da mettere in atto, l'utilizzo appropriato dei Dpi, con una programmazione dell'approvvigionamento adeguata, e la ricerca attiva di potenziali casi attraverso la somministrazione di «tamponi ai residenti in caso di sospetto (e relativo isolamento)» e l'attività di screening sugli operatori delle strutture;

   su entrambi tali profili, la Survey evidenzia però una situazione di particolare gravità poiché le due principali criticità registrate dalle Rsa nella gestione dell'emergenza sono la mancanza di Dpi (82,7 per cento delle Rsa contattate) e l'impossibilità nel far eseguire tamponi per la diagnosi delle infezioni (47 per cento delle strutture);

   inoltre, ancorché l'articolo 8 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020 preveda il riavvio delle attività sociali e socio-sanitarie erogate da parte di centri semiresidenziali per persone con disabilità, «secondo piano territoriali, adottati dalle Regioni, assicurando attraverso eventuali specifici protocolli il rispetto delle disposizioni per la prevenzione del contagio e la tutela della salute degli utenti e degli operatori», ad oggi in molte regioni i piani non sono stati adottati e mancano indicazioni sulle misure di prevenzione che i centri devono adottare per la ripresa delle loro attività che, quindi, è molto a rischio –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per assicurare la piena ed effettiva applicazione delle misure prescritte dall'Istituto superiore di sanità nel rapporto «Indicazioni ad interim per la prevenzione e il controllo dell'infezione da Sars-Cov-2 in strutture residenziali sociosanitarie»;

   quali iniziative intenda assumere in ordine all'adozione di linee guida nazionali in materia di prevenzione del contagio e tutela della salute degli utenti e degli operatori dei centri semiresidenziali di cui all'articolo 9 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 maggio 2020.
(5-04003)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 11 giugno 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-04003

  Il nostro Paese, come noto, è tra i più colpiti dall'infezione da COVID-19.
  Per fronteggiare l'emergenza sono state adottate immediate misure di sanità pubblica finalizzate alla protezione della salute della popolazione, attraverso la predisposizione da parte del Ministero della salute di linee guida omogenee, valevoli su tutto il territorio nazionale e sottoposte a continua revisione in base alle evidenze scientifiche e all'evoluzione dell'epidemia.
  Nell'ambito delle strategie di prevenzione e controllo dell'epidemia da virus SARS CoV-2 fin da subito è emersa la necessità di prestare la massima attenzione nei confronti della popolazione anziana.
  Le persone anziane sono la popolazione fragile per eccellenza, che dev'essere protetta con ogni cautela possibile, soprattutto nel corso di un'epidemia come quella da COVID-19.
  Inoltre, nelle strutture residenziali socio-sanitarie sono ospitati anche pazienti con patologie croniche, affetti da disabilità di varia natura o con altre problematiche di salute: anche queste persone sono da considerarsi fragili e potenzialmente esposte a maggior rischio di evoluzione grave, se colpite da COVID-19.
  Nel merito del quesito posto si rammenta che nell'ambito delle strategie di prevenzione, assistenza e controllo del contagio, il Ministero della salute ha diramato la Circolare del 25 marzo 2020 recante « Aggiornamento delle linee di indirizzo organizzative dei servizi ospedalieri e territoriali in corso di emergenza COVID-19», in cui viene segnalata l'emergenza connessa agli ospiti/pazienti ricoverati nelle Residenze Sanitarie Assistite, per i quali è necessario attivare una stretta sorveglianza ed un costante monitoraggio, nonché il rafforzamento dei «setting» assistenziali. La circolare, tra l'altro, sottolinea l'esigenza di prevedere percorsi formativi e di prevenzione specifica per tutto il personale operante nelle strutture residenziali in questione. Inoltre, viene raccomandato che tutti gli operatori sanitari coinvolti in ambito assistenziale, siano opportunamente formati e aggiornati in merito ai rischi di esposizione professionale, alle misure di prevenzione e protezione disponibili, nonché alle caratteristiche del quadro clinico della patologia da COVID-19.
  Con la medesima circolare sono state, altresì, fornite specifiche indicazioni a tutela degli ospiti delle residenze sanitarie assistenziali, proprio in quanto considerati pazienti fragile, esposti al maggior rischio di complicanze fatali associate all'infezione da COVID-19.
  Si è inoltre ritenuto necessario segnalare la necessità di individuare prioritariamente strutture residenziali assistenziali dedicate ove trasferire i pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero, per evitare il diffondersi del contagio e potenziare il relativo setting assistenziale.
  È stato raccomandato, infine, di effettuare in maniera sistematica tamponi per la diagnosi precoce dell'infezione a carico degli operatori sanitari e socio-sanitari e di dotarli dei dispositivi di protezione individuale, nonché di garantire la continuità dei servizi di mensa, lavanderia, pulizie e servizi connessi, estendendo anche a questi operatori le misure mirate a definire una eventuale infezione da SARS-CoV-2.
  Sul versante dell'effettuazione dei test, la circolare n. 11715 del 3 aprile 2020 recante Pandemia di COVID-19 – aggiornamento delle indicazioni sui test diagnostici e sui criteri da adottare nella determinazione delle priorità – ha raccomandato che l'esecuzione dei test venga assicurata agli operatori sanitari e al personale assimilato in quanto esposti a maggior rischio, sulla base di una definizione operata dalle aziende sanitarie, quali datori di lavoro. Inoltre, tra gli operatori esposti a maggior rischio, cui effettuare il test per tutelare loro stessi e per ridurre il rischio di trasmissione nosocomiale, sono stati individuati anche quelli delle RSA e delle altre strutture residenziali per anziani, sebbene asintomaci.
  Va anche precisato che, seguendo le raccomandazioni dell'OMS e del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie, il Ministero della salute già dal 22 gennaio 2020 – tramite la Circolare n. 1997 – aveva diramato le indicazioni sull'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale in ambito sanitario, poi aggiornate con la Circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020, che ha individuato i dispositivi di cui deve essere dotato il personale sanitario, non solo in ambito ospedaliero, ma anche nel territorio, a beneficio dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta, impegnati anche nelle attività di sorveglianza attiva domiciliare.
  Inoltre, atteso che la salute dei lavoratori della sanità costituisce una priorità assoluta, è stato sottoscritto il 14 marzo 2020, tra il Governo e le Parti Sociali, il «Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro», che prevede la fornitura, in via prioritaria e in quantità adeguata, di dispositivi di protezione individuale di efficienza modulata rispetto al rischio professionale a cui sono esposti, e di test diagnostici.
  Sono stati definiti percorsi di sorveglianza omogenei in tutto il territorio nazionale a cui devono essere sottoposti i lavoratori, soprattutto se siano venuti in contatto con casi confermati, e vengono garantite appropriate attività di sanificazione nei luoghi di lavoro.
  Per favorire la disponibilità dei dispositivi per la protezione individuale, il Ministero della salute, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, ha messo a punto una procedura semplificata per la produzione di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale, descritta nella Circolare n. 3572 del 18 marzo 2020.
  Il recente decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, tra le disposizioni urgenti in materia di assistenza territoriale, dispone che le regioni e province Autonome adottino piani di potenziamento e riorganizzazione della rete assistenziale, anche con l'obiettivo di rafforzare il sistema di accertamento diagnostico, monitoraggio e sorveglianza della circolazione virale.
  Detti piani territoriali dovranno contenere misure di identificazione e gestione dei contatti, nonché di organizzazione della sorveglianza, effettuata a cura dei Dipartimenti di Prevenzione aziendali, in collaborazione con i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di Libera Scelta, i Medici di continuità assistenziale, nonché con le Unità speciali di continuità assistenziale, allo scopo di tracciare i casi ed i contatti e consentirne l'isolamento ed il trattamento.
  Inoltre, per quanto di maggiore interesse alla luce della odierna interrogazione, le regioni e province Autonome saranno tenute ad organizzare le attività di sorveglianza e monitoraggio anche presso le Residenze Sanitarie Assistite e le altre strutture residenziali.
  Il Ministero della salute, con la recente Circolare n. 11408 del 1o giugno 2020, ha diramato le «Linee di indirizzo per la progressiva riattivazione delle attività programmate considerate differibili in corso di emergenza da COVID-19», finalizzate alla ripresa, in sicurezza, della erogazione dei servizi socio-sanitari negli ambiti di livelli essenziali di assistenza.
  Da ultimo, si ricorda che il Ministro della salute ha disposto l'attivazione di una «task force» per verificare in maniera puntuale quanto è realmente occorso in talune RSA del nostro Paese al fine di accertare la corretta applicazione delle linee guida adottate per garantire la prevenzione del contagio. Tali verifiche sono ancora in corso.
  Da ultimo, come diffusamente rammentato dall'Onorevole interrogante, anche l'istituto superiore di sanità ha avviato una indagine «Survey» per monitorare le modalità di gestione delle RSA nella fase emergenziale, al fine di fornire raccomandazioni finalizzate a sviluppare iniziative di formazione per la prevenzione e il controllo della infezione da SARS COV-2.
  Il medesimo Istituto ha avviato lo sviluppo di una procedura per il monitoraggio della diffusione del virus nelle strutture residenziali in accordo con la circolare del Ministero della salute del 29 aprile 2020.
  I risultati delle verifiche in corso e le valutazioni dell'istituto Superiore di Sanità costituiranno un ulteriore contributo per adeguare e migliorare le procedure di sicurezza per la popolazione anziana e per tutto il personale delle strutture di ricovero assistenziale.