ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03697

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 313 del 27/02/2020
Firmatari
Primo firmatario: MURONI ROSSELLA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 27/02/2020


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 27/02/2020
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 27/02/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03697
presentato da
MURONI Rossella
testo di
Giovedì 27 febbraio 2020, seduta n. 313

   MURONI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   la provincia di Trento ha annunciato che, ai primi di marzo 2020, la galleria di 11 chilometri che collega Mori a Torbole, realizzata negli anni Cinquanta per scaricare l'acqua dell'Adige nel Garda quando il fiume è in piena, verrà riaperta per «effettuare prove di scarico e tenuta delle paratoie»;

   le attività inizieranno il 2 marzo 2020 per terminare il 6 marzo, periodo in cui è istituito il divieto di navigazione in corrispondenza dello sbocco della galleria, per un raggio di 200 metri. L'apertura delle paratoie, fa sapere Trento, «comporterà uno scarico di circa 50 metri cubi al secondo d'acqua mista a limi e sabbie»;

   a tal proposito, si ricorda che a fine ottobre 2018, a causa della tempesta Vaia e di un'ondata di maltempo che flagellarono il nord Italia, in meno di 20 ore di apertura delle paratie si scaricarono nel lago di Garda di 17 milioni di metri cubi d'acqua dell'Adige;

   già a novembre 2018, poco dopo la riapertura dello scolmatore, era stato sollevato il problema della qualità delle acque, limacciose e zeppe di detriti, che erano state immesse nel lago di Garda; dalle analisi successive non si era rilevato un problema di inquinamento, a quanto era stato reso noto, ma l'acqua era rimasta torbida e color marrone per diverse settimane in un'area di diversi chilometri tra Torbole, Riva e Malcesine;

   si tratta di un approccio anacronistico, basato su regolamenti da rivedere. Il lago non è il corpo recettore del sistema di collettazione e depurazione e non può tollerare che venga immessa acqua dell'Adige con leggerezza;

   se passa l'idea che, in caso di piena, si scarica sempre nel Garda, ci si dovrà preparare a periodiche annuali inondazioni con le acque dell'Adige, tenendo conto che il cambio climatico, purtroppo, non è un'invenzione degli ambientalisti;

   il lago è un bene comune che va salvaguardato anche come risorsa fondamentale per l'economia dell'intero ambito lacustre. Secondo uno studio del 2013 della camera di commercio di Verona il valore indotto dalle attività legate al turismo supera il miliardo di euro l'anno –:

   se sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e se non intenda promuovere, per quanto di competenza, un tavolo tecnico, coinvolgendo l'Autorità di bacino e tutte le istituzioni competenti, per valutare se sussistono i presupposti per rinviare o fermare l'apertura dello scolmatore e individuare e realizzare delle soluzioni diverse nel bacino dell'Adige per evitare in futuro di aprire lo scarico verso il lago ed evitare eventuali danni ambientali a un importante ecosistema, quale quello del lago di Garda e del fiume Adige.
(5-03697)