Legislatura: 18Seduta di annuncio: 299 del 04/02/2020
Primo firmatario: CECCANTI STEFANO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 04/02/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma SENSI FILIPPO PARTITO DEMOCRATICO 04/02/2020 FIANO EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 04/02/2020 DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 04/02/2020 POLLASTRINI BARBARA PARTITO DEMOCRATICO 04/02/2020 RACITI FAUSTO PARTITO DEMOCRATICO 04/02/2020 VISCOMI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 04/02/2020 FRAGOMELI GIAN MARIO PARTITO DEMOCRATICO 04/02/2020
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 04/02/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 05/02/2020 Resoconto SENSI FILIPPO PARTITO DEMOCRATICO RISPOSTA GOVERNO 05/02/2020 Resoconto SIBILIA CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO) REPLICA 05/02/2020 Resoconto SENSI FILIPPO PARTITO DEMOCRATICO
DISCUSSIONE IL 05/02/2020
SVOLTO IL 05/02/2020
CONCLUSO IL 05/02/2020
CECCANTI, SENSI, FIANO, DE MARIA, POLLASTRINI, RACITI, VISCOMI e FRAGOMELI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
secondo un'inchiesta del quotidiano New York Times, del 18 gennaio 2020 le forze dell'ordine, dalla polizia locale in Florida all'Fbi al dipartimento per la sicurezza interna, farebbero uso di una «app» per il riconoscimento facciale, ideata da una piccola azienda, Clearview Al. «Fai una foto a una persona, la carichi e vedi le foto pubbliche di quella persona, insieme ai link a dove sono apparse quelle foto». Il sistema si baserebbe su un database di oltre tre miliardi di immagini che l'azienda afferma di aver «raschiato» da Facebook, YouTube e milioni di altri siti Web. Le forze dell'ordine federali e statali hanno usato la sua «app» per risolvere diverse indagini riguardanti furto di identità, frode con carta di credito, omicidi e i casi di sfruttamento sessuale dei minori;
secondo l'autrice dell'articolo Kashmir Hill, la tecnologia che identifica facilmente tutti in base al proprio viso è stata, fino a poco tempo fa, un tabù per le aziende tecnologiche a causa della «radicale erosione» della privacy, che comporta;
«Clearview» ha concesso in licenza l’«app» ad alcune aziende per motivi di sicurezza;
il sistema di riconoscimento facciale da parte delle forze di polizia è utilizzato anche in Italia, almeno dal 2018;
il sistema automatico di riconoscimento delle immagini (S.a.r.i.) sarebbe, ad esempio, in grado di identificare un soggetto ignoto, confrontandone il volto con un database di milioni di profili. Il S.a.r.i. consente di effettuare ricerche nella banca dati Sistema automatizzato di identificazione delle impronte (A.f.i.s.): in pratica inserendo in S.a.r.i. la fotografia di un sospettato, il sistema andrebbe a cercare i fotosegnalati che gli somigliano e che erano stati precedentemente inseriti nel database A.f.i.s.;
la questione del riconoscimento facciale solleva rilevanti questioni attinenti alla tutela della riservatezza e al trattamento dei dati sensibili; non a caso, come anticipato dalla stampa e sulla base di un white paper che sta circolando, l'Unione europea starebbe considerando di mettere al bando il riconoscimento facciale nei luoghi pubblici per un massimo di 5 anni –:
se le forze di polizia e di sicurezza italiane utilizzino il software in questione o tecnologie o software simili a quelli citati in premessa e, in caso affermativo, quanti siano i cittadini i cui dati sono presenti nel sistema e quante le persone — delle forze di polizia e di sicurezza ovvero non appartenenti ad esse — che ad esso possono avere accesso diretto o indiretto.
(5-03482)
Signor Presidente, onorevoli Deputati.
In relazione alla tematica richiamata con l'odierno atto di sindacato ispettivo, gli onorevoli interroganti hanno posto l'attenzione sull'utilizzo da parte delle Forze di polizia di software o particolari tecnologie in grado di realizzare un sistema automatico di riconoscimento facciale.
Al riguardo, evidenzio che il Sistema Automatico di Riconoscimento Immagini (S.A.R.I. Enterprise), a cui si fa espresso riferimento nell'interrogazione, è gestito dalla Polizia di Stato.
Tale sistema consente di risalire all'identità di un individuo mediante il confronto di volti su una lista di candidati, selezionati dal sistema tra tutte le foto segnaletiche presenti nella banca dati AFIS (Automated Fingerprint Identification System).
Nella banca dati AFIS sono presenti, attualmente, 17.592.769 cartellini fotosegnaletici, acquisiti a norma di legge, corrispondenti a 9.882.490 individui diversi, di cui 2.090.064 si riferiscono a cittadini italiani.
Viceversa, il Sistema Automatico di Riconoscimento Immagini (S.A.R.I.), essendo un software e non una banca dati, non contiene alcun dato.
In relazione alle immagini utilizzate per effettuare le ricerche con il SARI, si precisa che le stesse sono:
acquisite dagli uffici di polizia operanti nell'ambito di indagini relative ad un procedimento penale;
trasmesse dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale nell'alveo delle attività di specifica competenza.
Il citato software è utilizzabile esclusivamente da parte di operatori appartenenti alla Polizia di Stato e all'Arma dei Carabinieri, previa formazione e abilitazione al suo impiego.