ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03438

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 294 del 28/01/2020
Firmatari
Primo firmatario: DE LUCA PIERO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 28/01/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERLINGHIERI MARINA PARTITO DEMOCRATICO 28/01/2020
INCERTI ANTONELLA PARTITO DEMOCRATICO 28/01/2020
ROTTA ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO 28/01/2020
SENSI FILIPPO PARTITO DEMOCRATICO 28/01/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XIV COMMISSIONE (POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI delegato in data 28/01/2020
Stato iter:
29/01/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 29/01/2020
Resoconto DE LUCA PIERO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 29/01/2020
Resoconto AGEA LAURA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 29/01/2020
Resoconto DE LUCA PIERO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 29/01/2020

SVOLTO IL 29/01/2020

CONCLUSO IL 29/01/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03438
presentato da
DE LUCA Piero
testo di
Martedì 28 gennaio 2020, seduta n. 294

   DE LUCA, BERLINGHIERI, INCERTI, ROTTA e SENSI. — Al Ministro per gli affari europei. — Per sapere – premesso che:

   il Consiglio europeo ha approvato il 12 dicembre 2019 l'obiettivo di realizzare un'Unione a impatto climatico zero entro il 2050, in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi;

   il 14 gennaio 2020 è stato presentato un piano di investimenti per il Green deal europeo, attraverso la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio 2020/0006 che, secondo la Commissione, costituirà la strategia per la crescita europea di lungo periodo e che si pone l'obiettivo di investire 1.000 miliardi di euro nel corso del prossimo decennio;

   in tale contesto, è stata presentata la proposta di costituire un «Fondo per una giusta transizione» con cui mettere a disposizione risorse per garantire che la progressiva trasformazione dell'attuale modello industriale verso un'economia climaticamente neutra entro il 2050 avvenga in modo equo e attutendo gli inevitabili impatti sociali, economici e occupazionali che si genereranno. A tal fine, il fondo sosterrà la trasformazione dei processi industriali necessari per il successo della transizione energetica e promuoverà la diversificazione economica dei territori maggiormente colpiti «a causa della loro dipendenza dai combustibili fossili, compresi il carbone, la torba e lo scisto bituminoso, o da processi industriali ad alta intensità di gas a effetto serra»;

   il meccanismo per una transizione giusta dovrebbe integrare le altre azioni del prossimo quadro finanziario pluriennale per il periodo dal 2021 al 2027;

   da molteplici anticipazioni di stampa, che hanno sollevato non poche polemiche, risulterebbe prevista per l'Italia un'allocazione di risorse pari a 364 milioni di euro, a fronte di un contributo netto pari a circa 600 milioni di euro, che dovrà, tuttavia, attivare un finanziamento totale con il finanziamento nazionale pari a 1.301 milioni e investimenti totali stimati attivati dal «Green deal» pari a 4.868 milioni, equivalenti a una intensità dell'aiuto calcolato pari a 6 euro per abitante;

   appare necessaria una dettagliata illustrazione dell'architettura del Just Transition Fund, delle logiche di co-finanziamento pubblico-private e relativo effetto-leva che ci si attende venga generato, anche attraverso il cosiddetto strumento InvestEU, nonché dal ruolo che in tale strategia verrà assegnato alla Banca europea degli investimenti-Bei –:

   quale impatto assumerebbe la dotazione finanziaria riservata al meccanismo per una transizione giusta in relazione all'ammontare complessivo del bilancio dell'Unione europea oggetto di negoziato e quali benefici ci si attende possano derivare per il nostro Paese dall'attuazione di tale meccanismo in termini di sviluppo economico, incremento occupazionale, nonché impatto sociale e ambientale, anche in relazione al contributo nazionale sopra citato.
(5-03438)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 29 gennaio 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione XIV (Unione europea)
5-03438

  Ringrazio l'On De Luca e gli altri On.li interroganti che mi consentono, in questa occasione, di fare chiarezza sull’European Green Deal e soprattutto sul suo funzionamento finanziario, tema sul quale sono state lette nelle ultime settimane alcune inesattezze.
  Permettetemi, innanzitutto, di sottolineare come l'Italia arriva a questo appuntamento con le carte in regola e con risultati d'eccellenza in tema di decarbonizzazione, energie rinnovabili e modernizzazione dell'agricoltura. Il Governo ha avanzato delle proposte riassunte in un non paper su cinque aree prioritarie: il cambiamento climatico, la transizione industriale e sociale, gli strumenti di finanziamento, la biodiversità e l'agricoltura. Si tratta di proposte su cui è ancora in corso un approfondimento in dialogo con diverse Amministrazioni e che verranno portate alla valutazione del CIAE del prossimo 14 febbraio.
  Secondo le prime previsioni ed elaborazioni fornite dalla Commissione, il «Piano di investimenti per un'Europa sostenibile» vuole mobilitare 1.000 miliardi di euro in 10 anni:
   circa 500 miliardi sarebbero riconducibili al bilancio europeo, re-indirizzando gli investimenti generati da fondi già esistenti;
   circa 280 miliardi deriverebbero da fondi pubblici e privati mobilitati, grazie alla garanzia sul bilancio UE, attraverso la Banca Europea per gli Investimenti e il Programma InvestEU;
   circa 114 miliardi di euro proverrebbero dal contributo di cofinanziamento nazionale;
   ulteriori risorse proverranno dai proventi dell’Emission trading system (ETS), per un totale di circa 25 miliardi;
   100 miliardi dal Just Transition Mechanism.

  È una vera e propria architettura pensata in un'ottica di cambiamento del paradigma economico, sociale e industriale.
  La Banca europea degli investimenti, destinata a diventare Banca del clima europea, incrementerà progressivamente gli investimenti con finalità climatiche e ambientali fino al 50 per cento entro il 2025. Un aspetto fondamentale riguarderà la definizione di investimenti sostenibili.
  InvestEU agirà da garante per l'accesso al credito per investimenti verdi e servirà a coprire parzialmente il rischio di operazioni di finanziamento e di investimento.
  Se il piano di investimenti per un'Europa sostenibile è finalizzato a sostenere il Green Deal nel suo complesso, il meccanismo per una transizione giusta (Just Transition Mechanism) è stato pensato per sostenere le aree economicamente e socialmente più vulnerabili perché dipendenti dallo sfruttamento di fonti fossili o da processi industriali intensivi responsabili di alte emissioni di carbonio. La sua dotazione finanziaria sarà di 100 miliardi di euro nel periodo 2021-2027 e si fonda su 3 pilastri:
   il Just Transition Fund di 7,5 mld voce ad hoc del bilancio europeo;
   uno schema dedicato sotto il programma InvestEU, per mobilitare investimenti per un massimo di 45 miliardi di euro;
   una facility BEI per il settore pubblico, per mobilitare investimenti compresi tra 25 e 30 miliardi di euro.

  Concentrandoci sul Just Transition Fund, il percorso è appena iniziato, ed in particolare, un aspetto delicato è quello relativo alle chiavi di allocazione delle risorse. Queste chiavi includono una serie di criteri (livello emissioni, occupazione nel settore colpito dalla transizione, PIL pro capite) ai quali si applicano dei meccanismi di capping: nessuno Stato membro riceverà più di 2 miliardi di euro e l'allocazione per Stato membro dovrà comunque risultare in un'intensità dell'aiuto pro-capite pari ad almeno 6 euro.
  Queste allocazioni devono però essere lette all'interno del Meccanismo di Transizione che ci permetterà di mobilitare, grazie al co-finanziamento e alla sinergia con le risorse dei fondi strutturali, investimenti pubblici e privati per oltre 4,8 miliardi.
  Ricordiamoci inoltre che per accedere a questo meccanismo, gli Stati presenteranno alla Commissione europea Piani territoriali per la giusta transizione, che saranno lo strumento perfetto per una sintesi che parte dal territorio con i Piani Nazionali Energia e Clima.
  Il Meccanismo di Transizione deve essere visto come un'opportunità di crescita economica di livello europeo soprattutto per quelle aziende italiane che sapranno cogliere le opportunità di investimento in quelle regioni italiane destinatarie delle risorse per la riconversione sostenibile.
  È una sfida che siamo perfettamente in grado di realizzare.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

impatto sociale

conseguenza economica

prototipo