ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03118

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 257 del 12/11/2019
Firmatari
Primo firmatario: IEZZI IGOR GIANCARLO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 12/11/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BORDONALI SIMONA LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2019
MOLTENI NICOLA LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2019


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 12/11/2019
Stato iter:
13/11/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/11/2019
Resoconto IEZZI IGOR GIANCARLO LEGA - SALVINI PREMIER
 
RISPOSTA GOVERNO 13/11/2019
Resoconto MAURI MATTEO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
REPLICA 13/11/2019
Resoconto IEZZI IGOR GIANCARLO LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/11/2019

SVOLTO IL 13/11/2019

CONCLUSO IL 13/11/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03118
presentato da
IEZZI Igor Giancarlo
testo di
Martedì 12 novembre 2019, seduta n. 257

   IEZZI, BORDONALI e MOLTENI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   a seguito della progressiva riduzione degli immigrati presenti nel sistema di accoglienza, nel dicembre 2018 è stato chiuso il Cas (Centro di accoglienza straordinario) di via Corelli, a Milano, al fine di procedere alla sua ristrutturazione e conversione in un Cpr (Centro di permanenza per i rimpatri);

   difatti, il numero complessivo degli immigrati ospitati nei diversi centri di accoglienza è passato da 183.681 nel 2017 a 98.074 nel 2019 grazie alle misure adottate dal precedente Ministro dell'interno che hanno portato ad una drastica riduzione degli arrivi via mare, passati da 119.369 registrati ancora nel 2017 a 23.370 nel 2018, con un costante trend decrescente fino al mese di agosto 2019;

   in origine il centro di via Corelli era già stato istituito come centro d'identificazione ed espulsione (Cie); tuttavia, dopo i gravi atti vandalici degli immigrati irregolari, ivi trattenuti in attesa di rimpatrio, che devastarono la struttura nel 2014 e la sua conseguente chiusura, era stato successivamente riconvertito in Cas, a causa dell'aumento allora degli sbarchi sulle coste italiane per effetto delle politiche dei precedenti Governi;

   nonostante i lavori di ristrutturazione del centro di via Corelli per la sua conversione in Cpr risultino ultimati già da settembre 2019, tuttavia ad oggi lo stesso non risulta ancora operativo;

   nel rapporto sull'immigrazione in Lombardia del 2018 secondo i dati di Polis, a Milano sarebbero presenti 48.900 stranieri irregolari «la cui crescita (+8,6 per cento) – quand'anche più ridotta rispetto al +12,9 per cento osservato nel 2016 – può ritenersi fortemente alimentata dal flusso degli arrivi non autorizzati lungo le coste italiane, ancora particolarmente intensi nella prima metà del 2017»;

   anche i più recenti e gravissimi fatti di cronaca avvenuti a Milano ad opera di extracomunitari clandestini riportati dalla stampa nazionale, nonché l'esasperazione dei cittadini milanesi, in particolare nei quartieri periferici, confermano la necessità di provvedere alla immediata realizzazione in città di un centro di permanenza per i rimpatri, ove trattenere gli immigrati irregolari, al fine di avviare efficacemente le procedure per il loro rimpatrio nei Paesi di origine;

   invece, il sindaco di Milano si è detto contrario e ha recentemente ribadito che la struttura di via Corelli «non diventerà un centro di detenzione» per migranti –:

   quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato in merito al centro di via Corelli a Milano e quali siano i motivi per cui al momento non risulta ancora operativo.
(5-03118)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 13 novembre 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione I (Affari costituzionali)
5-03118

Signor Presidente, On.li Deputati,

  prima di entrare nel merito della questione posta dagli Onorevoli interroganti credo sia opportuno premettere, su un piano generale, che il carattere strutturale delle migrazioni impone un approccio politico rivolto in più direzioni, e ciò al fine di poter governare la complessità del fenomeno, contenendo i flussi ed individuando le soluzioni alle varie problematiche che dallo stesso conseguono.
  In tal senso, occorre coniugare il necessario rigore contro lo sfruttamento dei migranti ed il traffico di esseri umani, con il rispetto dei diritti fondamentali e dei principi di solidarietà che sono alla base della costruzione e dell'integrazione europea.
  Accanto ad efficaci politiche interne per l'accoglienza, necessarie a garantire i percorsi di effettiva integrazione per coloro per i quali sia stata accertata la sussistenza dei motivi posti a base della protezione internazionale, è altresì essenziale sostenere l'azione volta a stroncare i traffici criminali legati alla tratta degli esseri umani.
  Vorrei anche sottolineare che il trend decrescente dell'andamento degli arrivi via mare, consolidato nel 2019, ha preso avvio con la drastica riduzione già evidenziatasi dalla seconda metà del 2017.
  A tal proposito, vi informo che i dati aggiornati del mese di novembre, fino ad oggi, registrano una consistente riduzione del numero delle persone che sono sbarcate sulle nostre coste che passa da 487 dell'analogo periodo del 2018 a 294, con una riduzione del 40 per cento circa.
  Ma una politica migratoria efficace e credibile necessita anche di un rapido rimpatrio di coloro che non hanno diritto a rimanere in Europa, fermo restando il rispetto dei diritti umani e del principio di non respingimento.
  Negli ultimi due mesi il Ministero dell'interno si è attivato per intensificare i rimpatri. Ad ottobre sono sbarcati sul territorio italiano 379 tunisini. Di questi ne sono stati rimpatriati 138, che, unitamente ad altri 105 sbarcati in precedenza, porta il numero dei rimpatri verso la Tunisia, nel solo mese di ottobre a 243 unità, pari ad una percentuale del 60 per cento degli stessi sbarcati.
  Sulle azioni collegate ai rimpatri sarà sollecitata anche una più intensa azione della Commissione Europea, sia per la negoziazione di nuovi accordi di riammissione che per l'implementazione di quelli già in vigore.
  Quanto sin qui illustrato conferma che il sistema di controllo delle frontiere, nonché quello per la prevenzione e il contrasto dell'immigrazione illegale, continua ad essere efficace ed efficiente e si avvale di 7 centri di permanenza per i rimpatri (Bari, Brindisi, Caltanissetta, Roma, Torino, Potenza e Trapani), ove alla data del 7 novembre, risultavano presenti 600 migranti che, ricordo, possono essere trattenuti fino a 180 giorni.
  Tali centri di permanenza, come indica l'articolo 19 del decreto-legge del 17 febbraio 2017, n. 13, sono da collocare in aree esterne ai centri urbani, con una capienza limitata e devono garantire condizioni di trattenimento che assicurino l'assoluto rispetto della dignità della persona.
  Nei prossimi mesi si prevede di attivare sul territorio nazionale Centri di permanenza e rimpatrio per una disponibilità complessiva di oltre 300 posti. Sono state anche avviate le attività per la realizzazione di altre strutture per un totale di 160 posti.
  Per quanto riguarda la struttura sita in Via Corelli a Milano, ricordo come la stessa, in precedenza destinata a centro di identificazione ed espulsione, nell'ottobre 2014 ha assunto temporaneamente le funzioni di centro di accoglienza per richiedenti asilo.
  Alla luce della esigenza di ampliare la rete dei Centri di Permanenza e Rimpatri (CPR) su tutto il territorio nazionale, come previsto dal citato articolo 19 del decreto-legge n. 13 del 2017, è stata valutata l'opportunità di ripristinare le funzioni dell'ex CIE.
  Per la riqualificazione e il ripristino della funzionalità generale del Centro, è stato stipulato un accordo tecnico tra i Ministeri dell'interno e della difesa. Il 1o Reparto Genio dell'Aeronautica Militare ha redatto il relativo progetto, che è ancora in fase di esecuzione da parte del 27o Gruppo Genio Campale, in ragione del fatto che sono stati aggiunti ulteriori interventi, ancora in corso d'opera (ampliamento delle recinzioni, illuminazione perimetrale, ripristino rete antincendio, impianto di videosorveglianza e altro). Al termine dei lavori seguiranno le fasi di collaudo amministrativo e di allestimento.
  Per quanto riguarda la gestione del Centro, la Prefettura di Milano ha già avviato le relative procedure di gara.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

migrazione illegale

migrante

espulsione