ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02895

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 237 del 11/10/2019
Firmatari
Primo firmatario: SURIANO SIMONA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/10/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
EHM YANA CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2019
ROMANIELLO CRISTIAN MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2019
DE CARLO SABRINA MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2019


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 11/10/2019
Stato iter:
05/02/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/02/2020
Resoconto MERLO RICARDO ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 05/02/2020
Resoconto SURIANO SIMONA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 11/10/2019

DISCUSSIONE IL 05/02/2020

SVOLTO IL 05/02/2020

CONCLUSO IL 05/02/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02895
presentato da
SURIANO Simona
testo di
Venerdì 11 ottobre 2019, seduta n. 237

   SURIANO, EHM, ROMANIELLO e SABRINA DE CARLO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   durante la scorsa settimana l'Iraq è tornato ad essere teatro di proteste, soprattutto giovani scesi in piazza per protestare contro il carovita e la corruzione: chiedono onestà, lavoro e servizi di base come acqua e corrente elettrica. Allo stato attuale, in tutto il Paese si registrano un forte tasso di disoccupazione giovanile, il malfunzionamento dei servizi pubblici e uno stato endemico di corruzione. L'Iraq ha la quarta più grande riserva di petrolio al mondo, ma già nel 2014 la Banca mondiale segnalava che il 22,5 per cento dei suoi 40 milioni di popolazione vive con meno di due dollari. Il tasso di disoccupazione giovanile nel 2018 ammonta a più del 20 per cento, considerato che metà della popolazione irachena ha meno di 20 anni;

   le proteste hanno spinto il Governo di Adil Abdul-Mahdi ad attuare una dura repressione, utilizzando la polizia in assetto antisommossa e l'esercito nella capitale e nelle città del sud, nonostante lo stesso premier riconosca ufficialmente la legittimità delle proteste. Negli scontri hanno trovato la morte un centinaio di persone, tra cui anche un bambino e due agenti di polizia. Secondo i primi rapporti di attivisti e organizzazioni per i diritti umani iracheni, confermati anche dal Ministro della sanità, fino alla giornata di domenica 6 ottobre 2019 si registravano 103 morti e 4035 feriti e l'utilizzo di cecchini per sparare sulla folla;

   inoltre, i manifestanti non hanno avuto modo di raccontare al mondo quello che è successo, perché il Governo ha dapprima bloccato Facebook e Twitter e poi applicato un totale «shut down» all'intera rete internet, di fatto isolando la popolazione. Un'azione che ovviamente ha infierito sul bisogno dei giovani protestanti di far conoscere al mondo le loro motivazioni;

   l'Iraq è un Paese politicamente debole, con diversi attori in lotta tra loro e un Governo che non riesce a garantire stabilità, ma che sulla lotta alla corruzione ha impostato la propria linea politica. Esiste ancora una componente legata al decapitato Stato islamico e che fa leva sulle disuguaglianze sociali per fare proselitismo. Ma anche partiti e milizie sostenuti dall'Iran che rappresentano un vero e proprio Stato nello Stato, in quanto corpo armato presente a livello istituzionale ed economico;

   nel frattempo, ha preso subito posizione il clero sciita attraverso l'ayatollah al Sistani, che ha appoggiato la protesta, e anche il leader dell'opposizione Moqtada al Sadr ha chiesto le dimissioni del Governo;

   un Iraq stabile rappresenta una possibilità per tutti di garantire che realtà come l'Is e Al-Qaida non abbiano terreno fertile per fare proselitismo –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Governo, in accordo con la comunità internazionale, affinché si possa avviare un'attività di monitoraggio e supporto alla popolazione e consentire un potenziamento delle istituzioni.
(5-02895)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 5 febbraio 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-02895

  Il Governo ha seguito con particolare attenzione i movimenti di protesta che, negli ultimi mesi dello scorso anno, hanno interessato la capitale irachena e le principali città del Paese. Fin dall'inizio, abbiamo associato la nostra voce agli appelli, provenienti da più parti, alla moderazione, condannando le violenze contro i manifestanti e ribadendo il diritto della popolazione a protestare pacificamente.
  Anche nel quadro dell'Unione Europea (sia a livello locale a Baghdad, che attraverso prese di posizione a Bruxelles), unanime è stata la richiesta di porre fine alle violenze, di fare luce sulle stesse e assicurare i colpevoli alla giustizia.
  A fronte di crescenti richieste di cambiamento, di maggiore democrazia e trasparenza e di autonomia da influenze di Paesi terzi, il Governo italiano considera indispensabile un rafforzamento delle istituzioni irachene, affinché siano in grado di fornire risposte soddisfacenti alle aspirazioni della popolazione. In tal senso, continuiamo a investire – sia politicamente, sia avvalendoci degli strumenti di cooperazione allo sviluppo – nella ricostruzione del Paese, nella stabilizzazione e nel rafforzamento delle Istituzioni. Ricordo, al riguardo, che dal 2005 ad oggi, la Cooperazione Italiana ha investito oltre 300 milioni di euro a favore dell'Iraq, ripartiti fra doni e crediti d'aiuto, finanziando iniziative in svariati settori (fra cui il supporto alla governance, lo sviluppo economico e rurale, la salute, la tutela dei gruppi vulnerabili e delle minoranze religiose). Inoltre, per l'anno in corso, l'Iraq è stato identificato fra i Paesi cosiddetti «prioritari» per le attività di cooperazione allo sviluppo.
  La volontà del Governo di accompagnare l'Iraq nel suo percorso di riabilitazione economica e politica è stata confermata in occasione dei colloqui intrattenuti a Roma (il 24-25 gennaio scorsi) dal Presidente della Repubblica iracheno Salih, che ha incontrato anche il Presidente del Consiglio Conte e il Ministro degli Esteri Di Maio.
  Al di là della preoccupazione per gli sviluppi sul terreno e dell'attenzione alla sicurezza dei nostri militari di stanza in Iraq – aspetti sui quali il Parlamento è stato informato nei giorni scorsi nelle audizioni del Ministro della Difesa Guerini e nelle comunicazioni del Ministro Di Maio – al Presidente Salih è stata ribadita l'importanza di assicurare istituzioni governative in grado di rispondere adeguatamente alle legittime aspettative dei cittadini iracheni.
  L'Italia ritiene fondamentale continuare a lavorare per la stabilizzazione del Paese, funzionale al suo sviluppo e alla sua crescita. Intendiamo in particolare perseverare nel contrasto a Daesh, continuando a partecipare alle attività della Coalizione Internazionale. L'Italia ospiterà la riunione plenaria della Coalizione a livello ministeriale nella prossima primavera. Abbiamo fornito un contributo molto qualificato in materia di formazione delle forze di sicurezza in Iraq. Ricordo infine, a ulteriore dimostrazione del nostro impegno in Iraq, che siamo i secondi contributori di truppe della Coalizione dopo gli USA e abbiamo allocato 11,8 milioni di euro sul Fondo dell'UNDP per la stabilizzazione immediata.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

lotta contro la criminalita'

moralita' della vita economica