ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02831

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 233 del 07/10/2019
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/03731
Abbinamenti
Atto 5/02827 abbinato in data 08/10/2019
Firmatari
Primo firmatario: DI MURO FLAVIO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 07/10/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VIVIANI LORENZO LEGA - SALVINI PREMIER 07/10/2019
ZOFFILI EUGENIO LEGA - SALVINI PREMIER 07/10/2019
FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER 07/10/2019
BILLI SIMONE LEGA - SALVINI PREMIER 07/10/2019
COMENCINI VITO LEGA - SALVINI PREMIER 07/10/2019
GRIMOLDI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER 07/10/2019
PICCHI GUGLIELMO LEGA - SALVINI PREMIER 07/10/2019
RIBOLLA ALBERTO LEGA - SALVINI PREMIER 07/10/2019


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 07/10/2019
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 07/10/2019
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 08/10/2019
Stato iter:
08/10/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/10/2019
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 08/10/2019
Resoconto VIVIANI LORENZO LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 07/10/2019

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 08/10/2019

DISCUSSIONE IL 08/10/2019

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 08/10/2019

SVOLTO IL 08/10/2019

CONCLUSO IL 08/10/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02831
presentato da
DI MURO Flavio
testo di
Lunedì 7 ottobre 2019, seduta n. 233

   DI MURO, VIVIANI, ZOFFILI, FORMENTINI, BILLI, COMENCINI, GRIMOLDI, PICCHI e RIBOLLA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'Accordo sulla delimitazione delle aree marittime di rispettiva giurisdizione tra la Francia e l'Italia, firmato il 21 marzo 2015 a Caen, non è in vigore in quanto non ratificato dall'Italia;

   l'Accordo di Caen, sottoscritto dall'allora Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni, è stato osteggiato sin dall'inizio in modo particolare dai pescatori liguri, sardi e toscani che si vedrebbero scippate le risorse ittiche che cadrebbero sotto la giurisdizione francese;

   su tale Accordo e sulle sue conseguenze sono stati presentati numerosi atti di sindacato ispettivo, sia alla Camera che al Senato, soprattutto nella scorsa legislatura;

   in data 4 febbraio 2016 il Governo all'epoca in carica rispondeva, alla Camera, ad una interrogazione riguardante le circostanze che avevano portato al sequestro di un peschereccio italiano da parte della Francia, riportando come i francesi avessero chiesto scusa perché la dogana francese aveva contestato per errore il mancato rispetto del trattato del 21 marzo 2015, che appunto non era ancora in vigore; nella risposta a tale interrogazione si ricordava inoltre che, da parte italiana, al negoziato avevano partecipato, ognuno per la propria parte di competenza specifica, i Ministeri dell'ambiente per gli aspetti di protezione ambientale, della difesa per gli aspetti di sicurezza, dello sviluppo economico per la piattaforma continentale, delle infrastrutture e trasporti per gli aspetti di navigazione marittima, delle politiche agricole per le questioni legate alla pesca e dei beni culturali per gli aspetti di protezione di tali beni;

   il Governo pro tempore, in quella sede, segnalava inoltre come fossero in corso «approfondimenti da parte delle Amministrazioni competenti al termine dei quali sarà effettuata una valutazione globale sull'accordo del 2015, anche ai fini dell'eventuale avvio della procedura di ratifica parlamentare»;

   le forze politiche presenti in Parlamento e i Governi che si sono succeduti dal 2015, non hanno proceduto alla presentazione di un provvedimento di ratifica in quanto l'Accordo è profondamente osteggiato dai cittadini italiani che vedono nella sua implementazione un ulteriore cedimento alle pressioni francesi –:

   se il Governo sia al corrente dell'esito degli approfondimenti citati in premessa e quali siano le intenzioni al riguardo, nonché gli eventuali nuovi accordi che intende sottoscrivere con la Francia a proposito del confine marittimo con il nostro Paese, anche alla luce dei nuovi assetti creatisi con la nomina del componente italiano alla Commissione europea.
(5-02831)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 8 ottobre 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-02831

  Gli oltre 800 chilometri di aree marittime contigue o frontiste italiane e francesi nel Mar Ligure, nell'alto Tirreno (tra Corsica e arcipelago toscano), nel medio Tirreno e nel Mare di Sardegna non sono definiti da un accordo di delimitazione, salvo che per il segmento relativo alla delimitazione delle acque territoriali delle Bocche di Bonifacio (tra Sardegna e Corsica) che è oggetto di un Accordo bilaterale del 1986. In merito al confine delle acque territoriali tra Mentone e Ventimiglia, risale al 1892 un progetto di convenzione – mai tuttavia perfezionata – di definizione di zone di pesca nella Baia di Mentone. Prima dell'avvio, nel 2009, dei negoziati che hanno portato alla firma del Trattato di Caen, Parigi e Roma avevano proclamato in via unilaterale, rispettivamente una Zona Economica Esclusiva (che deriva da una precedente Zona di Protezione Ecologica) e una Zona di Protezione Ecologica, i cui limiti esterni tengono conto della linea di equidistanza tra coste opposte e coste adiacenti.
  L'istituzione di dette zone da parte francese ed italiana non ha mai dato adito a reciproche proteste od opposizioni.
  L'Accordo di Caen, firmato nel 2015, aveva pertanto l'obiettivo di riempire la lacuna normativa esistente, delimitando gli oltre 800 chilometri di spazi marini contigui e frontisti tra Italia e Francia, ricomprendendo anche l'accordo sulle Bocche di Bonifacio del 1986, nonché adeguando ed estendendo fino alle 12 miglia la linea inizialmente ipotizzata per la definizione delle zone di pesca nella Baia di Mentone (di cui al progetto del 1892) in conformità con i principi previsti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS). Durante il negoziato la controparte francese aveva tentato, senza successo, di mettere in discussione le linee di base adottate dall'Italia nel 1977 per collegare i punti cospicui esterni all'arcipelago toscano (assimilato ad acque interne). L'accettazione della posizione italiana – a termine di un prolungato dibattito – comportava un vantaggio per l'Italia nel calcolo della mediana tra Italia e Corsica.
  L'Accordo di Caen si limitava di fatto a trasporre nel Mediterraneo le disposizioni della UNCLOS e appariva, per la delimitazione tra Arcipelago toscano e Corsica, vantaggioso per l'Italia. In base ad esso, il confine marittimo – conforme quindi alla UNCLOS – avrebbe tuttavia determinato una deviazione di 178o, a vantaggio della Francia, della linea tradizionale relativa alle preesistenti zone di pesca tra Ventimiglia e Mentone, con assegnazione alla Francia di una porzione di mare territoriale particolarmente adatta alla pesca del gambero.
  Ad ogni modo, l'Accordo di Caen non è stato ratificato dall'Italia e non è mai entrato in vigore. Parigi ne ha quindi riconosciuto l'inapplicabilità in assenza di ratifica da parte italiana.
  Tanto premesso, il Governo non ha avviato l’iter di ratifica dell'Accordo di Caen.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

ratifica di accordo

sequestro di beni

infrastruttura dei trasporti