Legislatura: 18Seduta di annuncio: 231 del 02/10/2019
Primo firmatario: PIASTRA CARLO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 02/10/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma ANDREUZZA GIORGIA LEGA - SALVINI PREMIER 02/10/2019 CAVANDOLI LAURA LEGA - SALVINI PREMIER 02/10/2019 CESTARI EMANUELE LEGA - SALVINI PREMIER 02/10/2019 GOLINELLI GUGLIELMO LEGA - SALVINI PREMIER 02/10/2019 MORRONE JACOPO LEGA - SALVINI PREMIER 02/10/2019 MURELLI ELENA LEGA - SALVINI PREMIER 02/10/2019 RAFFAELLI ELENA LEGA - SALVINI PREMIER 02/10/2019 TOMASI MAURA LEGA - SALVINI PREMIER 02/10/2019 TOMBOLATO GIOVANNI BATTISTA LEGA - SALVINI PREMIER 02/10/2019 TONELLI GIANNI LEGA - SALVINI PREMIER 02/10/2019 VINCI GIANLUCA LEGA - SALVINI PREMIER 02/10/2019 ZOFFILI EUGENIO LEGA - SALVINI PREMIER 02/10/2019
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 02/10/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 03/10/2019 Resoconto MORRONE JACOPO LEGA - SALVINI PREMIER RISPOSTA GOVERNO 03/10/2019 Resoconto MANZELLA GIAN PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO) REPLICA 03/10/2019 Resoconto MORRONE JACOPO LEGA - SALVINI PREMIER
DISCUSSIONE IL 03/10/2019
SVOLTO IL 03/10/2019
CONCLUSO IL 03/10/2019
PIASTRA, ANDREUZZA, CAVANDOLI, CESTARI, GOLINELLI, MORRONE, MURELLI, RAFFAELLI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, VINCI e ZOFFILI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
l'olandese Shell e le francesi Total ed Edison, così come altre società internazionali, e l'italiana Eni hanno stanziato ingenti investimenti per l'estrazione di gas nel mare Adriatico;
come annunciato dal presidente Conte durante l'insediamento della nuova squadra di Governo, è intenzione del Governo bloccare tutte le concessioni estrattive;
come evidenziato dalla Roca, associazione ravennate dei contrattisti che operano nell'estrazione marittima degli idrocarburi, tale divieto porterà queste grandi aziende che operano nel settore dell'energia ad avviare opere di trivellazione in altri Paesi come la Grecia, sfruttando il giacimento di metano che si estende anche al di sotto delle nostre acque territoriali;
negli anni Novanta il settore estrattivo occupava, solo a Ravenna, oltre diecimila persone. Oggi ne impiega a malapena tremila, cui ne vanno aggiunte altrettante nell'indotto, con una previsione di riduzione di oltre duemila unità qualora il Governo non cambiasse la sua politica in materia estrattiva;
lentamente, dopo la perdita del know-how e delle professionalità nel settore della ricerca nucleare, della chimica di base, delle biotecnologie in cui l'Italia era leader negli anni passati si cederanno anche per l'attività estrattiva le nostre maestranze e le competenze tecnologiche all'estero dove le imprese italiane potranno ancora lavorare;
questa politica dei «no» da parte del Ministero dello sviluppo economico ha indirettamente portato anche all'annunciato aumento, dal mese di ottobre 2019, del 3,9 per cento delle tariffe del gas che ancora una volta graverà sui consumatori italiani, già tartassati dalle più alte bollette d'Europa e secondi solo agli svedesi;
l'aumento del costo finale del gas come spiegato dall’Authority è dovuto al rincaro della materia prima, causato dalla riduzione di produzione nei Paesi Bassi e alla dipendenza energetica italiana dall'importazione dall'Olanda –:
se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare a supporto delle aziende italiane che operano nel settore degli idrocarburi e a tutela dei consumatori italiani, «vessati» ancora una volta dai rincari delle materie prime e dalla nostra dipendenza energetica da altri Paesi, considerato che il persistere in questa politica, per gli interroganti suicida, di divieto di attività estrattive – come denunciato dalle imprese di Ravenna – finirà col favorire gli altri Paesi europei a discapito delle nostre aziende.
(5-02811)
L'interrogazione in discussione richiama l'attenzione sul settore dell'estrazione marittima di idrocarburi e sulle concessioni delle relative attività di prospezione e ricerca.
Come noto il decreto-legge Semplificazioni ha previsto l'approvazione, entro diciotto mesi dalla sua entrata in vigore, del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTESAI), che individuerà le aree ove è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale.
Nelle more dell'adozione del Piano, è stata la stessa normativa a sospendere i procedimenti relativi al conferimento di nuovi permessi di prospezione o di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi e dei permessi già in essere, fermo restando l'obbligo di messa in sicurezza dei siti interessati dalle stesse attività.
Non pare esserci, tuttavia, una diretta correlazione tra il citato intervento normativo – teso a definire un quadro capace di tenere insieme i valori di ambiente e sviluppo – e il recente andamento del prezzo del gas.
Come evidenziato dagli stessi interroganti, infatti, se la produzione nazionale di gas si sta riducendo, si tratta, tuttavia, di una tendenza di lungo termine che prosegue costantemente almeno da 15 anni. Basti pensare che nel 2004 la produzione nazionale era di 13 miliardi di mc di gas e nel 2018 non arrivava a 6 miliardi.
Anche per quel che concerne le tariffe, le oscillazioni del prezzo sono essenzialmente legate alle dinamiche internazionali dei prezzi, considerato che la quota di materia prima nazionale ha un peso complessivo ridotto, incapace di condizionare il prezzo finale. Prova ne è che i recenti aumenti del costo finale del gas sono dovuti a due fattori:
(i) il rincaro della materia prima causato dai cambiamenti avvenuti nel mercato del gas olandese;
(ii) la situazione delle infrastrutture di approvvigionamento tedesche che trasportano il gas dai mercati nord europei all'Italia, attraverso la Svizzera e che, da ottobre 2017 hanno ridotto la loro capacità per l'indisponibilità del 40 per cento del gasdotto di trasporto TENP, che approvvigiona il sistema italiano del gas naturale. Una situazione che influenza i costi di trasporto con effetti diretti sui prezzi all'ingrosso del nostro mercato.
Su entrambe queste azioni, il Ministero dello sviluppo economico ha avviato apposite azioni in sede europea.
Quanto all'asserita presenza di idrocarburi sulla linea di confine tra l'Italia e la Grecia nel Mar Jonio, si coglie l'occasione per informare che si tratta, allo stato, di ipotesi di studio e non già, come sembra evincersi dall'interrogazione, di giacimenti attualmente sfruttati.
Conclusioni
Così ricostruito lo specifico contesto, colgo l'occasione per confermare che l'orientamento della politica energetica del Governo è orientata a obiettivi di sicurezza, competitività, sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica. In questo senso le azioni contenute nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, insieme alle azioni delineate nel Documento di economia e finanza, che troveranno attuazione nella nuova legge di bilancio, sono volte a:
1) ridurre in modo strutturale la dipendenza da fonti fossili di importazione;
2) valorizzare le energie rinnovabili;
3) realizzare le infrastrutture energetiche necessarie ad ampliare i mercati, anche in materia di gas e GNL, puntando sull'innovazione in tutti i settori di uso dell'energia.
Nell'ambito di queste finalità strategiche – come precisato dal Ministro Patuanelli – specifica attenzione sarà attribuita alla questione della riduzione delle tariffe.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):trivellazione in mare
indipendenza energetica
protezione del consumatore