ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02663

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 219 del 31/07/2019
Firmatari
Primo firmatario: UNGARO MASSIMO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 31/07/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FREGOLENT SILVIA PARTITO DEMOCRATICO 31/07/2019
FRAGOMELI GIAN MARIO PARTITO DEMOCRATICO 31/07/2019
COLANINNO MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 31/07/2019
DEL BARBA MAURO PARTITO DEMOCRATICO 31/07/2019
LIBRANDI GIANFRANCO PARTITO DEMOCRATICO 31/07/2019
MANCINI CLAUDIO PARTITO DEMOCRATICO 31/07/2019
TOPO RAFFAELE PARTITO DEMOCRATICO 31/07/2019


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 31/07/2019
Stato iter:
01/08/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 01/08/2019
Resoconto UNGARO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 01/08/2019
Resoconto VILLAROSA ALESSIO MATTIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 01/08/2019
Resoconto UNGARO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 01/08/2019

SVOLTO IL 01/08/2019

CONCLUSO IL 01/08/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02663
presentato da
UNGARO Massimo
testo di
Mercoledì 31 luglio 2019, seduta n. 219

   UNGARO, FREGOLENT, FRAGOMELI, COLANINNO, DEL BARBA, LIBRANDI, MANCINI e TOPO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   per effetto delle modifiche introdotte dalla legge di bilancio 2019, e per effetto dell'emanazione del decreto 30 aprile 2019, la raccolta dei nuovi Pir, i Piani individuali di risparmio varati con la legge di bilancio 2017, deve essere dedicata per almeno il 3,5 per cento a piccole e medie imprese quotate sull'Aim e per almeno il 3,5 per cento nel venture capital;

   è stabilito altresì che i Pir potranno investire in piccole e medie imprese sotto determinate condizioni vincolanti: con un fatturato annuo che non superi i 50 milioni di euro e/o il cui totale di bilancio annuo non sia superiore a 43 milioni di euro; che occupano meno di 250 persone; che non siano attive sui mercati da oltre sette anni, che non siano quotate all'interno dei mercati finanziari regolamentati e non abbiano goduto da terzi di oltre 15 milioni di risorse finanziarie;

   come riporta un articolo de Il Sole 24 Ore del 16 maggio 2019, per gli operatori finanziari le novità introdotte rischiano di far affossare definitivamente il comparto, che già dall'inizio dell'anno sta subendo un arresto di flussi in entrata. Si ritiene infatti che i citati ulteriori limiti rendano alquanto difficile la composizione di un portafoglio performante che rispetti tutti i vincoli previsti dalla legge, ottenebrando i vantaggi fiscali che i Pir riservano a chi investe;

   sempre secondo Il Sole 24 Ore i dati più recenti sulla raccolta dei piani individuali di risparmio non lasciano al momento spazio all'ottimismo: dopo il boom del 2017 con 10,9 miliardi di euro, il parziale ridimensionamento del 2018 a poco meno di 4 miliardi e il dato pressoché piatto dei primi mesi 2019, Intermonte Sim ha drasticamente ridotto le stime sui flussi netti, che ammonteranno a poco più di un miliardo di euro quest'anno, sfioreranno i 2 miliardi il prossimo, per attestarsi a 2,7 miliardi nel 2021. Il primo quinquennio dei Pir si chiuderebbe quindi con asset in gestione per 20 miliardi di euro, quando poco più di un anno fa si pensava di arrivare addirittura a 68 miliardi di euro –:

   quali iniziative urgenti intenda mettere in campo il Governo per rendere nuovamente appetibile ai risparmiatori italiani lo strumento dei Piani anche assumendo iniziative normative volte a ristabilire il collegamento fra il risparmio degli italiani e la piccola e media impresa, elemento costitutivo dell'economia italiana.
(5-02663)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 1 agosto 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-02663

  In riscontro alle richieste ed alle osservazioni degli onorevoli interroganti, si ricorda, preliminarmente, che i Piani di Risparmio a lungo termine (PIR) sono stati introdotti dalla legge di bilancio per il 2017, laddove sono stati previsti importanti incentivi fiscali a favore degli investitori persone fisiche residenti nel territorio dello Stato, in relazione ai redditi di natura finanziaria, conseguiti al di fuori dell'esercizio di un'attività di impresa commerciale e derivanti da investimenti detenuti, per almeno cinque anni, nell'ambito di PIR.
  La Legge di Bilancio per il 2019, come noto, prevede per i PIR, costituiti a decorrere dal 1o gennaio 2019, obblighi diversi dalla precedente normativa e, in particolare, due ulteriori vincoli all'investimento. A seguito di tali modifiche gli investimenti cosiddetti «PIR conformi» devono essere composti per almeno il 70 per cento da strumenti finanziari di imprese radicate nel territorio dello Stato, di cui:
   per almeno il 5 per cento in strumenti finanziari, ammessi alle negoziazioni sui sistemi multilaterali di negoziazione, emessi da piccole e medie imprese (PMI);
   per almeno il 5 per cento in quote o azioni di fondi per il venture capital che investono il 70 per cento dei capitali raccolti in PMI;
   per almeno il 30 per cento in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite nell'indice FTSE MIB della Borsa italiana o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati.

  Si sottolinea, pertanto, che la finalità delle disposizioni è proprio quella di indirizzare il risparmio delle famiglie verso il finanziamento delle PMI, in quanto lo strumento dei PIR, nella versione originaria, pur canalizzando il predetto risparmio verso le imprese radicate in Italia, aveva raggiunto solo in minima parte le PMI.
  Si evidenzia, inoltre, per quanto riguarda le preoccupazioni circa eventuali conseguenze negative della disciplina in argomento, nonché la richiesta di iniziative per riconsiderare la disciplina in argomento, che il decreto del Ministero dello sviluppo economico, emanato il 30 aprile u.s. (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 7 maggio) e richiamato dagli onorevoli interroganti prevede, all'articolo 6, che il Ministero stesso, decorsi sei mesi dalla data di pubblicazione del decreto, provvederà al monitoraggio degli effetti prodotti dalla misura in argomento, dell'entità della raccolta e del numero delle negoziazioni, anche al fine di valutare l'opportunità di ulteriori interventi normativi.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

piccole e medie imprese

detrazione fiscale

piccole e medie industrie