ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02323

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 192 del 19/06/2019
Abbinamenti
Atto 5/02322 abbinato in data 20/06/2019
Firmatari
Primo firmatario: BOLDRINI LAURA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 19/06/2019


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 19/06/2019
Stato iter:
20/06/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 20/06/2019
Resoconto BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI
 
RISPOSTA GOVERNO 20/06/2019
Resoconto MERLO RICARDO ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 20/06/2019
Resoconto BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 20/06/2019

DISCUSSIONE IL 20/06/2019

SVOLTO IL 20/06/2019

CONCLUSO IL 20/06/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02323
presentato da
BOLDRINI Laura
testo di
Mercoledì 19 giugno 2019, seduta n. 192

   BOLDRINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 13 giugno 2019 nel mare di Oman, nei pressi dello Stretto di Hormuz, due navi cisterna cariche sono state attaccate. La prima petroliera colpita è la Kokuka Courageos, di proprietà giapponese, che trasportava un carico di metanolo dall'Arabia Saudita a Singapore, centrata due volte a 26 chilometri dalle coste iraniane. L'altra è la Front Altair, nave norvegese con un carico di 75 mila tonnellate di nafta, diretta dal porto di Ruwais a Taiwan. L'attacco non ha avuto vittime perché le navi sono state colpite al di sopra della linea di galleggiamento e gli equipaggi sono stati tratti in salvo da navi iraniane e statunitensi;

   nello stesso giorno il premier giapponese Shinzo Abe era a Teheran per tentare una mediazione fra l'Iran e gli Usa. Abe ha consegnato a Khamenei una lettera di richieste da parte di Trump, che il leader iraniano ha respinto;

   nella serata del 13 giugno gli Stati Uniti, tramite Segretario di Stato Mike Pompeo, hanno accusato l'Iran di essere il responsabile degli attacchi e di voler bloccare il flusso di petrolio attraverso lo Stretto di Hormuz per colpire gli alleati degli Usa; anche l'Arabia Saudita ha subito individuato nell'Iran il responsabile dell'evento, mentre la Russia ha invitato a non trarre soluzioni affrettate. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha dichiarato che «il mondo non può permettersi un conflitto» e l'Alto Rappresentante per la politica estera dell'Unione europea, Federica Mogherini, ha chiesto a tutte le parti «di evitare le provocazioni»;

   nel maggio 2018 gli Stati Uniti si ritirano dall'accordo sul nucleare iraniano, Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa) e, dopo sei mesi, inaspriscono le sanzioni all'Iran. Nel maggio 2019 l’embargo sulle esportazioni di greggio diventa totale e i Paesi che erano esentati, compresi Giappone e Italia, cessano di acquistarlo;

   il 17 giugno 2019 il portavoce dell'Agenzia atomica iraniana, Kamalvandi, ha dichiarato che Teheran ha quadruplicato l'arricchimento dell'uranio e che fra 10 giorni supererà i limiti stabiliti dal Jcpoa se non riceverà segnali dai Paesi firmatari;

   il Ministro Salvini, in visita a Washington, ha dichiarato che Italia e Stati Uniti hanno «visioni comuni su Iran, Venezuela, Libia, e situazione in Medioriente», sottolineando che l'Italia può diventare «l'interlocutore europeo» privilegiato per gli Usa –:

   quale sia la posizione del Governo in merito agli sviluppi relativi all'accordo sul nucleare iraniano.
(5-02323)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 20 giugno 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-02323

  Il Governo italiano segue con attenzione elevata i preoccupanti sviluppi che nell'ultimo mese si sono registrati nella regione del Golfo Persico e che contribuiscono ad acuire la tensione in un contesto geopolitico già caratterizzato da instabilità e molteplici scenari di crisi. In mancanza di dialogo, il rischio di errori di calcolo che possano degenerare in situazioni di più aperta conflittualità non va sottaciuto.
  Non sfuggono inoltre le possibili conseguenze negative che tali azioni possono riverberare sia sulla sicurezza delle rotte marittime – che hanno valenza strategica nello Stretto di Hormuz, da cui transita la metà del petrolio scambiato a livello globale – sia sull'economia internazionale, a partire dalle oscillazioni delle quotazioni di greggio.
  In linea con quanto fatto da partner europei e dalla Commissione europea, l'Italia ha lanciato un appello agli attori interessati perché esercitino la massima moderazione, in particolare condannando il grave attacco contro l'aeroporto di Abha (in Arabia Saudita) che nelle scorse settimane ha causato decine di feriti fra i civili. Anche tale azione va collocata nel clima di crescente tensione nello scacchiere del Golfo.
  Rispetto agli incidenti marittimi, è importante in questo momento che venga accertata la dinamica dei fatti, astenendosi per il momento da attribuzioni di responsabilità.
  Riteniamo che vi siano spazi per un'azione forte e coordinata dell'Unione europea. Da un lato andrà chiesto all'Iran e agli altri attori regionali di impegnarsi a non esacerbare le controversie, ma ricorrere sempre al dialogo. Occorre scongiurare conseguenze ulteriori, che sarebbero difficilmente controllabili e che potrebbero perpetuare l'instabilità per lungo tempo in una regione strategica per la sicurezza globale. D'altra parte, l'Unione europea dovrebbe favorire e sostenere ogni iniziativa di distensione finalizzata a rinvigorire l'interlocuzione fra Washington e Teheran.
  Comprendiamo le preoccupazioni degli Stati Uniti rispetto ad alcune scelte politiche di Teheran soprattutto sul piano regionale. Le abbiamo condivise anche con i nostri partner europei e ne abbiamo lasciato testimonianza nelle Conclusioni del Consiglio dei ministri degli esteri dell'Ue del 4 febbraio scorso. Ciò nondimeno, riteniamo che in questa delicatissima fase la ricerca del dialogo e del compromesso debba prevalere su ogni altra opzione.
  In relazione all'Iran, il Governo italiano, in linea con l'Unione europea, ritiene che l'accordo sul nucleare iraniano (JCPoA) resti un elemento chiave dell'architettura di non proliferazione nucleare a livello regionale e globale. Esso rappresenta un fondamentale presidio per la nostra sicurezza e svolge un ruolo essenziale nel perseguimento degli obiettivi del Trattato di non Proliferazione Nucleare. L'intesa consente fra l'altro un approfondito monitoraggio da parte dell'AIEA (che l'Italia sostiene fortemente) delle attività nucleari iraniane, difficilmente ipotizzabile senza l'accordo.
  Pur avendo preso positivamente nota delle numerose conferme dell'adempimento da parte di Teheran dei propri obblighi ai sensi dell'intesa, siamo allo stesso tempo profondamente preoccupati dall'annuncio dell'Iran dello scorso 8 maggio (parzialmente reiterato lo scorso 17 giugno) relativo alla decisione di rimodulare alcuni degli impegni assunti; l'Italia ha incoraggiato ed incoraggia fortemente Teheran ad astenersi da misure di escalation e a continuare ad agire nell'ambito dei meccanismi previsti dall'intesa.
  È nostra convinzione che finché l'Iran continuerà ad adempiere ai propri obblighi ai sensi dell'intesa (fatta propria dal Consiglio di Sicurezza con la Risoluzione 2231) soprattutto la Ue debba rimanere impegnata nell'efficace e completa attuazione del JCPoA. In tale spirito, intendiamo continuare a cooperare con i principali partner interessati per cercare di preservare l'accordo nella sua integrità.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

nave cisterna

sanzione internazionale

arricchimento del combustibile