ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02218

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 184 del 04/06/2019
Firmatari
Primo firmatario: FIORINI BENEDETTA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 04/06/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARELLI PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 04/06/2019
SQUERI LUCA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 04/06/2019


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 04/06/2019
Stato iter:
05/06/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 05/06/2019
Resoconto FIORINI BENEDETTA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 05/06/2019
Resoconto CRIPPA DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 05/06/2019
Resoconto FIORINI BENEDETTA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 05/06/2019

SVOLTO IL 05/06/2019

CONCLUSO IL 05/06/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02218
presentato da
FIORINI Benedetta
testo di
Martedì 4 giugno 2019, seduta n. 184

   FIORINI, BARELLI e SQUERI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la Nuova Castelli Spa è leader nella distribuzione dei formaggi Dop italiani, oltre che principale esportatore di Parmigiano reggiano. Acquistata per 350 milioni di euro nel 2014 dal fondo di private equity Charterhouse Capital, nel 2018 ha avuto un giro d'affari di 460 milioni di euro: si tratta quindi di una azienda sana con ottime prospettive di mercato;

   nei giorni scorsi è stata avviata la procedura di vendita al gruppo Lactalis (17 miliardi di fatturato), già proprietario di Parmalat Galbani, Invernizzi, Locatelli, Vallelata e Cademartori, che rappresenta un terzo del formaggio italiano; come acquirente italiano si era fatto avanti Granarolo, apparso non in grado di sostenere la competizione con Lactalis;

   si elencano alcuni possibili rischi che, secondo gli interroganti, tale operazione può generare per il made in Italy agroalimentare:

    la perdita del controllo e dei profitti generati: dal gennaio 2019 Lactalis ha proceduto a smantellare la formale autonomia di Parmalat. L'uscita da Piazza Affari e poi una riorganizzazione aziendale hanno fatto traslocare controllo e redditività in Francia;

    per la Nuova Castelli, che non produce un Dop legato al territorio, potrebbe avvenire la chiusura degli stabilimenti e il trasferimento di posti di lavoro fuori dai confini nazionali. La Nuova Castelli rappresenta almeno 1.000 dipendenti distribuiti su circa 20 impianti in Italia e all'estero;

    si potrebbe verificare un peggioramento delle condizioni di vendita dei produttori verso la grande distribuzione;

    Lactalis, forte della sua potenza distributiva e politica, potrebbe cambiare alcuni punti del disciplinare produttivo, «annacquandone» il rigore e favorendo il proliferare di prodotti similari. Alle spalle del parmigiano ci sono 20 mila stalle;

    non potendosi cambiare la provenienza del latte, si può modificare la filiera che alimenta il bestiame: usare mangimi diversi e non italiani, provocando così un danno all'indotto che accompagna il parmigiano;

   giova osservare che nel comunicato del 29 maggio 2019 che annuncia l'acquisto, Lactalis afferma che «l'acquisizione è soggetta alle approvazioni delle autorità regolamentari competenti»;

   la Francia ritiene «imprese strategiche» nazionali anche quelle dei profumi e dei formaggi –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere per tutelare il settore del made in made in Italy manifatturiero, anche eventualmente valutando la possibilità di adottare strumenti quali la golden share, al fine di salvaguardare le società di rilevante interesse nazionale in termini di strategicità del settore di operatività, di livelli occupazionali, di entità di fatturato ovvero di ricadute per il sistema economico-produttivo del Paese.
(5-02218)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 5 giugno 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-02218

  Rispondo in merito alle questioni poste con l'atto in discussione, rappresentando quanto segue.
  Com’è noto, la Nuova Castelli, azienda con sede a Reggio Emilia, è leader nel settore della produzione e distribuzione dei grandi formaggi DOP italiani ed è uno dei principali esportatori di Parmigiano reggiano, che costituisce uno dei più prestigiosi prodotti del Made in Italy.
  Nel 2014 ha fatto il suo ingresso nel capitale dell'azienda il fondo Charterhouse Capital che ne ha acquisito l'80 per cento delle quote societarie e che sembra voler far entrare un nuovo partner finanziario nella propria compagine.
  A tal proposito, vorrei evidenziare preliminarmente, che il «parmigiano reggiano» è un prodotto DOP con un proprio disciplinare riconosciuto e tutelato a livello europeo, la cui produzione può avvenire nella circoscritta area di origine (ossia le province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna).
  Alla luce delle preoccupazioni relative alla delocalizzazione delle sedi degli stabilimenti relativi anche ai prodotti DOP, questo Governo ha inserito all'interno del decreto dignità alcune misure per porre un freno a fenomeni come questo.
  Abbiamo, infatti, introdotto l'obbligo di non trasferire per cinque anni in Stati fuori dall'Unione europea l'attività economica che ha beneficiato di un sostegno pubblico, pena la decadenza dal beneficio e l'irrogazione di una specifica sanzione amministrativa. Lo stesso vale per imprese che vanno fuori dal territorio italiano (ma in quel caso c’è solo la decadenza dal beneficio, con interessi, e non l'irrogazione di una specifica sanzione).
  Nel solco di tali interventi si pone anche la misura contenuta nel decreto crescita, volta ad introdurre per la prima volta nell'ordinamento giuridico italiano la definizione di marchio storico di interesse nazionale.
  In sintesi, l'articolo 32 del decreto-legge crescita (in fase di conversione) prevede una serie di disposizioni volte a tutelare l'attività produttiva delle aziende titolari di marchi storici nonché di garantirne i livelli occupazionali.
  Tra le varie misure in particolare è prevista: 1) la possibilità di istituire un apposito logo per valorizzare le imprese titolari di questo marchio, al fine di consentire la certificazione di azienda storica del made in Italy; 2) l'istituzione, presso il Ministero dello sviluppo economico, del Fondo per la tutela dei marchi storici di interesse nazionale.
  Per accedere al Fondo, previa iscrizione del marchio all'interno di un apposito registro, l'impresa dovrà notificare senza ritardo al Ministero dello sviluppo economico le informazioni relative ad un eventuale progetto di chiusura o delocalizzazione dello stabilimento, e dovrà individuare i potenziali acquirenti, informando periodicamente il Ministero dello sviluppo economico delle proposte di acquisto ricevute (fornendo una relazione per ciascuna di esse).
  Queste iniziative sono state poste in essere dal Governo proprio per frenare le delocalizzazioni delle imprese italiane e il made in Italy, nella convinzione che quando un'azienda delocalizza, porta fuori dall'Italia non solo gli impianti ed il proprio mercato, ma anche il proprio know-how ossia quel bagaglio di esperienze e conoscenze accumulato negli anni con il concorso delle insostituibili maestranze italiane.
  Quindi, ritengo che essendo il Parmigiano Reggiano uno dei prodotti più rappresentativi del Made in Italy ad oggi sussistano gli strumenti per contrastare un'eventuale operazione di dislocazione dell'azienda oggetto dell'atto in parola.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

denominazione di origine

produzione nazionale

cessazione d'attivita'