ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02090

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 171 del 08/05/2019
Firmatari
Primo firmatario: FORMENTINI PAOLO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 08/05/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COMENCINI VITO LEGA - SALVINI PREMIER 08/05/2019


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 08/05/2019
Stato iter:
09/05/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/05/2019
Resoconto COMENCINI VITO LEGA - SALVINI PREMIER
 
RISPOSTA GOVERNO 09/05/2019
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 09/05/2019
Resoconto COMENCINI VITO LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 09/05/2019

SVOLTO IL 09/05/2019

CONCLUSO IL 09/05/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02090
presentato da
FORMENTINI Paolo
testo di
Mercoledì 8 maggio 2019, seduta n. 171

   FORMENTINI e COMENCINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la posizione geografica così come la presenza contemporanea di più situazioni di instabilità, riconducibili a conflitti interni ed esterni (la guerra tra Eritrea ed Etiopia, la crisi somala e quella yemenita) hanno accresciuto l'importanza strategica della penisola del Corno d'Africa in termini di sicurezza e sotto vari altri aspetti (immigrazione, terrorismo e anti-pirateria, su tutti). Tutto ciò ha reso quest'area un luogo di importanza geo-strategica mondiale, tanto da aver attratto numerosi interessi di attori regionali e internazionali, come Stati Uniti, Cina, i Paesi del Golfo, India e Russia. Questo quadrante di Africa sta tornando in cima all'agenda di politica estera anche di molti Stati europei, assumendo sempre più le dimensioni di un territorio di rilevanza strategica da un punto di vista securitario per l'Europa intera;

   anche per il nostro Paese, il Corno d'Africa rappresenta una realtà di interesse geopolitico e strategico, che trova le proprie origini fin dalla seconda metà dell'ottocento del secolo scorso. Tuttavia, le capacità italiane rimangono penalizzate anche in un confronto europeo, sebbene in questa regione, l'Italia potrebbe avere un ruolo maggiore rispetto ad altri attori come Francia, Regno Unito, Germania;

   in questa prospettiva, il recente accordo di pace tra Etiopia ed Eritrea potrebbe contribuire a favorire una fase di distensione nell'intera regione e aprire una nuova condizione di opportunità, senza però trascurare che questi sviluppi, se non adeguatamente supportati da strategie politiche dagli attori locali ed esterni, sono sempre suscettibili di repentini cambiamenti;

   Roma potrebbe sfruttare il contesto favorevole per garantire una presenza economico-commerciale forte dell'Italia nella regione e un aumento degli investimenti italiani, i quali fornirebbero un aiuto notevole nel dare un impulso ulteriore alle economie locali contribuendo a migliorare le condizioni di vita generali, e permettendo così di frenare il flusso migratorio verso l'Europa. Secondo dati di alcune organizzazioni internazionali, da questa regione provengono tra il 20-25 per cento delle persone che tentano di raggiungere la Libia, e quindi l'Europa continentale puntando l'Italia come primo approdo utile;

   la rete diplomatico-consolare è oggi composta da organici sotto-rappresentati che non consentono un'adeguata azione diplomatico-consolare a tutela dei nostri cittadini ivi presenti e degli interessi economico-commerciali italiani –:

   se il Governo non intenda potenziare e riorganizzare la rete diplomatico-consolare nel Corno d'Africa, in relazione al ruolo strategico che la regione riveste per il nostro Paese.
(5-02090)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 9 maggio 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-02090

  La collocazione geografica del Corno d'Africa, tra Mar Mediterraneo e Oceano Indiano, ha da sempre conferito notevole rilevanza strategica a tale regione. Negli ultimi mesi essa è stata attraversata da profondi mutamenti, coincisi con la nomina a Primo Ministro, in Etiopia, di Abiy Ahmed e la sigla dell'Accordo di pace con l'Eritrea che pone fine alla ventennale situazione di «né pace né guerra» conseguente al conflitto del 1998. Al contempo, tale positiva dinamica ha avuto importanti riflessi sul piano regionale, innescando un processo di riconciliazione con il coinvolgimento di Somalia e Gibuti.
  L'Italia esercita nel Corno d'Africa un tradizionale ruolo di primo piano nella creazione di condizioni di pace e sicurezza, sia in via bilaterale che in veste di co-chair dell'IGAD Partners Forum, l'organizzazione che riunisce i principali partner dell'IGAD, organizzazione dei Paesi del Corno. Particolare rilievo assume il nostro tradizionale impegno nel processo di stabilizzazione della Somalia, condotto attraverso un'articolata azione in ambito politico e nel settore sicurezza – sia nel quadro delle missioni internazionali che a livello bilaterale – accompagnate dalle iniziative realizzate dalla Cooperazione italiana. In ambito securitario, l'Italia fornisce un contributo di primo piano alle tre missioni UE: EUNAVFOR Atalanta, operazione militare marittima anti-pirateria; EUCAP Somalia, missione civile di contrasto alla pirateria a terra; EUTM Somalia, missione di addestramento delle forze di sicurezza somale, della quale il nostro Paese detiene il comando assicurando anche il più ampio contingente (circa 100 unità). Sul piano bilaterale svolgiamo con l'Arma dei Carabinieri attività di addestramento della Polizia presso la Base militare Italiana di Gibuti (circa 200 unità per corso).
  Il nostro Paese ha ulteriormente approfondito il proprio impegno sostenendo il processo di riconciliazione in atto nella regione, anzitutto attraverso l'intensificazione del dialogo politico. Vengono in rilievo: la visita del Presidente Conte, primo leader occidentale a recarsi ad Addis Abeba e Asmara lo scorso 11-12 ottobre; i due incontri trilaterali del Ministro degli esteri Moavero con gli omologhi di Etiopia ed Eritrea, a margine dell'Assemblea Generale ONU e della seconda edizione della Conferenza Italia-Africa (25 ottobre); le visite del Presidente somalo Farmajo e del premier Abiy a Roma, rispettivamente nel novembre 2018 e nel gennaio 2019. Da segnalare inoltre le numerose iniziative nel settore economico-commerciale, di cooperazione allo sviluppo e culturale con cui il nostro Paese sta sostenendo la positiva dinamica regionale.
  Ciò premesso, si condividono le osservazioni dell'onorevole interrogante in quanto il rafforzamento della rete diplomatico-consolare nel Corno, compatibilmente con le risorse disponibili, costituisce un elemento fondamentale per l'intensificazione delle relazioni politiche ed economico-commerciali con i partner della regione. Per tale ragione, la Farnesina ha nominato un Inviato Speciale per il Corno d'Africa, con l'obiettivo di rafforzare la propria azione verso quella regione. Lo scorso anno, si è inoltre disposta l'istituzione di una nuova figura di Rappresentante presso l'Unione Africana (UA), che segue in via esclusiva le relazioni con l'importante organizzazione continentale, funzione assicurata in passato dalla nostra Ambasciata ad Addis Abeba. Tale nomina, che rende l'Italia il primo Paese UE a disporre di un rappresentante ad hoc presso l'UA, permetterà alla nostra missione diplomatica in Etiopia di dedicare maggiori unità di personale all'approfondimento di tutte le principali questioni bilaterali.
  Ciò detto, quanto alla dotazione di mezzi e risorse presso le nostre Sedi nel Corno d'Africa, occorre premettere che allo stato attuale l'ulteriore potenziamento degli organici sarà possibile solo a fronte della disponibilità di nuove risorse umane e finanziarie. È infatti noto all'Onorevole interrogante come a seguito del blocco del turn-over nel pubblico impiego nell'ultimo decennio la Farnesina abbia sofferto una gravissima carenza di personale che ha reso la situazione pressoché insostenibile in quasi tutte le sedi all'estero, persino in quelle dove l'esistenza di collettività italiane numericamente più consistenti giustificherebbe l'assegnazione di ancora maggiori risorse umane.
  Per avere un quadro più preciso, basti pensare che nell'arco di dieci anni il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha perso il 33 per cento del proprio personale delle Aree Funzionali (circa 1.200 dipendenti), che è quello prevalentemente destinato a svolgere negli Uffici all'estero importanti e delicati incarichi nel settore finanziario, della sicurezza o al servizio dei connazionali. Ciò si è peraltro tradotto in un innalzamento progressivo dell'età media del personale in servizio (ormai pari a 56 anni) e, di conseguenza, in una sua minore propensione al trasferimento all'estero, soprattutto in aree geografiche caratterizzate da rilevanti difficoltà ambientali, rischi sanitari e condizioni di sicurezza precarie.
  La situazione gravemente deficitaria di risorse umane per il Ministero, aggravata anche dai collocamenti a riposo previsti nei prossimi anni (oltre un centinaio all'anno), dovrebbe cominciare a registrare un'inversione di tendenza entro il prossimo autunno, quando si prevede l'assunzione di un totale di 221 dipendenti di ruolo e di 100 unità del contingente dei dipendenti da assumere localmente a contratto. Un ulteriore miglioramento si avrà per effetto della legge di bilancio 2019, che ha autorizzato l'assunzione di altri 300 dipendenti di ruolo ed un nuovo incremento del contingente dei dipendenti a contratto di altre 50 unità.
  Occorre tenere presente che il personale che entrerà in questo modo a far parte dei ruoli del Ministero con le procedure selettive in corso e con quelle che saranno bandite prossimamente potrà solo in parte compensare le 1.200 unità di ruolo perdute per via del blocco del turn-over. I provvedimenti di contenimento della spesa pubblica dell'ultimo decennio hanno peraltro comportato la chiusura di oltre 60 strutture all'estero tra ambasciate, consolati ed istituti di cultura.
  Pur in un contesto di risorse limitate e in attesa di concretizzare le assunzioni sopra descritte, la Farnesina ha comunque disposto il potenziamento dell'Ambasciata in Addis Abeba con l'assunzione di 3 ulteriori unità a contratto che vanno ad aggiungersi alle figure già descritte di Inviato speciale per il Corno d'Africa e di Rappresentante Permanente presso l'Unione Africana.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

composizione delle controversie

condizioni di vita