Legislatura: 18Seduta di annuncio: 170 del 07/05/2019
Primo firmatario: MURONI ROSSELLA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 07/05/2019
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
- MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 07/05/2019
MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 07/05/2019
MURONI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
un dirigente dell'Eni all'epoca dei fatti responsabile del Centro Oli di Viggiano (Potenza), è finito agli arresti domiciliari nell'ambito di un'inchiesta su una fuoriuscita di petrolio riconosciuta pubblicamente nel febbraio 2017, ma in atto con molta probabilità già da anni prima, che ha contaminato il «reticolo idrografico» e decine di ettari della Val'Agri. L'arresto è stato deciso dal giudice per le indagini preliminari (gip) di Potenza su richiesta della procura. Sono inoltre indagate altre 13 persone e l'Eni, per i reati di disastro, disastro ambientale, abuso d'ufficio, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale ed altro;
il procedimento penale, nel cui ambito è stata emessa la misura cautelare, riguarda, in qualità di indagati, non solo alcuni dirigenti della compagnia petrolifera, ma, anche, pubblici ufficiali facenti parte del Ctr (Comitato tecnico regionale) della Basilicata, il cui compito era quello di controllare, sotto il profilo della sicurezza e dei rischi ambientali, l'attività estrattiva di Eni;
è importante che la magistratura e le forze dell'ordine si siano avvalse della legge n. 68 del 2015 (legge sugli «ecoreati») che introduce nel codice penale i delitti di inquinamento, disastro ambientale e omessa bonifica, per fermare questa situazione del tutto inaccettabile in Val d'Agri;
in una nota che riporta in virgolettato alcuni passaggi dell'ordinanza del Gip di Potenza, il Coordinamento nazionale «No Triv» scrive che «l'Ing. Griffa faceva riferimento alle possibili cause del deterioramento del fondo del serbatoio: questi ricordava che analogo problema si era presentato per i serbatoi che, nella Raffineria di Taranto, ricevevano l'olio di Viggiano» e che «si interrogava se vi fosse un problema di glicole già noto dal 2011, ossia un problema ricollegabile alla sostanza usata per disidratare il gas»;
è importante quindi che la magistratura e le forze dell'ordine verifichino la fondatezza dei timori espressi dall'ing. Griffa; tutti e 4 i serbatoi a Viggiano sono interessati dallo stesso problema di corrosione; visto che il trascinamento delle ammine e il volume del loro utilizzo, possono essere valutati in relazione all'erogazione del gas disidratato e pretrattato e a possibili manomissioni delle valvole di controllo dei flussi in uscita, le necessarie attività di indagine e di verifica devono svolgersi anche con riferimento ai serbatoi della raffineria di Taranto e alle centinaia di chilometri di condotte che attraverso cinque linee trasportano petrolio e gas dal Cova di Viggiano fino a Taranto –:
se non ritengano oramai improcrastinabile adottare iniziative per definire una strategia d'uscita dallo sfruttamento del petrolio in Basilicata che passi attraverso la riconversione al 100 per cento al rinnovabile del sistema energetico, con la dismissione graduale dei pozzi attivi e la transizione verso comparti produttivi moderni e sostenibili, garantendo e incrementando i livelli occupazionali;
se non intendano adottare ogni iniziativa di competenza per avviare immediatamente, a tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente, la bonifica delle aree contaminate attraverso anche il riconoscimento della responsabilità oggettiva della società Eni e il rafforzamento del sistema di controllo e monitoraggio gestito dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e rigettare l'istanza di proroga della concessione Val d'Agri, in scadenza al 26 ottobre 2019, presentata da Eni al Ministero dello sviluppo economico il 27 ottobre 2017, di cui il Centro Oli è parte integrante.
(5-02036)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):politica sanitaria
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