ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/01718

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 145 del 20/03/2019
Firmatari
Primo firmatario: OSNATO MARCO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 20/03/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA 20/03/2019


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 20/03/2019
Stato iter:
21/03/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 21/03/2019
Resoconto OSNATO MARCO FRATELLI D'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 21/03/2019
Resoconto BITONCI MASSIMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 21/03/2019
Resoconto OSNATO MARCO FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 21/03/2019

SVOLTO IL 21/03/2019

CONCLUSO IL 21/03/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01718
presentato da
OSNATO Marco
testo di
Mercoledì 20 marzo 2019, seduta n. 145

   OSNATO e FRASSINETTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   gli operatori del mercato dell'arte italiano sono preoccupati dell'incremento della tassazione sul ricavato della vendita di opere d'arte effettuata da privati;

   analizzando il risultato aggregato – composto della somma delle opere d'arte moderna e contemporanea vendute dalle case d'asta in Italia – appare evidente che gli scambi siano diminuiti rispetto agli anni precedenti almeno per valore, se non per numero assoluto di opere;

   le difficoltà del segmento medio sono evidenti a tutti – gallerie che chiudono e case d'asta che «ristrutturano» – e l'operazione di spostare la compravendita dei più quotati artisti di arte moderna e contemporanea sui mercati internazionali ha di fatto impoverito il mercato nazionale, consegnando l'arte italiana e di proprietà italiana alle case d'asta internazionali e indebolendo il mercato medesimo con un grave danno anche per l'erario pubblico;

   è sceso negli ultimi anni il valore medio dei «top lot» venduti in Italia: sempre più raramente, cioè, le transazioni in asta superano il mezzo milione di euro causando un grave danno per l'economia;

   da tutti gli operatori del mercato d'arte italiano emerge l'insostenibilità di affrontare nuove tasse, ove, a fronte di queste, non vengano individuate contromisure in termini di aumento di transazioni che le sostengano –:

   se il Governo intenda adottare le iniziative di competenza per la riduzione della tassazione sul mercato dell'arte e l'apertura immediata di un tavolo di lavoro dove venga trattato il tema e dove, nel rispetto delle competenze dei soggetti coinvolti, si individuino le vie da percorrere, al fine di tutelare un importante settore economico del Paese che sta già vivendo una profonda crisi e rischia, in mancanza di seri correttivi, il collasso.
(5-01718)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 21 marzo 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-01718

  Con il documento in esame, gli Onorevoli interroganti evidenziano il timore dell'inasprimento del carico fiscale manifestato da parte dei soggetti privati che effettuano compravendita di opere d'arte.
  Sul tema, gli Interroganti rappresentano come molti operatori del settore abbiano preferito spostare su mercati esteri l'attività di compravendita, con conseguente impoverimento del mercato nazionale.
  Ciò premesso e considerata la difficoltà a sostenere un maggior carico impositivo in assenza di misure atte a favorire un aumento delle transazioni, gli Onorevoli chiedono di sapere se «il Governo intenda adottare le iniziative di competenza per la riduzione della tassazione sul mercato dell'arte e l'apertura immediata di un tavolo di lavoro dove venga trattato il tema.».
  Al riguardo, in base all'attuale quadro normativo contenuto nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 (di seguito, anche TUIR), i redditi derivanti dalla cessione di opere d'arte possono essere assoggettati ad imposizione ai sensi dell'articolo 67, comma 1, lettera i), del TUIR, laddove qualificabili come redditi «derivanti da attività commerciali non esercitate abitualmente».
  Ai fini dell'applicazione di quest'ultima disposizione è, tuttavia, necessario provare lo svolgimento di un'attività commerciale, ancorché di carattere occasionale, e tale dimostrazione implica sovente complesse attività di analisi, dagli esiti spesso incerti, finalizzate a ricostruire una pluralità di atti – anche compiuti nell'arco di diversi anni – tra loro collegati e preordinati al conseguimento di un reddito attraverso la cessione dei beni in questione.
  Pertanto, alla luce dell'attuale quadro normativo, non si registra alcun aumento del livello di imposizione sulla cessione delle opere d'arte, atteso che – come appena illustrato – i relativi redditi già concorrono a formare il reddito complessivo del cedente, ove la cessione si inserisca nell'ambito dello svolgimento di un'attività commerciale, sebbene non esercitata abitualmente [articolo 67, comma 1, lettera i), del TUIR].
  In merito alle iniziative che il «Governo intende adottare per la riduzione della tassazione sul mercato dell'arte», deve evidenziarsi che ogni intervento potrà essere vagliato, tenuto conto degli spazi finanziari dettati dai vincoli di finanza pubblica.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mercato

conseguenza economica

arte