ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/01573

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 133 del 26/02/2019
Firmatari
Primo firmatario: MURELLI ELENA
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 26/02/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CAFFARATTO GUALTIERO LEGA - SALVINI PREMIER 26/02/2019
CAPARVI VIRGINIO LEGA - SALVINI PREMIER 26/02/2019
LEGNAIOLI DONATELLA LEGA - SALVINI PREMIER 26/02/2019
LORENZONI EVA LEGA - SALVINI PREMIER 26/02/2019
MOSCHIONI DANIELE LEGA - SALVINI PREMIER 26/02/2019


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 26/02/2019
Stato iter:
27/02/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 27/02/2019
Resoconto MURELLI ELENA LEGA - SALVINI PREMIER
 
RISPOSTA GOVERNO 27/02/2019
Resoconto DURIGON CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 27/02/2019
Resoconto MURELLI ELENA LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 27/02/2019

SVOLTO IL 27/02/2019

CONCLUSO IL 27/02/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01573
presentato da
MURELLI Elena
testo di
Martedì 26 febbraio 2019, seduta n. 133

   MURELLI, CAFFARATTO, CAPARVI, LEGNAIOLI, EVA LORENZONI e MOSCHIONI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   già con atto di sindacato ispettivo n. 5/01088 dell'11 dicembre 2018, l'interrogante intendeva attirare l'attenzione del Governo sulla vicenda della Sima&Tectub, storica azienda operante nel comparto «Oil&Gas», con sede legale a Genova e stabilimento a Podenzano (PC), che la proprietà – la famiglia Malacalza – ha deciso di chiudere;

   da anni l'azienda soffriva la crisi del settore offshore, che ne ha ridotto gli ordini, situazione aggravata dalle sanzioni americane all'Iran, che ha comportato la chiusura di un significativo segmento di mercato;

   per la società trattasi di scelta inevitabile, con perdite per 11 milioni di euro negli ultimi sei anni; per i sindacati, invece, «la famiglia (avrebbe potuto) fare di più per salvare la Sima&Tectub» come, ad esempio, cercare altri mercati;

   va considerata la peculiarità del prodotto che realizza la Sima&Tectub;

   nel mezzo vi sono circa 40 dipendenti dello stabilimento, tra i 40 ed i 50 anni di età, a rischio di rimanere privi di copertura reddituale da lavoro, da ammortizzatore e da pensione;

   la famiglia Malacalza sembra abbia assunto una posizione di disponibilità rispetto ad ogni ipotesi di dialogo costruttivo fra le parti, per una gestione condivisa e una soluzione ottimale della vertenza;

   tale atteggiamento è per gli interroganti alquanto incomprensibile, sebbene i Malacalza abbiano fatto la stessa cosa con l'azienda Omba in Veneto –:

   se il Governo non ritenga di convocare urgentemente un tavolo istituzionale – con la proprietà aziendale, la regione Emilia-Romagna e le rappresentanze sindacali dei lavoratori – per prevedere ammortizzatori sociali di natura conservativa finalizzati alla reindustrializzazione del sito ovvero alte ricollocazione occupazionale dei lavoratori interessati attraverso l'attivazione di politiche attive del lavoro.
(5-01573)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 27 febbraio 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-01573

  In esito al quesito posto dall'onorevole interrogante, si rappresenta preliminarmente che la vertenza Sima&Tectub è stata seguita dal tavolo di salvaguardia occupazionale della Regione Emilia-Romagna a cui partecipano Provincia di Piacenza e Comune di Podenzano, in cui ha sede lo stabilimento produttivo.
  Il Tavolo ha cercato in ogni modo di evitare la chiusura dell'attività e il licenziamento di tutti i dipendenti a salvaguardia del tessuto produttivo del territorio.
  Ciononostante, come evidenziato dall'onorevole interrogante, la proprietà ha assunto una posizione di indisponibilità rispetto ad ogni ipotesi di dialogo costruttivo fra le parti, per una gestione condivisa e la soluzione ottimale della vertenza.
  Il Tavolo ha stigmatizzato la decisione assunta dalla proprietà di non voler utilizzare nessuno strumento di accompagnamento (CIGS), che, seppure a fronte di una decisione negativa come la chiusura, avrebbe potuto consentire una gestione meno traumatica delle fuoriuscite, facilitandone la ricollocazione e soprattutto permettendo a tutti i soggetti di avere il tempo per tentare la strada della continuità produttiva e del rilancio aziendale.
  Pertanto, al termine dei primi 45 giorni della procedura di licenziamento collettivo, poiché non è stato raggiunto alcun accordo tra le parti (azienda e sindacato), si è avviata la fase amministrativa successiva di 30 giorni, presso l'agenzia regionale del lavoro di Piacenza in quanto sede competente.
  Si evidenzia che il Governo manterrà alta l'attenzione sulla vicenda fin qui esposta, continuando a monitorarne gli ulteriori sviluppi al fine di valutare – qualora richiesto – ogni possibile soluzione volta a tutelare la posizione dei lavoratori.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

impresa in difficolta'

sanzione internazionale

stabilimento