ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/01532

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 130 del 20/02/2019
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 20/02/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
UNGARO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 20/02/2019
SCALFAROTTO IVAN PARTITO DEMOCRATICO 20/02/2019
MINNITI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 20/02/2019
LA MARCA FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO 20/02/2019
DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 20/02/2019
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO 20/02/2019
GUERINI LORENZO PARTITO DEMOCRATICO 20/02/2019


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 20/02/2019
Stato iter:
21/02/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 21/02/2019
Resoconto UNGARO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 21/02/2019
Resoconto MERLO RICARDO ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 21/02/2019
Resoconto UNGARO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 21/02/2019

SVOLTO IL 21/02/2019

CONCLUSO IL 21/02/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01532
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo di
Mercoledì 20 febbraio 2019, seduta n. 130

   QUARTAPELLE PROCOPIO, UNGARO, SCALFAROTTO, MINNITI, LA MARCA, DE MARIA, FASSINO e GUERINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'approssimarsi della scadenza del 29 marzo 2019 per la Brexit, in una situazione di caos politico nel c Regno Unito, fa crescere le preoccupazioni per un esito senza accordo, il cosiddetto no-deal;

   nel Regno Unito risiedono attualmente circa 700.000 italiani e il «made in Italy» vale ben 23 miliardi di euro all'anno, mentre il nostro export vale più del doppio dell’import: con questi numeri l'Italia non può permettersi di stare a guardare e deve tenersi pronta in caso di mancato accordo e di vero e proprio caos politico ed economico;

   altri Paesi europei come la Germania, il Belgio e la Francia si sono da tempo dotati di una legislazione di emergenza per affrontare i rapporti con il Regno Unito in caso di uscita senza accordo con l'Unione europea;

   il Parlamento francese ha già approvato nel mese di gennaio 2019 una legge che consente al Governo di imporre misure di emergenza, con un decreto se necessario, per far fronte alle conseguenze di una Brexit senza accordo, comprese le misure per stabilizzare i diritti di viaggio, residenza, lavoro e benessere per i cittadini britannici in Francia, che avrebbero 12 mesi per richiedere il permesso di soggiorno;

   il Parlamento tedesco ha approvato una legge che permette di regolare la fase di transizione dell'uscita della Gran Bretagna fino alla fine del 2020, nel caso il Regno Unito decida di proseguire sulla strada tracciata insieme all'Unione europea di un'uscita regolata;

   l'Italia è l'unico tra i maggiori Paesi europei a non essersi ancora dotato di un piano organico normativo di emergenza in caso di uscita senza accordo della Gran Bretagna dall'Unione europea, nonostante manchino solo 40 giorni al 29 marzo, minimamente sufficienti a voler adottare ormai la sola decretazione di urgenza –:

   quali iniziative urgenti il Governo intenda mettere in campo per promuovere l'adozione di una normativa italiana specifica per il caso di uscita dall'Unione europea del Regno Unito senza un accordo o con uscita regolata dall'Unione europea, anche in vista delle prossime elezioni europee, nonché per la tutela dei rapporti economici e politici del nostro Paese, degli italiani nel Regno Unito e dei britannici in Italia.
(5-01532)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 21 febbraio 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-01532

  Salvo sviluppi al momento difficili da prevedere, il 29 marzo 2019 il Regno Unito lascerà l'Unione europea e diventerà uno Stato terzo.
  L'Accordo di Recesso e la Dichiarazione Politica sul quadro delle future relazioni concordati tra Unione europea e Regno Unito nel novembre scorso definiscono le modalità migliori per garantire un'uscita ordinata del Regno Unito dall'Unione europea con termini chiari per cittadini e imprese.
  Ciononostante, il voto negativo del Parlamento britannico dello scorso 15 gennaio nei confronti dell'Accordo di recesso ha obbligato l'Unione europea e tutti gli Stati membri, ivi inclusa l'Italia, ad intensificare i paralleli preparativi di emergenza anche per l'eventualità, poco desiderabile, di recesso senza accordo.
  Già nel novembre 2018, la Commissione europea ha presentato un piano d'emergenza collettivo e un calendario di lavoro comune, che l'Italia sta seguendo insieme agli altri 26 Stati membri, inclusi quelli menzionati dall'interrogante.
  Allo stato attuale, vi è quindi un livello di preparazione omogeneo tra gli Stati membri nei confronti di un eventuale « no deal» anche tenuto conto che sono ancora in corso a Bruxelles approfondimenti, in particolare per garantire che le misure di emergenza allo studio non siano causa di distorsione della concorrenza o di frammentazione del mercato interno.
  In tale contesto, il 21 dicembre 2018, due giorni dopo la pubblicazione della terza Comunicazione della Commissione sulla preparazione al recesso e in anticipo rispetto al voto negativo del Parlamento britannico sull'accordo di recesso, il Governo italiano ha pubblicato le sue linee d'intervento per affrontare, in caso di recesso senza accordo, tre questioni prioritarie: 1) i diritti dei cittadini, 2) la stabilità finanziaria; 3) le conseguenze economiche, in particolare sul commercio tra Italia e Regno Unito.
  Lo scorso 25 gennaio questi temi sono stati inoltre discussi tra la Task force italiana della Presidenza del CAI Consiglio e quella della Commissione europea in visita a Roma, mentre nuove riunioni di coordinamento interministeriale in materia hanno avuto luogo a Palazzo Chigi l'8 ed il 15 febbraio.
  Su queste basi, sono attualmente in fase di preparazione misure legislative che, in caso di effettiva necessità, saranno varate prima del recesso «senza accordo» del Regno Unito. Si tratta tuttavia di un provvedimento destinato a restare «aperto» praticamente sino alla fine di marzo attesa la necessità di adattarlo:
   agli effettivi sviluppi della situazione;
   alle linee guida ed alle iniziative su cui si sta ancora lavorando in ambito Unione europea;
   al livello di garanzie che saranno effettivamente offerte, in particolare in materia di diritti dei cittadini.

  Sui diritti dei cittadini, coerentemente con il dialogo tra i Paesi dell'Unione europea e il Regno Unito, vi è un impegno condiviso ad offrire la massima tutela possibile anche in caso di recesso senza accordo. Vi sono impegni e misure unilaterali in preparazione sia da parte britannica sia da parte dei Paesi dell'Unione europea che tendono ad un sostanziale mantenimento di diritti e benefici assicurati fino ad ora per i cittadini residenti ai sensi del diritto UE nel Regno Unito o nell'UE al 29 marzo 2019.
  Le misure europee ed italiane riguardano in particolare il diritto di soggiorno e i diritti ad esso collegati (dall'accesso al lavoro alle cure mediche, dal ricongiungimento familiare al diritto allo studio), il coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale e l'esenzione dai visti.
  In campo economico, le misure europee ed italiane prevedono interventi nei settori dei servizi finanziari, dei trasporti e dei controlli di frontiera. Con particolare riguardo al livello nazionale sono state preparate misure per far fronte al nuovo quadro giuridico nei principali punti di entrata ed uscita delle merci tra Italia e Regno Unito, attuare le misure UE nel settore dei servizi finanziari e dei trasporti, informare utenti e operatori e assistere le imprese in caso dovesse materializzarsi lo scenario di Brexit senza accordo.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

Unione europea

approvazione della legge

cittadino della Comunita'