ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00831

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 71 del 25/10/2018
Firmatari
Primo firmatario: BENAMATI GIANLUCA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 25/10/2018


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 25/10/2018
Stato iter:
26/02/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/02/2019
Resoconto MICILLO SALVATORE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 26/02/2019
Resoconto BENAMATI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 25/10/2018

DISCUSSIONE IL 26/02/2019

SVOLTO IL 26/02/2019

CONCLUSO IL 26/02/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00831
presentato da
BENAMATI Gianluca
testo di
Giovedì 25 ottobre 2018, seduta n. 71

   BENAMATI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   la normativa in materia di rifiuti è stata più volte modificata attraverso una serie di disposizioni che hanno inciso su diversi profili della materia e su specifiche tipologie di rifiuti, anche al fine di adeguare la disciplina nazionale a quella europea;

   in attuazione della direttiva quadro sui rifiuti (direttiva 2008/98/CE), il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare il 7 ottobre 2013 ha approvato il programma nazionale di prevenzione dei rifiuti (Pnpr) che fissa come obiettivi di prevenzione al 2020 rispetto ai valori del 2010, la riduzione del 5 per cento della produzione di rifiuti urbani per unità di Pil, la riduzione del 10 per cento della produzione di rifiuti speciali pericolosi per unità di Pil e la riduzione del 5 per cento della produzione di rifiuti speciali non pericolosi per unità di Pil;

   è stato emanato il decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 4 che ha trasferito all'interno del cosiddetto codice ambientale le norme sull'incenerimento di rifiuti, che in precedenza erano collocate in un atto normativo separato (decreto legislativo 11 maggio 2005, n. 133);

   altre norme che incidono sulla disciplina dei rifiuti sono contenute nella legge 28 dicembre 2015, n. 221, recante «Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali» (cosiddetto collegato ambientale);

   l'articolo 35 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, detto «sblocca Italia» contiene una serie di disposizioni finalizzate alla realizzazione di un sistema integrato e moderno di gestione di rifiuti urbani e assimilati in grado di garantire l'autosufficienza a livello nazionale, di superare e prevenire ulteriori procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore, nonché di limitare il conferimento di rifiuti in discarica;

   per tali finalità è stato emanato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 agosto 2016, che individua, a livello nazionale, la capacità complessiva di trattamento degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e assimilati in esercizio, la capacità complessiva di trattamento degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e assimilati autorizzati, ma non ancora in esercizio, il fabbisogno residuo da coprire mediante la realizzazione di impianti di incenerimento con recupero di rifiuti urbani e assimilati e che ha previsto, in ragione di tale fabbisogno, la realizzazione di 8 nuovi impianti di incenerimento sul territorio nazionale, collocati nelle seguenti regioni: Umbria, Marche, Lazio, Campania, Abruzzo, Sardegna e Sicilia (in cui sono previsti 2 impianti) e il potenziamento degli impianti esistenti in Puglia e Sardegna;

   la legge di bilancio 2018 ha disposto l'attribuzione all'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico (Aeegsi) le funzioni di regolazione e controllo del ciclo dei rifiuti, già svolte dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. La denominazione dell'Aeegsi era quindi conseguentemente modificata in «Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera)»;

   il pacchetto europeo di misure sull'economia circolare, che modifica le direttive sui rifiuti, approvato il 22 maggio 2018, deve ancora essere recepito nell'ordinamento nazionale e prevede il riciclaggio, entro il 2025, per almeno il 55 per cento dei rifiuti urbani, la riduzione dello smaltimento in discarica, che dovrà scendere al 10 per cento entro il 2035, il riciclaggio del 65 per cento degli imballaggi entro il 2025 e il 70 per cento entro il 2030 e la raccolta separata dei rifiuti domestici pericolosi (entro il 2022), dei rifiuti organici (entro il 2023) e dei rifiuti tessili (entro il 2025) –:

   quali siano gli orientamenti del Governo in merito alle politiche di raccolta e smaltimento dei rifiuti e quale sia lo stato di attuazione a livello nazionale delle misure definite con il decreto-legge «sblocca Italia».
(5-00831)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 26 febbraio 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-00831

Com’è noto, la nuova normativa europea riguardante il cosiddetto «pacchetto rifiuti» contiene nuovi obiettivi di riciclaggio dei rifiuti urbani: 55, 60 e 65 per cento rispettivamente al 2025, 2030 e 2035, unitamente ad un nuovo metodo di calcolo del raggiungimento degli obiettivi e a nuovi obblighi per il conferimento in discarica (10 per cento al 2035 e divieto di conferimento di tutti i rifiuti recuperabili e riciclabili).
  Il Governo, al fine di dare piena attuazione alla predetta normativa comunitaria, ha chiesto un'ampia delega proprio per poter procedere ad un riordino organico di tutta la normativa ambientale.
  Occorre, ad ogni, modo, evidenziare che le performance italiane in ordine alla gestione dei rifiuti urbani rispetto ai vecchi obiettivi di riciclaggio (50 per cento al 2020) evidenziano un trend positivo. Infatti, la Commissione europea, nella comunicazione 656 del 2018, ha rendicontato al Parlamento europeo sull'attuazione della legislazione dell'Unione Europea in materia di rifiuti, comprensiva della segnalazione, preventiva per gli Stati membri che rischiano di non riuscire a conseguire l'obiettivo del 2020 relativo alla preparazione per il riutilizzo e riciclaggio. Nella predetta comunicazione sono ben 14 gli Stati membri, a rischio. L'Italia non solo non è contemplata fra questi, ma è uno dei pochi Paesi (Irlanda, Lituania e Repubblica Ceca) per i quali il rischio di non raggiungimento dell'obiettivo è valutato pari a zero sulla base di uno studio effettuato dai consulenti, della Commissione medesima.
  Atteso il dato positivo poc'anzi, richiamato, al fine di raggiungere i nuovi, obiettivi per il 2030 e 2035, sarà importante una piena implementazione dell'economia circolare in Italia. In tal senso, il recepimento del pacchetto rifiuti si propone di colmare il ritardo di alcune regioni, e di procedere ad una semplificazione della normativa esistente, al fine di renderla chiara ed univoca. Altri principi ispiratori per il futuro sono il decentramento amministrativo e l'accorpamento delle discipline in testi unici esaustivi. Si intende, inoltre, ricorrere il meno possibile alla decretazione attuativa proprio per dare, completezza al testo che sarà emanato. Si ritiene, altresì, fondamentale agire sul regime delle responsabilità della gestione e chiusura del ciclo attraverso il riordino delle competenze a tutti i livelli istituzionali.
  Con specifico riferimento alla riduzione del conferimento in discarica, sarà necessaria la diffusione della raccolta differenziata spinta (oltre il 65 per cento) in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale e la realizzazione di una rete impiantistica a supporto delle raccolte differenziate. È su quest'ultimo aspetto che, a livello nazionale, si registrano le maggiori criticità. La raccolta differenziata dei rifiuti organici comporta, infatti, la presenza di impianti dove poter riciclare tali rifiuti. A tal proposito, va, tuttavia, sottolineata la cronica carenza dell'impiantistica a servizio delle raccolte differenziate dei rifiuti, organici e quindi, degli impianti di compostaggio e digestione anaerobica. Oltre ai rifiuti organici, che rappresentano più del 35 per cento della produzione dei rifiuti urbani, l'altro grande settore sul quale occorre intervenire è rappresentato dagli imballaggi. Anche qui infatti le quantità di imballaggi provenienti dal ciclo di gestione dei rifiuti urbani, che sono intercettati, dal sistema delle raccolte, è troppo basso e soggetto alle predette criticità di disomogeneità territoriale, ed anche in questo caso l'impiantistica è spesso insufficiente.
  Per quanto concerne invece lo stato di attuazione, a livello nazionale, delle misure definite con il decreto-legge «Sblocca Italia», nel 2017 sono stati censiti dall'ISPRA 285 impianti dedicati al solo trattamento aerobico (compostaggio) contro i 274 del 2016; 31 impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico (invariato rispetto al 2016); 24 impianti, di digestione anaerobica contro i 21 del 2016.
  Nel 2017, la quantità totale dei rifiuti organici di origine urbana recuperati attraverso i processi di trattamento biologico è passata da 5,7 milioni di tonnellate a 5,9 milioni di tonnellate. Le quantità autorizzate di compostaggio sono passate da circa 5,4 milioni di tonnellate nel 2016 a 6,1 milioni di tonnellate nel 2017, e analogamente crescono le quantità autorizzate di impianti integrati aerobico/anaerobico.
  Per quanto attiene, invece, allo stato di attuazione, a livello nazionale, delle misure definite con il decreto-legge «Sblocca Italia» relativamente all'incenerimento dei rifiuti, occorre rilevare che si assiste ad una contrazione per quanto riguarda il numero degli impianti attivi sul territorio nazionale, che è andato costantemente diminuendo dal 2012 (49 impianti) ad oggi (ultimo dato 2017 pari a 39 impianti). Nel 2016 gli impianti attivi risultavano essere 41. Si assiste, inoltre, ad una contrazione per quanto riguarda le quantità dei rifiuti urbani incenerite nei predetti impianti, che sono passate da 5.403.862 tonnellate del 2016 a 5.266.779 tonnellate del 2017. Si è verificata, infine, una contrazione per quanto riguarda le quantità dei rifiuti totali incenerite nei predetti impianti, che sono passate da 6.205.631 tonnellate nel 2016 a 6.113.232 tonnellate nel 2017.
  Alla luce delle informazioni esposte, si rassicura che il Ministero dell'ambiente continuerà a svolgere le proprie attività, monitorando costantemente l'impatto regolatorio delle normative di settore e valutando il raggiungimento delle finalità e degli obiettivi prefissati.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

incenerimento dei rifiuti

violazione del diritto comunitario

applicazione del diritto comunitario