ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00829

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 70 del 24/10/2018
Firmatari
Primo firmatario: ROSTAN MICHELA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 24/10/2018


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 24/10/2018
Stato iter:
25/10/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 25/10/2018
Resoconto ROSTAN MICHELA LIBERI E UGUALI
 
RISPOSTA GOVERNO 25/10/2018
Resoconto BARTOLAZZI ARMANDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 25/10/2018
Resoconto ROSTAN MICHELA LIBERI E UGUALI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 25/10/2018

SVOLTO IL 25/10/2018

CONCLUSO IL 25/10/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00829
presentato da
ROSTAN Michela
testo di
Mercoledì 24 ottobre 2018, seduta n. 70

   ROSTAN. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'Italia è tra i Paesi a sviluppo avanzato con uno dei più bassi ricorsi all'interruzione volontaria di gravidanza;

   solo l'accesso a una maternità e a una sessualità consapevoli e informate garantisce un minore ricorso all'interruzione di gravidanza;

   sono in corso da anni campagne pubbliche di informazione sulla fertilità: esse hanno un senso se si basano sul fondamento comune della procreazione responsabile;

   la contraccezione maschile e femminile, con tutti gli strumenti disponibili, è metodo necessario e indispensabile per assicurare il diritto alla procreazione responsabile, con ricadute importanti non solo sulla genitorialità consapevole ma anche sulla salute, vista la diffusione ancora importante dell'HIV e considerato che una patologia come l'infezione batterica della Clamidia resta una delle principali cause di infertilità;

   oggi in Italia il costo della contraccezione risulta troppo oneroso, soprattutto per ceti popolari e per i giovani;

   il difficile accesso alla contraccezione, o la scelta, per ragioni economiche, di contraccettivi non sempre adatti, scarica sulle persone, sulla loro salute, una serie di problematiche;

   in alcuni Paesi europei come la Francia, il Belgio e la Germania, i contraccettivi sono gratuiti o rimborsati;

   in Italia, invece, salvo rare iniziative locali, l'accesso a metodi e strumenti contraccettivi, sia per i maschi sia per le femmine, è completamente a carico dei cittadini;

   i nuovi livelli essenziali di assistenza definiti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017 prevedono l'erogazione gratuita da parte della Asl al cittadino, dietro prescrizione medica, di alcuni «ausili per la cura e la protezione personale», tra cui, per esempio, gli assorbenti igienici per l'incontinenza. La lista non comprende alcun mezzo contraccettivo;

   il «Comitato per la contraccezione gratuita e consapevole» dal 6 dicembre 2017 ha attivato una petizione pubblica per garantire la contraccezione gratuita a intero carico del servizio sanitario nazionale che ha raccolto 65.000 firme;

   l'Organizzazione mondiale della sanità inserisce i contraccettivi negli «essential medicines», ovvero nella lista delle medicine che devono essere garantite in ogni Paese;

   le farmacie devono avere tra i farmaci di emergenza anche la contraccezione di emergenza che invece ora non è obbligatorio avere –:

   se non ritenga di assumere una iniziativa, per quanto di competenza, per garantire l'accesso gratuito e universale alla contraccezione, come già previsto dalla legge n. 194 del 1978, includendo i contraccettivi tra gli ausili per la cura e la protezione personale erogabili gratuitamente e prevedendone la distribuzione nei consultori come previsto dalla legge n. 405 del 1975.
(5-00829)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 25 ottobre 2018
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-00829

  In merito all'interrogazione in esame, l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha sottolineato di avere adottato rilevanti misure regolatorie, riguardanti alcune specialità medicinali rientranti nella categoria dei contraccettivi, con l'obiettivo primario di assicurare alla popolazione il più elevato livello di sicurezza e di salute possibile, negli ambiti della semplificazione del regime di fornitura dei contraccettivi di emergenza.
  In particolare, l'AIFA ha precisato che la precedente ammissione a rimborsabilità di alcune specialità medicinali classificate come anticoncezionali, successivamente inserite in classe C (dunque in regime di non rimborsabilità) è risalente a decisioni risalenti all'allora Commissione Unica del Farmaco nel 1993.
  Più di recente, al fine di armonizzare i regimi di fornitura della categoria dei farmaci anticoncezionali, la Commissione Tecnico Scientifica (CTS) dell'AIFA, rilevato che alcune di tali specialità, appartenenti alla classe ATC (Anatomical Therapeutical Classification) – contraccettivi ormonali per uso sistemico – risultavano classificate in fascia A, a differenza della maggioranza dei prodotti anticoncezionali analoghi immessi in commercio, nel corso della riunione dell'11, 12 e 13 novembre 2015, ha deciso di riclassificare in fascia C tutte le specialità rientranti nella classe ATC.
  Tale decisione è stata motivata sulla base delle risultanze di studi scientifici aventi ad oggetto il profilo di sicurezza di detti farmaci, da cui è emersa l'esigenza di evitare un inappropriato orientamento prescrittivo a favore di medicinali, che pur rimasti in classe A di rimborsabilità, presentavano un profilo di sicurezza non più vantaggioso rispetto ad altri farmaci della medesima classe terapeutica già presenti in fascia C.
  Le citate evidenze scientifiche hanno evidenziato, in studi osservazionali su ampie popolazioni, meta-analisi e revisioni sistematiche (tra cui una revisione da parte dell'Agenzia Europea dei Medicinali – EMA – nel mese di gennaio 2014, pubblicata anche nel sito dell'Agenzia Italiana del Farmaco), un maggiore rischio di trombo-embolismo venoso (TEV) connesso all'utilizzo di queste specialità medicinali contenenti progestinici di terza generazione, rispetto a quelli definiti di seconda generazione.
  A seguito della revisione dei dati di farmacovigilanza, TEMA ha, dunque, aggiornato le informazioni cliniche contenute nelle schede tecniche dei contraccettivi a base dei progestinici di terza generazione, sottolineandone il rischio aumentato di TEV rispetto a progestinici meno recenti.
  La concordanza delle evidenze scientifiche circa il rapporto beneficio/rischio, meno favorevole per i contraccettivi orali a base di progestinici di terza generazione, ha indotto, infine, PAIFA a sospenderne la rimborsabilità, avviando contestualmente un approfondimento, finalizzato ad individuare i farmaci anticoncezionali caratterizzati dal miglior profilo beneficio/rischio da ammettere alla rimborsabilità, al fine di garantirne un equo accesso.
  Nell'ambito di tale attività di approfondimento, di recente, l'AIFA ha incontrato le maggiori Società scientifiche italiane di ginecologia ed endocrinologia, per discutere i termini di regolamentazione della prescrizione e della rimborsabilità dei farmaci contraccettivi sistemici, soprattutto nell'ottica di assicurare la copertura da parte del SSN in favore di categorie di popolazione caratterizzate da una maggiore fragilità. Detta valutazione è tuttora in corso.
  Nel frattempo, vi è da dire che non mancano, nel territorio nazionale, esempi di Amministrazioni sanitarie regionali che hanno compiuto concreti passi nella direzione auspicata nell'interrogazione.
  Infatti, la Regione Emilia Romagna ha recentemente approvato, con Delibera n. 1722 del 6 novembre 2017, un documento dal titolo «Indicazioni operative alle Aziende sanitarie per la preservazione della fertilità e la promozione della salute sessuale, relazionale e riproduttiva degli adolescenti e giovani adulti», che prevede l'accesso gratuito alla contraccezione farmacologica nell'ambito dei servizi forniti dai consultori, per tutte le donne e gli uomini di età inferiore ai 26 anni, e per le donne di età compresa tra i 26 e i 45 anni, titolari di esenzione classificata come E02 (disoccupazione) o E99 (lavoratrici colpite dalla crisi), nei 24 mesi successivi ad un'interruzione volontaria di gravidanza e nei 12 mesi dopo il parto.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

contraccezione

malattia

aborto