ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00652

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 57 del 05/10/2018
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/01070
Firmatari
Primo firmatario: ASCANI ANNA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/10/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DE FILIPPO VITO PARTITO DEMOCRATICO 16/01/2019


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 05/10/2018
Stato iter:
16/01/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 16/01/2019
Resoconto BARTOLAZZI ARMANDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 16/01/2019
Resoconto DE FILIPPO VITO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/10/2018

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL

DISCUSSIONE IL 16/01/2019

SVOLTO IL 16/01/2019

CONCLUSO IL 16/01/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00652
presentato da
ASCANI Anna
testo di
Venerdì 5 ottobre 2018, seduta n. 57

   ASCANI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di agosto 2018 è stato pubblicato uno studio prodotto dal laboratorio della Fiaso, Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, sulle politiche del personale sanitario, in particolare circa i pensionamenti e le fuoriuscite dal servizio sanitario nazionale di altro tipo che sono avvenute negli anni 2012-2017 e che avverranno fino al 2025;

   esaminando i risultati dello studio ci troviamo di fronte ad un quadro in cui per alcune specializzazioni mediche esiste un deficit e per altre un surplus. Non si è tenuto conto infatti né della riorganizzazione in atto negli ospedali, e quindi dei nuovi standard, né dei nuovi bisogni di salute della popolazione sempre più orientati verso l'assistenza socio-sanitaria territoriale;

   entro il 2022 mancheranno all'appello 11 mila medici nella sanità pubblica: colpa di prepensionamenti, carenza di specializzandi in alcune discipline chiave ed esodo di medici e personale sanitario verso la sanità privata, più appetibile per condizioni di lavoro e trattamento economico;

   i risultati dell'analisi fotografano una realtà preoccupante: entro il 2025, il 93 per cento degli igienisti e l'81 per cento dei patologi clinici italiani attualmente in servizio avrà raggiunto l'età della pensione. Per internisti, chirurghi, psichiatri, nefrologi e riabilitatori la percentuale è del 50 per cento, ma è tra anestesisti e rianimatori che si avrà il numero di abbandoni maggiore in termini assoluti: quasi cinquemila da qui a sette anni –:

   come intendano intervenire i Ministri interrogati in relazione al problema, in particolare quali soluzioni da un punto di vista di riorganizzazione del servizio sanitario e del sistema universitario intendano promuovere per arginare le criticità descritte.
(5-00652)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 16 gennaio 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-00652

  Il Ministero della salute segue con particolare attenzione i vari aspetti della problematica descritta nell'interrogazione parlamentare in esame.
  Nei prossimi anni, in effetti, si verificherà una importante fuoriuscita dal mercato del lavoro sia di medici specialisti, con pensionamenti numericamente più consistenti per alcune specializzazioni, sia di medici di medicina generale.
  Prendendo in considerazione i medici iscritti ad una qualsiasi delle casse previdenziali ENPAM, e quindi indipendentemente dal settore di impiego e dal loro «status» occupazionale, risulta che oltre il 15 per cento ha un'età uguale o superiore ai 65 anni; in particolare esiste una forte concentrazione di medici compresi nelle fasce di età 55-59 e 60-64, in cui si collocano complessivamente circa 120.000 medici.
  Tuttavia, è opportuno considerare che tale fenomeno è la fisiologica conseguenza della cosiddetta «pletora medica» degli anni ‘70-‘80, ossia del periodo in cui gli accessi al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia non erano regolati dal numero chiuso e le Facoltà di Medicina accoglievano un numero considerevole di immatricolati, diventati i medici che nei prossimi anni andranno in pensione.
  In riferimento al solo Servizio Sanitario Nazionale, si evince che oltre il 47 per cento dei medici da esso dipendenti ha un'età compresa tra i 55 ed i 64 anni, ossia appartiene alle classi di età che corrispondono alle future uscite dal mercato del lavoro ed al picco della gobba pensionistica.
  La medesima percentuale, calcolata sul totale dei medici iscritti all'ENPAM di età inferiore ai 75 anni, è pari a circa il 34 per cento.
  Più in particolare, si evince che nel periodo di tempo 2010-2016 il numero di Dirigenti medici con rapporto di lavoro a tempo indeterminato è passato da 111.362 unità a 105.086 unità, con un decremento complessivo di 6.276 unità, ossia di circa 6 punti percentuali.
  Tuttavia, nel medesimo arco temporale si è registrato un importante aumento del numero dei medici assunti presso le strutture del Servizio Sanitario Nazionale con contratto di lavoro a tempo determinato.
  In termini di «unità uomo equivalenti», infatti, tale contingente di personale medico è passato dalle 7.206 unità dell'anno 2010 alle 8.943 unità nell'anno 2016 (+24 per cento).
  Del resto, occorre tener conto dei vincoli alle assunzioni disposti dalla normativa per motivi di contenimento dei costi.
  In ogni caso, nella prospettiva dell'imminente approssimarsi della «gobba pensionistica» e nell'ottica di garantire il necessario prosieguo del percorso formativo dei neolaureati in medicina, propedeutico all'effettivo esercizio della profes- sione, il Governo si è impegnato a trovare risorse aggiuntive per il finanziamento dei contratti di formazione medico-specialistica, i quali sono passati da un totale di 5.000 contratti finanziati dallo Stato per l'Anno Accademico 2013/2014, a 6.200 contratti complessivi per l'Anno Accademico 2017/2018, con un incremento percentuale pari al 24 per cento.
  Inoltre, è opportuno ricordare che è cresciuto anche il numero di contratti finanziati dalle Regioni e da altri Enti pubblici o privati.
  Per consentire di evidenziare con maggiore dettaglio la situazione relativa alle specializzazioni mediche, metto a disposizione dell'On.le interrogante e della Commissione una tabella che mette in luce le variazioni, in aumento, del numero di contratti di formazione assegnati alle Scuole di specializzazione nel corso dell'ultimo quinquennio accademico.
  In particolare, per la specializzazione di Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva e del Dolore, particolarmente richiamata nell'interrogazione in esame, nell'Anno Accademico 2017/2018 sono stati finanziati con risorse statali 650 contratti, per un quantitativo di 125 contratti aggiuntivi rispetto all'Anno Accademico 2013/2014, con un incremento percentuale del 24 per cento.
  La tabella dimostra come sia in corso un processo di ridefinizione del numero di posti disponibili per l'accesso alla formazione post-laurea dei neo laureati in Medicina, a riprova dell'impegno da parte del Governo e delle Amministrazioni regionali nel reperire le risorse finanziarie incrementali necessarie al conseguimento di tale scopo.
  In effetti, il punto cruciale non è tanto la numerosità di contratti di formazione specialistica, quanto la distribuzione degli stessi tra le diverse tipologie di Scuole.
  È in questo contesto che potrà inserirsi il proseguimento dei lavori relativi alla metodologia di pianificazione e previsione del personale sanitario, che è stata sviluppata ed estesa a tutte le figure professionali.
  Una «naturale» evoluzione dell'attività posta in essere sul tema della programmazione potrebbe essere la sua applicazione all'universo delle specializzazioni mediche, proprio allo scopo di pervenire ad una distribuzione ottimale dei contratti di formazione, tenuto conto dei principi cardine della programmazione: orizzonte temporale di medio-lungo periodo, fabbisogno inteso per il sistema sanitario nel suo complesso, offerta e domanda di professionisti messe in relazione al fine di identificare la capacità di assorbimento del mercato del lavoro, quantificare le eventuali carenze o eccedenze di personale nel futuro e porre in essere le azioni opportune per prevenirle.
  Inoltre, l'attenzione potrà essere focalizzata anche su alcuni segnali che provengono dal mondo del lavoro, e che mettono in luce nuove tendenze in atto.
  Pervengono, infatti, al Ministero della salute diverse segnalazioni che suggeriscono che alcune scelte lavorative dei giovani medici vengono condizionate da ragioni legate a prospettive di guadagni più sostanziosi ed alla maggiore flessibilità nell'organizzazione dell'orario di lavoro, che la libera professione o l'impiego nel settore privato sono in grado di offrire.
  Per quanto riguarda le risorse finanziarie, si fa presente che la legge 30 dicembre 2018, n. 145, «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021», prevede ulteriori 10 milioni di euro annui, a decorrere dall'anno 2019, da destinare ad un numero aggiuntivo di borse di studio per i corsi di formazione specifica in Medicina Generale, nonché ulteriori risorse per i contratti di formazione specialistica pari a 22,5 milioni di euro per l'anno 2019, 45 milioni di euro per l'anno 2020, 68,4 milioni di euro per l'anno 2021, 91,8 milioni di euro per l'anno 2022 e 100 milioni di euro annui a decorrere dal 2023.
  Concludo facendo presente che proprio in questi giorni si discuteranno al Senato, nell'ambito dell’iter di conversione del decreto-legge «Semplificazioni», ulteriori misure volute dal Governo che vanno nella direzione di favorire l'accesso all'impiego nel Servizio sanitario nazionale, anche ai medici di medicina generale, garantendo loro la dovuta formazione e, al tempo stesso, l'erogazione dei servizi e dei Livelli essenziali di assistenza in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale.

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Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

professione sanitaria

amministrazione del personale

sanita' pubblica