ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00166

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 28 del 17/07/2018
Firmatari
Primo firmatario: POTENTI MANFREDI
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 17/07/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CANTALAMESSA GIANLUCA LEGA - SALVINI PREMIER 17/07/2018
BISA INGRID LEGA - SALVINI PREMIER 17/07/2018
BONIARDI FABIO MASSIMO LEGA - SALVINI PREMIER 17/07/2018
DI MURO FLAVIO LEGA - SALVINI PREMIER 17/07/2018
MARCHETTI RICCARDO AUGUSTO LEGA - SALVINI PREMIER 17/07/2018
PAOLINI LUCA RODOLFO LEGA - SALVINI PREMIER 17/07/2018
TATEO ANNA RITA LEGA - SALVINI PREMIER 17/07/2018
TURRI ROBERTO LEGA - SALVINI PREMIER 17/07/2018


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 17/07/2018
Stato iter:
18/07/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 18/07/2018
Resoconto POTENTI MANFREDI LEGA - SALVINI PREMIER
 
RISPOSTA GOVERNO 18/07/2018
Resoconto FERRARESI VITTORIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 18/07/2018
Resoconto POTENTI MANFREDI LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 18/07/2018

SVOLTO IL 18/07/2018

CONCLUSO IL 18/07/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00166
presentato da
POTENTI Manfredi
testo di
Martedì 17 luglio 2018, seduta n. 28

   POTENTI, CANTALAMESSA, BISA, BONIARDI, DI MURO, MARCHETTI, PAOLINI, TATEO, TURRI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   in data 23 maggio 2018 il quotidiano «Sole24 ore» rendeva noti i risultati di un'indagine condotta dal comando carabinieri antifalsificazione. Il comandante del reparto, Francesco Ferace, informava dell'esistenza di una frode ai danni dello Stato consistente nella messa in circolazione di falsi «bolli» da migliaia di euro, impiegati per iscrivere a ruolo il processo;

   risulterebbe, infatti, che il mercato sia invaso da false «marche» ricreate in laboratorio con sofisticata cura, utilizzando bobine prodotte in Cina, ma anche sottratte dal Poligrafico dello Stato grazie a dipendenti compiacenti. Si rende poi noto l'avvenuto sequestro di falsi contributi unificati per un valore di 2 milioni di euro ed inoltre di oltre 106 mila rotoli in bianco, pronti per essere trascritti. La situazione è definita come «una delle più grandi frodi erariali italiane», che viene stimata sul numero delle bobine in bianco confiscate e può quantificarsi fino a un massimo di oltre 1 miliardo di euro;

   le affermazioni del comandante del nucleo antifalsificazione sono allarmanti, allorché, egli parla di un danno erariale di enormi proporzioni che si trascina da svariati anni di «un'emergenza nazionale» non esattamente quantificabile poiché è impossibile compiere un'analisi generale ma a campione e, da questi accertamenti eseguiti nel corso di una sola indagine emerge il coinvolgimento di ben 600 studi legali che utilizzavano queste marche da bollo false, individuando il loro utilizzo irregolare nei tribunali di Milano, Torino, Palermo e Bari;

   si riferisce infine dell'esistenza di tre metodi di falsificazione: utilizzando una marca adesiva da bollo originale modificata (solitamente da 0,26 centesimi) o bobine prodotte in Cina od addirittura provenienti direttamente dal Poligrafico. I guadagni per le organizzazioni che gestiscono il business sembrerebbero enormi e la vendita di queste marche risulta ramificata al punto che dalle località di produzione partono vere e proprie spedizioni per coprire la domanda sempre più crescente di questi valori illeciti;

   garantire allo Stato il futuro incasso delle somme evase avrebbe un positivo effetto sulla giustizia italiana, con risorse che potrebbero essere immediatamente indirizzate alla soluzione delle tante urgenze degli uffici giudiziari e dei connessi servizi –:

   quali iniziative intenda intraprendere, anche di carattere normativo, per rendere obbligatorio il pagamento del contributo unificato, alternativamente, attraverso versamento F23 o con apposita funzione da creare nel processo civile telematico, così contrastando il fenomeno di contraffazione descritto.
(5-00166)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 18 luglio 2018
nell'allegato al bollettino in Commissione II (Giustizia)
5-00166

  Con l'interrogazione in oggetto si chiede quali siano le iniziative, anche a carattere normativo, che il Ministro della giustizia intende intraprendere per far fronte al fenomeno di contraffazione di marche da bollo e contributi unificati, portato alla luce da recenti indagini del Comando dei Carabinieri Antifalsificazione.
  Come rilevato dall'Onorevole interrogante, si tratta di una zona grigia in cui si inserisce una diffusa frode ai danni dello Stato, consistente nella messa in circolazione di falsi «bolli» per le iscrizioni a ruolo, di false marche ricreate in laboratorio, utilizzando bobine prodotte in Cina, ma anche sottratte dal Poligrafico dello Stato, o ancora, utilizzando marche da bollo originali del valore di 0,26 centesimi poi contraffatte, in cui sarebbero coinvolti circa 600 studi legali operanti presso i tribunali di Milano, Torino, Palermo e Bari, con conseguente ingente danno erariale.
  Come sapete, l'attuale disciplina delle modalità del pagamento del contributo unificato si trae dall'articolo 192 del decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002.
  In merito a ciò, se da un lato si ribadisce da parte di questo Ministero la piena intenzione di confidare nelle indagini dell'Autorità Giudiziaria per la repressione delle condotte delittuose, da un altro lato, nell'ottica della prevenzione, proprio la determinazione delle modalità di versamento del contributo unificato costituisce oggetto di una iniziativa legislativa contenuta nello Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente: «Regolamento recante disposizioni in materia di determinazioni degli importi e delle modalità di pagamento dei diritti di copia e di certificato, del contributo unificato, delle spese per le notificazioni a richiesta d'ufficio nel processo civile, nonché in materia di riscossione delle spese di giustizia».
  In particolare, secondo la nuova disciplina, il pagamento del contributo unificato dovrà essere, in futuro, eseguito: a) telematicamente, quando esso è effettuato contestualmente ad un atto depositato telematicamente; b) non telematicamente, quando il pagamento è effettuato contestualmente ad un atto depositato su supporto cartaceo.
  In realtà, le ipotesi per le quali non è previsto il deposito contestuale di un atto processuale rimarrebbero due (cioè, contributo dovuto per la procedura fallimentare e contributo dovuto per la sentenza di accoglimento della domanda della parte civile di condanna ad una somma determinata). Per le stesse vengono ulteriormente previsti: il ricorso alle modalità telematiche, nel caso della procedura fallimentare, trattandosi di un atto del curatore; il pagamento non telematico, nel caso della parte civile, atteso che l'intero processo penale si svolge ancora con modalità non telematiche.
  Nessuna disposizione è invece prevista per le modalità di pagamento del contributo vinificato nel giudizio amministrativo, il quale resta disciplinato dall'articolo 192, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, che sul punto rinvia al decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da adottarsi sentito il Presidente del Consiglio di Stato.
  Come è noto, la disciplina del pagamento del contributo unificato nel processo tributario è invece contenuta nell'articolo 1, comma 599, della legge n. 147 del 2013, che prevede la dematerializzazione dei contributi unificati e delle spese di giustizia.
  In definitiva nella proposta normativa richiamata, l'articolo 192 del decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002 dovrebbe essere modificato nel senso di muoversi verso la medesima direzione auspicata dagli interroganti, rendendo la modalità di pagamento telematica come obbligatoria in tutte le ipotesi di obbligatorietà di deposito dell'atto per via telematica, in correlazione con le ulteriori misure tecniche volte ad evitare la riutilizzazione delle marche per l'iscrizione di diversi processi, tramite la memorizzazione delle marche nei database a livello nazionale (nota prot. 1028/2017 DGSIA).
  Valutando che l’iter legislativo, avviato nel 2011, ha subito diversi arresti (determinati tanto dai numerosi interventi normativi che hanno ridisegnato il quadro di riferimento nel quale il decreto del Presidente della Repubblica dovrebbe inserirsi, quanto in ragione della necessità di coordinare la disciplina con le mutate modalità tecniche/informatiche che regolano il deposito telematico degli atti) e che, attualmente, è necessario attendere l'esito del concerto tecnico con il Ministero dell'economia e delle finanze, si esprime la evidente intenzione di dotare l'Amministrazione degli strumenti idonei a prevenire la possibilità che si verifichino condotte fraudolente analoghe a quelle individuate dagli Onorevoli interroganti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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