ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12433

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 714 del 27/06/2022
Firmatari
Primo firmatario: VIVIANI LORENZO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 24/06/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUBISUTTI AURELIA LEGA - SALVINI PREMIER 27/06/2022
GASTALDI FLAVIO LEGA - SALVINI PREMIER 27/06/2022
GERMANA' ANTONINO LEGA - SALVINI PREMIER 27/06/2022
GOLINELLI GUGLIELMO LEGA - SALVINI PREMIER 27/06/2022
LIUNI MARZIO LEGA - SALVINI PREMIER 27/06/2022
LOLINI MARIO LEGA - SALVINI PREMIER 27/06/2022
LOSS MARTINA LEGA - SALVINI PREMIER 27/06/2022
MANZATO FRANCO LEGA - SALVINI PREMIER 27/06/2022
ROMANO' MARINA LEGA - SALVINI PREMIER 27/06/2022
TARANTINO LEONARDO LEGA - SALVINI PREMIER 27/06/2022


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 24/06/2022
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12433
presentato da
VIVIANI Lorenzo
testo di
Lunedì 27 giugno 2022, seduta n. 714

   VIVIANI, BUBISUTTI, GASTALDI, GERMANÀ, GOLINELLI, LIUNI, LOLINI, LOSS, MANZATO, ROMANÒ e TARANTINO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il prezzo del gasolio agricolo utilizzato anche per la pesca e acquacoltura, da Nord a Sud varia, ed ha superato quota 1,20 euro/litro, quando un anno fa si poteva acquistare per meno di 0,60 euro;

   i primi di giugno 2022 le marinerie di Ancona, della Puglia e degli altri porti italiani sono rimaste ferme per due settimane per protestare contro il caro gasolio che sta recando un colpo mortale al comparto ittico;

   l'aumento del gasolio per la pesca mette a rischio la sopravvivenza dei 12.000 pescherecci italiani e 28.000 lavoratori, con un vasto indotto ad essa collegato, inoltre sta danneggiando ulteriormente la produzione italiana a favore di un import che, in molti casi, non è affatto sinonimo di garanzia, sostenibilità sociale, ambientale, né tantomeno di sicurezza alimentare;

   lo sciopero dell'intero comparto ittico ha portato inevitabilmente a far sparire dai banchi delle pescherie italiane, dei mercati, dei supermercati il prodotto ittico nostrano, sostituendolo con quello straniero, proveniente non solo dai vicini diretti concorrenti, come Croazia, Francia, Grecia, Spagna, Tunisia ma anche dai Paesi terzi come ad esempio le orate dalla Tanzania, i pangasi dal Vietnam e le seppie dalle Seychelles, a danno anche della salute dei consumatori;

   con il prezzo del gasolio a questi livelli, un armatore che possiede un peschereccio di 27 metri con 7 uomini di equipaggio per mettere in mare la sua imbarcazione spende mediamente 4000 euro di carburante al giorno, a cui devono aggiungersi 1000 euro di altri materiali – che anche questi hanno subito dei vertiginosi aumenti – e circa 2000 euro di costi di personale per un totale giornaliero di circa 6500-7000 euro;

   oltre al caro gasolio, negli anni la pesca ha dovuto subire una progressiva riduzione dello sforzo di pesca. Nel 2022 sono stati costretti a ridurre ulteriormente le giornate di pesca, arrivando a diminuire le uscite in mare a 120-130 giorni andando di fatto al di sotto della soglia di sostenibilità e facendo registrare una riduzione del 20 per cento di fatturato;

   con meno giornate di pesca e costi superiori ai ricavi si va incontro ad un danno irrecuperabile al settore, con 8 imprese su 10 che rischiano la chiusura della loro attività; ad esempio in Croazia si possono pescare 24 ore al giorno tutti i giorni;

   gli aiuti del Governo disposti dai vari provvedimenti o stanno arrivando con lentezza, come i pagamenti per il fermo biologico del 2021, o risultano insufficienti, come il credito d'imposta del 20 per cento previsto per il solo primo trimestre 2022; contributi che avrebbero permesso ai pescatori di pagare qualche debito e perlomeno procrastinare l'agonia;

   anche Sua Santità Papa Francesco all'Angelus ha detto «Esprimo la mia vicinanza ai pescatori che a causa dell'aumento del costo del carburante, rischiano di dover cessare la loro attività»;

   risulta, inoltre, agli interroganti che in Francia il prezzo del carburante per la pesca è di 0,85 euro/litro, a cui vanno tolti 0,15 euro pagati alla pompa dallo Stato e 0,20 euro dagli oneri sociali, per un costo finale di 0,50 euro/litro, mentre in Grecia e Spagna sembrerebbe essere circa la metà rispetto a quello italiano –:

   quali iniziative urgenti intenda intraprendere a tutela delle imprese ittiche italiane la cui sostenibilità economica e sociale non è più assicurata a causa degli aumenti dei costi fissi dovuti soprattutto al rincaro del prezzo del gasolio nonché quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di calmierare o determinare un prezzo fisso alla pompa del gasolio agricolo utilizzato dal comparto ittico, come avviene ad esempio in Francia, al fine di evitare il blocco del comparto ittico settore fondamentale per l'economia nazionale.
(4-12433)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

gestione della pesca

aumento dei prezzi

mercato interno