ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12081

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 693 del 13/05/2022
Firmatari
Primo firmatario: DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 13/05/2022


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 13/05/2022
Stato iter:
20/07/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/07/2022
DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 20/07/2022

CONCLUSO IL 20/07/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12081
presentato da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea
testo di
Venerdì 13 maggio 2022, seduta n. 693

   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   da articoli pubblicati sui siti online dei quotidiani «Corriere della Sera» e «Avvenire» dell'11 maggio 2022, si apprende dell'arresto del cardinale Joseph Zen, accusato dalle autorità cinese di «collusione con forze straniere» secondo quanto stabilito dalla «legge di sicurezza nazionale cinese», istituita nell'ottobre del 2021 e utilizzata come vera e propria arma di repressione nei confronti degli attivisti democratici di Hong Kong;

   il cardinale, infatti, rappresenta una figura di spicco del movimento democratico in contrapposizione al governo comunista cinese e alle sue politiche antidemocratiche e repressive, figurando come garante del fondo «612 Humanitarian Relief», costituito al fine di sostenere gli attivisti che hanno preso parte alle manifestazioni del 2019 e successivamente disciolto nell'ottobre 2021 a causa delle politiche di repressione instaurate dal governo di Pechino;

   ciononostante, le autorità comuniste cinesi hanno proseguito con l'arresto degli attivisti del movimento democratico di protesta, imprigionando, infine, lo stesso cardinale Zen al fine di interrogarlo. Da tempo, infatti, il porporato cinese risulta essere inviso al governo comunista anche per le sue posizioni fermamente contrarie alle ingerenze del Partito comunista sulle comunità religiose presenti in Cina, criticando apertamente la rimozione delle croci dalle chiese e per aver celebrato messa per i martiri di Tienanmen massacrati dall'esercito comunista nel 1989, noncurante delle ritorsioni che avrebbe potuto in tal modo subire. Inoltre, il cardinale Zen ha sempre difeso strenuamente lo statuto speciale della città di Hong Kong, base del principio «Un Paese due sistemi», in vigore dal 1997;

   il cardinale Zen è la limpida rappresentazione degli ideali di libertà e democrazia su cui poggiano la cultura politica, giuridica e sociale dell'Italia, la quale non può e non deve rimanere indifferente di fronte alla loro violazione da parte del governo dittatoriale della Cina comunista, manifestando la propria posizione nettamente contraria alle politiche liberticide del governo di Xi Jinping –:

   se il Governo intenda esprimere ferma condanna verso i numerosi e continui arresti degli attivisti di Hong Kong;

   se il Governo intenda chiedere l'immediata scarcerazione del cardinale Joseph Zen;

   se il Governo intenda contestare pubblicamente la «legge di sicurezza nazionale cinese» in quanto strumento lesivo delle libertà e dei diritti dei cittadini di Hong Kong.
(4-12081)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 20 luglio 2022
nell'allegato B della seduta n. 728
4-12081
presentata da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea

  Risposta. — Il Governo italiano non ha mai mancato, sia in ambito dell'Unione europea che in tutti i consessi internazionali, di esprimere le proprie gravi preoccupazioni per il radicale restringimento dei diritti e delle libertà fondamentali ad Hong Kong, incluse le libertà di espressione, riunione e associazione pacifica e di stampa. Continuiamo a seguire con massima attenzione gli sviluppi ad Hong Kong, anche in relazione alle ultime vicende richiamate dall'onorevole interrogante.
  L'Italia si è ripetutamente pronunciata in questi anni, assicurando pieno sostegno a numerose iniziative in ambito ONU, UE e G7, nella convinzione che esprimersi con una sola voce forte e coesa su tali temi assicuri maggiore efficacia e incisività. Allo stesso modo, abbiamo sollevato la questione nelle occasioni di dialogo bilaterale con le controparti cinesi, incluso l'incontro a Roma del 29 ottobre 2021 tra il Ministro Di Maio e il suo omologo, il Consigliere di Stato e Ministro degli esteri cinese Wang Yi.
  Tra le ultime iniziative, l'Italia ha sostenuto e aderito alle dichiarazioni dell'Unione europea dell'8 maggio 2022 e G7 del 9 maggio 2022. Si tratta di prese di posizione fortemente critiche dell'intero processo di selezione ed elezione del nuovo
Chief Executive della regione amministrativa speciale. Insieme ai partner G7, alle Istituzioni europee e agli altri Paesi membri dell'Unione europea l'Italia ha affermato che questa elezione, basata sulla riforma elettorale in senso restrittivo del marzo 2021, infligge un ulteriore severo colpo agli spazi democratici ad Hong Kong, minando alle fondamenta la tenuta del principio «Un Paese, due Sistemi». Con queste dichiarazioni, l'Italia si è unita all'appello alle autorità cinesi e hongkonghine per il pieno rispetto dello stato di diritto, basato sull'autonomia del potere giudiziario e della magistratura locale.
  Alle Nazioni Unite, sia in consiglio diritti umani che nell'ambito della III Commissione dell'Assemblea generale, insieme a numerosi
partner dell'Unione europea e Paesi che come noi hanno a cuore la tutela e la promozione dei diritti umani, abbiamo a più riprese espresso la nostra preoccupazione per il deterioramento delle libertà fondamentali e il restringimento degli spazi della società civile ad Hong Kong. Le riforme del sistema elettorale, la legge sulla sicurezza nazionale, la progressiva erosione della libertà di stampa e l'indipendenza del potere giudiziario sono state il principale oggetto dei nostri interventi.
  Nell'ambito della
Media Freedom Coalition, una coalizione di 50 Stati finalizzata a sostenere la libertà dei media e la libertà e la sicurezza dei giornalisti, il 7 febbraio 2022 abbiamo aderito a una dichiarazione congiunta di ferma condanna del pesante attacco alla libertà di stampa ad Hong Kong, dopo averlo già fatto a luglio dell'anno scorso.
  La vicenda del cardinale Joseph Zen, punto di riferimento per la società cattolica ad Hong Kong, e degli attivisti arrestati con lui – a cui risulta essere stata concessa la libertà su cauzione con divieto di espatrio – non fa che confermare le gravi preoccupazioni sul radicale restringimento in atto delle libertà fondamentali ad Hong Kong. Tra queste soprattutto quelle di opinione ed espressione e di religione o credo. L'Italia sta seguendo da vicino e con grande attenzione il procedimento a carico degli imputati, a partire dall'udienza preliminare tenutasi il 24 maggio 2022. Lo stesso continueremo a fare durante il processo, previsto iniziare il prossimo settembre.
  Le ultime vicende hanno confermato la validità delle scelte di politica estera del Governo che, sia sul piano bilaterale che congiuntamente ai
partner dell'Unione europea e G7, ha manifestato con chiarezza le proprie preoccupazioni sulla situazione ad Hong Kong fin dal primo annuncio di introduzione della legge di sicurezza nazionale, il 21 maggio 2020, ad avviso nostro e dei nostri partner non conforme con la legge fondamentale di Hong Kong e con gli impegni internazionali assunti dalla Cina con la dichiarazione congiunta sino-britannica del 1984.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Manlio Di Stefano.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

comunismo

sicurezza pubblica

diritto dell'individuo