ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12080

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 693 del 13/05/2022
Firmatari
Primo firmatario: EHM YANA CHIARA
Gruppo: MISTO-MANIFESTA, POTERE AL POPOLO, PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA-SINISTRA EUROPEA
Data firma: 13/05/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BENEDETTI SILVIA MISTO-MANIFESTA, POTERE AL POPOLO, PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA-SINISTRA EUROPEA 13/05/2022
SARLI DORIANA MISTO-MANIFESTA, POTERE AL POPOLO, PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA-SINISTRA EUROPEA 13/05/2022
SURIANO SIMONA MISTO-MANIFESTA, POTERE AL POPOLO, PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA-SINISTRA EUROPEA 13/05/2022


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 13/05/2022
Stato iter:
20/07/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/07/2022
SERENI MARINA VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 20/07/2022

CONCLUSO IL 20/07/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12080
presentato da
EHM Yana Chiara
testo di
Venerdì 13 maggio 2022, seduta n. 693

   EHM, BENEDETTI, SARLI e SURIANO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'11 maggio, la giornalista e reporter di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh – cittadina palestinese con passaporto americano – è rimasta uccisa da colpi di arma da fuoco durante scontri tra miliziani palestinesi ed esercito israeliano, a seguito di un raid per l'arresto di «sospetti terroristi», condotto dall'esercito israeliano nel campo profughi di Jenin in Cisgiordania. L'operazione ha altresì ferito alla schiena il collega della giornalista, Ali Sammoudi;

   da una prima ricostruzione fornita dalla giornalista Shatsa Hanaysha, presente al fatto, parrebbe che, al momento dell'uccisione – nel campo di Jenin – fosse in atto un'incursione dell'esercito israeliano per l'arresto di un presunto militante armato del Jihad Islami, durante la quale sarebbero partiti spari contro i giornalisti;

   secondo la ricostruzione della giornalista, la vittima indossava giubbotto antiproiettile, elmetto e pettorina di riconoscimento, sulla quale, era ben visibile la dicitura «PRESS», alle spalle dei due giornalisti vi era un muro, ed, inoltre, al momento dell'uccisione, non vi erano in corso conflitti a fuoco tra le due fazioni;

   la testimonianza è resa attendibile da numerosi video sul ritrovamento del cadavere della giornalista;

   da ciò, è facilmente deducibile che i colpi fossero voluti e non casuali;

   la narrazione illustrata è stata ripresa anche dalla CNN, che, ricostruendo l'accaduto e acquisendo testimonianze, ha accertato che, al momento dell'uccisione non erano presenti militanti palestinesi; secondo «Reporter senza frontiere», è altamente probabile che, nel caso di specie, vi sia la violazione – da parte degli autori dell'omicidio – dei principi contenuti nella Convenzione di Ginevra e nella Risoluzione del Consiglio di sicurezza sulla protezione dei giornalisti n. 2222(2015), mentre le associazioni per la difesa della libertà di stampa chiedono un'indagine internazionale;

   secondo i dati di tali organizzazioni, Shireen Abu Aqleh sarebbe la 26° giornalista uccisa in servizio nel 2022;

   l'uccisione è avvenuta nella città simbolo della resistenza palestinese, dopo gli scontri del 2022;

   a seguito di tali fatti, il Governo di Israele, nella persona del Ministro della difesa Benny Gantz, ha comunicato che da parte dell'esercito israeliano non vi sarebbero state azioni dirette verso la giornalista e ha informato di volere avviare un'indagine congiunta con il Governo palestinese;

   tale Governo ha immediatamente rifiutato, facendo sapere che il caso sarà presto sottoposto alla Corte Penale Internazionale;

   il fatto ha provocato l'indignazione del Dipartimento di Stato USA che lo ha definito «un affronto alla libera stampa mondiale», alla quale si è unita la condanna dell'Unione Europea, che in una nota ha ribadito che «è essenziale un'indagine approfondita e indipendente, idonea a chiarire quanto prima le circostanze, al fine di assicurare i responsabili alla giustizia»;

   il Viceministro degli esteri del Governo italiano, Marina Sereni, ha espresso preoccupazione «per il rischio che il drammatico episodio possa alimentare le tensioni e le violenze nei territori palestinesi e in tutto il Medio Oriente», individuando, nel corso della riunione «Ad Hoc Liaison Committee for Palestine», quale unica soluzione per garantire sicurezza di quei territori, la separazione dei due popoli e dei due Stati;

   quanto riportato trova fondamento nell'aperto risentimento proveniente da diversi attori internazionali del Sud del Mondo in occasione della guerra in Ucraina, sulla quale alcuni Stati occidentali avrebbero espresso forme di «indignazione selettiva» –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere il Ministro interrogato, al fine di avviare immediatamente, in accordo con i Paesi dell'Unione europea e con le organizzazioni internazionali, un'indagine nelle competenti sedi internazionali, per ottenere verità, trasparenza e giustizia su quanto accaduto, per individuare i responsabili e per assicurare la libertà di stampa e l'incolumità dei giornalisti che operano nei territori di conflitto.
(4-12080)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 20 luglio 2022
nell'allegato B della seduta n. 728
4-12080
presentata da
EHM Yana Chiara

  Risposta. — Il Governo ha immediatamente espresso la forte condanna dell'Italia per l'uccisione della giornalista Shireen Abu Akleh. Oltre al tweet della Farnesina a poche ore della sua tragica morte, ho rilasciato un comunicato lo stesso 11 maggio, giorno in cui la giornalista è stata uccisa. Ho rappresentato in maniera netta la gravità assoluta di quanto accaduto e sottolineato la necessità impellente di chiarirne al più presto la dinamica. La Farnesina ha successivamente espresso ferma condanna anche per l'ingiustificata violenza ai danni del corteo funebre della giornalista, sotto gli occhi di tutti il 13 maggio in un filmato che ha fatto il giro del mondo.
  L'Italia è sempre stata in prima linea nella difesa della libertà di stampa. Assicurare ai giornalisti la possibilità di svolgere il proprio lavoro liberamente, senza timore di subire violenze o minacce alla propria incolumità, è responsabilità di ogni Paese democratico.
  Non posso quindi che ribadire l'assoluta convinzione del Governo circa la necessità di chiarire le circostanze di questa terribile morte e di individuare e perseguire i responsabili attraverso un'approfondita indagine indipendente. L'Unione europea condivide con noi questa posizione di assoluta fermezza. Con i nostri partner seguiamo infatti con la massima attenzione gli sviluppi della vicenda. Siamo impegnati a promuovere un'azione diplomatica coerente e coesa, per sensibilizzare le parti a fare chiarezza su quanto accaduto.
  Si tratta purtroppo dell'ennesimo capitolo di una ormai lunghissima storia di contrapposizioni e ostilità tra israeliani e palestinesi. Le ultime settimane sono state segnate da una ripresa di attacchi terroristici in Israele e di scontri a Gerusalemme est e in Cisgiordania. Le vittime tra la popolazione civile sono state numerose e il livello di tensione si è fortemente innalzato.
  La nuova ondata di violenza, ulteriore prova dell'insostenibilità dello
status quo, ci ricorda la necessità di ogni possibile sforzo per giungere ad una soluzione reale, vera e duratura del conflitto israelo-palestinese.
  Il Governo sta facendo la sua parte, dedicandosi con determinazione e impegno a favorire la creazione di condizioni per un ritorno delle parti al tavolo negoziale. È nostra ferma convinzione che la soluzione di uno dei conflitti più lunghi della storia recente non possa che passare attraverso la realizzazione di due diritti: quello di Israele ad esistere in pace e sicurezza e quello dei palestinesi a vivere vite normali in uno Stato sovrano e autonomo.
  Il 9 e 10 maggio 2022 l'Ad Hoc Liaison Committee – meccanismo di coordinamento dell'assistenza internazionale a favore dei Territori palestinesi creato nel solco degli Accordi di Oslo – ha fornito l'occasione per ribadire il persistente impegno italiano per il rilancio della prospettiva a due Stati, insieme al consolidato sostegno del nostro Paese allo sviluppo socio-economico palestinese e ad UNRWA.
  Il nostro impegno a favore della pace proseguirà, con costanza e determinazione. Continueremo anche per questo, con coerenza, a chiedere di fare chiarezza sull'uccisione di Shireen Abu Akleh. L'accertamento di questa e di altre verità contribuirà a costruire fiducia reciproca e a porre fine a uno stillicidio che si protrae in Terra Santa da troppi anni.

La Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale: Marina Sereni.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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