ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11582

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 656 del 14/03/2022
Firmatari
Primo firmatario: PETTARIN GUIDO GERMANO
Gruppo: CORAGGIO ITALIA
Data firma: 13/03/2022


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 13/03/2022
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11582
presentato da
PETTARIN Guido Germano
testo di
Lunedì 14 marzo 2022, seduta n. 656

   PETTARIN. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

  sul territorio italiano, ad oggi, sono davvero pochi i monumenti in onore dei cosiddetti «Italiani d'Austria», ossia i tantissimi padri, mariti, fratelli, figli delle nuove province italiane caduti durante la Prima guerra mondiale con indosso la divisa dell'esercito austro-ungarico. Il loro numero è ad oggi incerto, ma quasi sicuramente superiore ai 30.000 uomini. Secondo i ricercatori, la causa della mancanza di informazioni deve essere ricondotta al regime fascista, il quale avrebbe imposto la classificazione di riservatezza allo «Schedario degli Italiani delle nuove provincie già militari nell'esercito austro-ungarico morti in seguito alla guerra» per occultare una realtà allora ritenuta incompatibile con le logiche di propaganda nazionalista, ossia la morte di decine di migliaia di italiani che combatterono nelle fila dell'esercito nemico contro l'Italia;

   per quanto il tema possa apparire marginale rispetto ad altre problematiche, attuali e non, che coinvolgono tutti gli italiani, a quattro anni dalle celebrazioni per il centenario della fine della Grande guerra e a qualche mese dalle commemorazioni in ricordo del Milite ignoto non si può non pensare al fatto che non esiste famiglia isontina, triestina o trentina che non abbia avuto almeno un familiare o congiunto combattente nell'Esercito austro-ungarico che attende ancora di essere tratto dall'ingiusto oblio determinato dal ventennio successivo alla guerra. Tante madri, tante città, hanno perso i loro figli che combattevano con la divisa dell'impero austro-ungarico. La stessa Maria Bergamas, mamma cui spettò l'onore di scegliere la salma del Milite Ignoto, viveva sotto l'impero di Vienna e suo figlio Antonio disertò l'esercito imperiale per difendere il Regno d'Italia, mentre molti altri figli di queste terre risposero alla chiamata imperiale. Per questo appare importante ricordare anche i nostri caduti in divisa austro-ungarica, riconoscendo la riconciliazione che si è perfezionata, per porre fine all'oblio di molti goriziani, isontini, triestini, trentini che per diverse ragioni non sono volutamente mai stati commemorati con un monumento in loro ricordo, senza dare la possibilità alle loro famiglie e ai loro discendenti di deporre un fiore sulla loro tomba;

   l'Europa, nel momento in cui si scrive, vive di nuovo la triste esperienza della guerra, ricordandoci che la «pace perpetua» non esiste neanche nel 2022, neanche nel nostro continente. E giungono immagini strazianti, di città devastate, di bambini e famiglie intere costrette a restare sottoterra, senza cibo, luce, acqua, riscaldamento, per tentare di sopravvivere ad un assedio ingiustificato. L'interrogante pensa a quelle madri che non sanno se il proprio figlio sia ancora vivo, penso a quei corpi che giacciono a terra e che non possono essere recuperati, per paura di un attacco imminente dal cielo. Purtroppo, sono immagini del 2022, di una storia che si ripete, e che le terre cui appartiene l'interrogante le terre del confine orientale, hanno conosciuto molto bene, e che riportano alla mente i nostri caduti in Galizia e a Leopoli;

   ci si chiede perché sul territorio italiano siano così pochi questi monumenti e perché a Gorizia città non vi sia un monumento ufficiale, istituzionale, ai caduti austro-ungarici delle nuove province italiane, in segno di rispetto nei confronti della storia e di queste terre; un monumento di questo tipo, collocato in una città con una storia travagliata come Gorizia, sarebbe il perfetto segnale di unità, fratellanza e solidarietà, princìpi che devono diventare cardini della politica futura della nostra Nazione e di tutta l'Europa. In particolare, a Gorizia una tale iniziativa potrebbe suggellare la definitiva unione con Nova Gorica, abbattendo definitivamente confini storici e geografici che non hanno più ragione di esistere –:

   se il Governo intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, per favorire la realizzazione di un monumento ai caduti austro-ungarici, in particolare a Gorizia, in conformità a quanto esposto in premessa.
(4-11582)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

monumento

guerra

commemorazione