ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11476

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 647 del 28/02/2022
Firmatari
Primo firmatario: DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 25/02/2022


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 25/02/2022
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11476
presentato da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea
testo di
Lunedì 28 febbraio 2022, seduta n. 647

   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi, il quotidiano «il Riformista» ha pubblicato una notizia che evidenzia, in ogni suo aspetto, la tragica situazione in cui versa la magistratura italiana e l'acclarata urgenza di introdurre le opportune variazioni costituzionali affinché venga introdotta la responsabilità diretta dei magistrati;

   secondo quanto riportato dal quotidiano, giudice, pubblico ministero e guardia di finanza avrebbero inanellato una serie di errori che hanno portato erroneamente all'applicazione delle misure interdittive nei confronti di due imprenditori che, successivamente, hanno chiesto un risarcimento danni di 6 milioni di euro;

   nel 2015, nelle inchieste di mafia che hanno coinvolto il clan degli Spada, un pentito romeno di nome Paul Dociu segnalava l'esistenza dell'autosalone «Rosa car», gestito dagli Spada, in via dei Romagnoli 147/151, a Ostia;

   gli uomini della squadra mobile hanno acclarato che l'autosalone chiamato «Rosa car» in via dei Romagnoli 147/151, svolge «attività commerciale di fatto di proprietà di Carmine Spada e Carlo Franzese» e, da quel momento, le indagini dei pubblici ministeri della procura di Roma Maria Calò (poi nominata procuratore aggiunto dal Consiglio superiore della magistratura nel 2020) e Mario Palazzi si sono intensificate;

   agli esponenti della famiglia Spada è stata contestata l'aggravante mafiosa, quindi, in contemporanea alle indagini penali partiva anche il procedimento delle misure di prevenzione, affidate alla guardia di finanza;

   trascorrono due anni dall'inizio dell'inchiesta e dalla collaborazione di Paul Dociu. Secondo quanto ricostruito, gli agenti del Gico non avrebbero letto con cura le deposizioni dove venivano annotati i particolari dell'autosalone «Rosa car» e, poiché nel luogo indicato dal pentito non vi era più un autosalone, ma un parrucchiere, avrebbero sommariamente individuato l'autosalone «Rosa car» presso un altro autosalone poco distante chiamato «Gamma Auto»;

   da tale errore dello Stato iniziava un calvario per i due imprenditori titolari dell'autosalone, poiché al primo se ne aggiunge un altro ben più grave. Gli uomini del Gico, per aprire la procedura di prevenzione antimafia, si sarebbero rivolti ai pubblici ministeri Calò e Palazzi ossia agli stessi pubblico ministero che hanno indagato, intercettato e poi chiuso il «Rosa car» degli Spada;

   purtroppo, neanche in questa seconda occasione lo Stato si è accorto di aver commesso un madornale errore;

   i due pubblico ministero avrebbero usato male le dichiarazioni del «pentito» Dociu anche per chiedere e ottenere il sequestro e la confisca della «Gamma auto», che diventa improvvisamente il luogo di riferimento del clan degli Spada, cosa estranea rispetto alle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia;

   l'incubo per i due è iniziato a finire dopo tre anni quando, il 3 dicembre 2021, passa in giudicato il decreto di revoca del sequestro e della confisca dell'autosalone;

   nel frattempo, però, i due titolari, a seguito del sequestro e confisca della società, hanno sostenuto spese per l'amministrazione giudiziaria, sono finiti nelle black list bancarie, assicurative e finanziarie, hanno visto i conti correnti chiusi, e dopo la «riemersione» bancaria, hanno subito l'applicazione dei massimi interessi;

   oltre al danno d'immagine e allo sconvolgimento di tre anni di vita, i due hanno sostenuto un peso economico non indifferente e, pertanto, hanno ritenuto giusto chiedere un risarcimento;

   anche a seguito della bocciatura del referendum sulla responsabilità civile dei magistrati, occorre interrogare il Governo affinché, nelle more di una complessiva riforma della Costituzione, venga reso effettivo il principio della responsabilità indiretta dei magistrati a seguito del risarcimento dovuto al cittadino –:

   quali iniziative il Governo intenda adottare, per quanto di competenza, anche a livello normativo, per dare completa attuazione al principio della responsabilità indiretta dei magistrati; quante richieste di danno siano state accolte e quante azioni di rivalsa siano state avviate nei confronti dei magistrati.
(4-11476)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inchiesta giudiziaria

doveri del cittadino

revisione della costituzione