ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11243

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 633 del 04/02/2022
Firmatari
Primo firmatario: FERRO WANDA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 04/02/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 04/02/2022


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 04/02/2022
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11243
presentato da
FERRO Wanda
testo di
Venerdì 4 febbraio 2022, seduta n. 633

   FERRO e PRISCO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) ha condannato l'Italia per aver trattenuto illecitamente in carcere per più di due anni un cittadino italiano con problemi psichici;

   nel gennaio 2019 il Gip di Roma aveva disposto per il detenuto, sofferente di disturbo della personalità e disturbo bipolare, accusato di molestie nei confronti della sua ex fidanzata, resistenza a pubblico ufficiale, percosse e lesioni, il suo «immediato collocamento» per un anno in una Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), le strutture che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari; non avendo trovato posto nelle Rems, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria lo aveva collocato in carcere, ma, come sottolineato dalla Corte di Strasburgo, «non ha beneficiato di alcuna strategia terapeutica globale per la gestione della sua patologia, e questo, in un contesto caratterizzato da cattive condizioni carcerarie»;

   in particolare, secondo l'organismo del Consiglio d'Europa era dovere del «Governo italiano» trovare un posto nelle Rems o «un'altra soluzione adeguata, come peraltro la Corte aveva espressamente indicato nel provvedimento provvisorio» emesso da Strasburgo il 7 aprile 2020: l'allora Governo italiano (Conte II) rispose che non era in suo potere decidere alcun altra collocazione per l'uomo, considerato socialmente pericoloso, se non le Rems, come disposto dal Gip, dove però «nonostante le ripetute richieste, nessun posto si è liberato»;

   la storia delle Rems, residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, è iniziata con la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari: sono 32 su tutto il territorio nazionale, attive dal 2015, e ospitano poco meno di 600 persone;

   come ha spiegato Miravalle dell'Associazione Antigone, «In molti casi, i reparti psichiatrici diventano sezioni dove ci si limita alla cura farmacologica, senza nessun tipo di riabilitazione. Non è sempre così, naturalmente». Ma quando si instaurano queste dinamiche, spesso dovute all'alto numero di detenuti in cura e alla carenza di personale, il rischio è che la salute del detenuto non abbia margini per migliorare. «La pandemia ha complicato le cose, data la difficoltà nel far entrare gli educatori in carcere. Ma, Covid a parte, mancano i medici: abbiamo calcolato che, in media, nelle carceri italiane lo psichiatra e presente 8.97 ore a settimana ogni 100 detenuti». Un tempo chiaramente insufficiente per andare oltre la semplice prescrizione di farmaci;

   la sentenza della Cedu dimostra un cortocircuito istituzionale che non può rimanere irrisolto e impone di immaginare nuovi modelli per la salute mentale, in modo da prendere in carico anche i detenuti con patologie psichiatriche gravi –:

   quali siano i dati aggiornati sul numero di soggetti con problemi psichiatrici detenuti negli istituti penitenziari italiani e, in particolare, di soggetti detenuti, in attesa di collocazione presso le Rems;

   quali immediate iniziative di competenza il Governo intenda intraprendere per risolvere l'annoso tema, mai affrontato, della presa in carico di detenuti con disturbi mentali, anche gravi, scongiurando il rischio di nuove condanne per l'Italia.
(4-11243)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

stabilimento penitenziario

detenuto

malattia