ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11232

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 633 del 04/02/2022
Firmatari
Primo firmatario: MURONI ROSSELLA
Gruppo: MISTO-MAIE-PSI-FACCIAMOECO
Data firma: 03/02/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FUSACCHIA ALESSANDRO MISTO-MAIE-PSI-FACCIAMOECO 03/02/2022
CECCONI ANDREA MISTO-MAIE-PSI-FACCIAMOECO 03/02/2022
LOMBARDO ANTONIO MISTO-MAIE-PSI-FACCIAMOECO 03/02/2022
FIORAMONTI LORENZO MISTO-MAIE-PSI-FACCIAMOECO 03/02/2022


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 03/02/2022
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 04/02/2022
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA delegato in data 09/02/2022
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11232
presentato da
MURONI Rossella
testo di
Venerdì 4 febbraio 2022, seduta n. 633

   MURONI, FUSACCHIA, CECCONI, LOMBARDO e FIORAMONTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   a 136 chilometri da Trieste si trova una centrale nucleare. Si tratta dell'impianto di Krško: costruito dalla Westinghouse per l'ex Jugoslavia, oggi territorio sloveno, ed entrata in esercizio nel 1983. Da allora la Slovenia e la Croazia, proprietarie della centrale, hanno rattoppato alla meglio i vari guasti (soprattutto sostituendo i circuiti di raffreddamento), ma non si sono ancora dotate di un deposito permanente per le scorie, che sono state accumulate in una piscina nei pressi della centrale;

   nel 2013, quando la Slovenia ha deciso di costruire una seconda centrale nucleare vicino alla prima, l'istituto specializzato incaricato dalla stessa Slovenia di valutare il rischio sismico (Irsn Francia) ha dichiarato che la località non era adatta. Infatti con il moltiplicarsi degli studi sismologici, sono state accertate ben due faglie attive nell'area (Orlica e Libna), fatto che sconsiglia sia la costruzione di una nuova centrale che l'esistenza della prima;

   ignorando le preoccupazioni degli scienziati e dei Paesi vicini, la Slovenia ha poi deciso di prolungare l'attività della centrale esistente al 2043, cioè altri vent'anni rispetto alla prevista chiusura nel 2023;

   le associazioni ambientaliste slovene, per via giudiziaria, hanno ottenuto che il progetto di prolungamento della vita della centrale sia sottoposto a Via transfrontaliera, in applicazione della Convenzione di Espoo;

   sia l'Italia che l'Austria hanno risposto positivamente alla notifica slovena della Via, il Ministero della transizione ecologica dovrà attivare la consultazione in Italia e procederà alla valutazione dei potenziali impatti ambientali transfrontalieri dell'attività proposta;

   in quella fase sarà molto importante la partecipazione degli enti locali, in primis della regione Friuli-Venezia Giulia, e delle associazioni, per fare in modo che la consultazione non si limiti ai necessari enti scientifici e tecnici, ma possa coinvolgere i cittadini e i territori interessati;

   in Austria gli ambientalisti sono da tempo attivi, con una raccolta di firme per la chiusura di Krško che ha raccolto 60.000 firme. Anche la Ministra dell'ambiente Gewessler ha sottolineato il rischio sismico di Krško e l'importanza della Via transfrontaliera;

   in Italia, come più volte denunciato dalla Legambiente Friuli-Venezia Giulia e da «La Nuova Ecologia» di Legambiente nazionale, c'è meno chiarezza e attenzione: da alcune incredibili proposte di precedenti governatori regionali del Friuli-Venezia Giulia di partecipare alla gestione della centrale, all'assenza di sostegno agli scienziati critici, sismologi e geologi, come Livio Sirovich e Peter Suhadolc, che, da tempo, denunciano i rischi, basandosi su dati e studi scientifici;

   Legambiente e Wwf, che da tempo seguono la questione, ritengono che la Via sia un momento decisivo per attivare l'informazione e la partecipazione dei cittadini. In collaborazione con associazioni ambientaliste di tutti i Paesi coinvolti (Italia, Austria, Slovenia, Croazia, Bosnia, Ungheria);

   si ricorda che il 16 giugno 2021 si è svolta una manifestazione coordinata da Global 2000 tenuta davanti alla centrale, alla quale hanno partecipato anche i circoli di Legambiente di Gorizia e Trieste, per chiedere la chiusura della centrale e opporsi al prolungamento per altri vent'anni. Gli ambientalisti bosniaci hanno ricordato anche che la Croazia vorrebbe depositare la sua metà di scorie proprio sul confine con la Bosnia, in aree di grande pregio ambientale –:

   se il Governo intenda comunicare, utilizzando i canali diplomatici, al Governo sloveno la contrarietà dell'Italia al prolungamento della vita di una centrale vecchia e pericolosa;

   se intenda richiedere, utilizzando i canali diplomatici, una analisi/revisione sismica indipendente, realizzata da esperti internazionali, dell'area dove insite la centrale di Krško e una valutazione tecnica dell'invecchiamento del reattore e delle sue parti;

   se non ritenga di attivarsi affinché si realizzi la procedura di valutazione d'impatto ambientale transfrontaliero.
(4-11232)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione dell'ambiente

sismologia

deposito dei rifiuti