ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11200

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 633 del 04/02/2022
Firmatari
Primo firmatario: VALLASCAS ANDREA
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA
Data firma: 31/01/2022


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 31/01/2022
Stato iter:
31/05/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 31/05/2022
DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 31/05/2022

CONCLUSO IL 31/05/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11200
presentato da
VALLASCAS Andrea
testo di
Venerdì 4 febbraio 2022, seduta n. 633

   VALLASCAS. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale — Per sapere – premesso che:

   numerosi organi di stampa hanno raccontato la vicenda drammatica di Nader Moursy cittadino egiziano residente in Italia (nel comune di Gallicano nel Lazio), detenuto in Oman dal 2017, «senza una ragione specifica né alcuna giustificazione»;

   l'uomo è un manager d'azienda con permesso illimitato di soggiorno in Italia, è sposato con un'italiana con cui ha avuto una figlia, è laureato in economia e lavora da tantissimi anni nel campo dell'ingegneria civile;

   il caso sta suscitando particolare allarme, perché sembrerebbe, dagli appelli della famiglia, dai resoconti di stampa e dagli osservatori internazionali, che nella vicenda siano venuti meno gli elementari diritti di libertà, considerato che la vicenda giudiziaria non è del tutto chiara e che il fermo dell'uomo apparirebbe del tutto arbitrario;

   il quotidiano Avvenire del 18 febbraio 2021 dà conto dell'appello della figlia di, Moursy, secondo la quale il padre «è in ostaggio in Oman da quasi quattro anni»;

   il quotidiano, tra l'altro, ricostruisce la vicenda, ricordando che l'uomo è «egiziano per nascita e cittadinanza, italiano d'adozione, Paese dove ha vissuto regolarmente per decenni» sino a quando non «si è trasferito con la famiglia in Oman per lavorare con una ditta italiana. Per anni, tutto è andato bene»;

   improvvisamente, secondo il quotidiano, «è cominciato l'incubo»; secondo quanto sostengono i familiari, l'azienda per cui lavorava, per non riconoscergli una commissione di 850 mila dollari per un progetto andato a buon fine, gli avrebbe sottratto i documenti, compreso il passaporto «e lo ha ricattato, intimandogli di rinunciare alla commissione per riavere i suoi documenti»;

   il primo fermo risalirebbe al mese di gennaio del 2017, quando Nader Moursy sarebbe stato arrestato con l'accusa di mala gestione dell'azienda italiana, accusa dalla quale sarebbe stato prosciolto;

   nonostante la disavventura, il manager sarebbe stato coinvolto nel progetto di rilancio di un'azienda locale in difficoltà che farebbe capo allo sceicco Nasser Bin Mohammed Al Hashar, progetto che lo avrebbe portato nuovamente in Italia dove, come sostiene il Sole24Ore del 4 aprile 2017, lo sceicco avrebbe manifestato l'intenzione di investire in alcuni progetti nel porto di Piombino;

   al rientro in Oman, all'uomo, secondo quando hanno denunciato la moglie e la figlia, sarebbe stato confiscato ancora una volta il passaporto, mentre nel mese di settembre sarebbe stato fermato dalla polizia e messo in isolamento (senza alcun contatto con la moglie, la figlia e il suo avvocato) con l'accusa di non aver pagato una rata dell'auto, poi decaduta;

   l'Osservatorio diritti, il 20 novembre 2020, avrebbe sostenuto che l'uomo sarebbe al centro di una «complessa spy-story internazionale dove i diritti civili sono stati cancellati»;

   a questo proposito, il rapporto 2021 della Ong Human rights watch sui diritti umani nel mondo osserva che l'Oman continua a essere dominato da autoritarismo e limitazioni alle libertà e riferisce che i lavoratori spesso sono sottoposti a sfruttamento, sono vittime di abusi fisici e sessuali e i loro passaporti vengono di frequente confiscati dai datori di lavoro –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della vicenda di Nader Moursy e se non ritenga opportuno, per quanto di competenza, promuovere iniziative, anche d'intesa con l'ambasciata d'Egitto, volte ad acquisire informazioni su status giuridico e condizioni di salute dell'uomo e a favorire un chiarimento della vicenda, al fine di giungere quanto prima alla liberazione del manager per consentirgli di fare rientro presso la famiglia in Italia.
(4-11200)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 31 maggio 2022
nell'allegato B della seduta n. 704
4-11200
presentata da
VALLASCAS Andrea

  Risposta. — Il cittadino egiziano Nadir Abdul Maguid Moursi, nato al Cairo il 19 maggio 1962, pur essendo sposato con una cittadina italiana (Antonella Parolari), possiede la sola cittadinanza egiziana. L'ambasciata d'Italia a Mascate non è, pertanto, competente per la sua protezione consolare e può seguire solo indirettamente – seppure con grande attenzione – la vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto.
  Secondo quanto riferito con nota verbale dalle autorità omanite a seguito di apposita richiesta della nostra rappresentanza diplomatica a Mascate, il signor Moursi è stato condannato nel 2017 a due anni di detenzione a seguito di una presunta malversazione di fondi dell'azienda italiana Maire Tecnimont, di cui era stato rappresentante in Oman fino a novembre 2016. La pena è stata scontata nel carcere di Samail tra il 2017 e il 2019. Parallelamente, nel 2018, è stata emessa una seconda condanna nei suoi confronti per l'emissione di un assegno a vuoto. Nell'ottobre 2020, infine, il cittadino egiziano è stato condannato per truffe a un anno di detenzione e al pagamento di una multa. Attualmente è detenuto presso il carcere di Samail.
  L'ambasciata d'Italia, informata della detenzione dalla moglie, ha in più occasioni portato la vicenda all'attenzione dell'ambasciata d'Egitto in Oman, responsabile in via principale della protezione consolare del signor Moursi. Solo le autorità egiziane sono, infatti, titolate a interloquire direttamente con la controparte omanita a tutela del proprio connazionale e a effettuare visite consolari in carcere per accertarne le condizioni di salute.
  Secondo quanto riferito dalla famiglia, la pena detentiva del signor Moursi verrebbe di volta in volta prolungata di ulteriori due mesi, di fatto impedendo al detenuto di estinguere il proprio debito con la giustizia o tentare una mediazione con la società creditrice. I rinnovi del periodo di detenzione avverrebbero, inoltre, senza il coinvolgimento dei Legali di parte, i quali riceverebbero la notizia del prolungamento della carcerazione solo a provvedimento già emanato.
  Nel luglio 2021 la nostra ambasciata ha chiesto alla rappresentanza egiziana di trasmettere alle autorità omanite una richiesta di grazia, che però non è stata accolta. In questa e in altre occasioni l'ambasciata italiana ha sollecitato visite consolari per accertare le reali condizioni di salute del signor Moursi e ha suggerito ai colleghi egiziani l'opportunità di valutare il coinvolgimento di altri possibili legali, di cui ha fornito un elenco.
  Parallelamente, l'ambasciata italiana ha continuato a interessare del caso le autorità omanite, chiedendo – alla luce della nazionalità italiana della famiglia del signor Moursi – di ricevere informazioni circa il suo stato di salute e le ragioni della detenzione. Più precisamente, abbiamo investito della vicenda i vertici del Ministero degli esteri omanita, incluso il Ministro degli esteri, Badr al Busaidi. Nel dicembre 2020 l'ambasciatore d'Italia ha espresso l'auspicio di continuare a essere aggiornato circa le condizioni legali e di salute dell'interessato, pur non trattandosi di un nostro connazionale, in occasione di un incontro con il Ministro omanita, il quale ha assicurato la massima comprensione e disponibilità, ma non ha nascosto la difficoltà di intervenire in presenza di una sentenza di condanna passata in giudicato.
  La medesima attenzione sul caso è stata assicurata da Roma, dove il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha regolarmente fornito assistenza alla signora Parolari e alla figlia Yasmin, ricevute, nell'aprile 2021, dalla direzione generale per gli italiani all'estero. L'ambasciata d'Italia a Mascate è stata di recente informata dalla signora Parolari del possibile rilascio del coniuge, inizialmente programmato per il 24 febbraio 2022, poi però rinviato. In vista della auspicata fine della detenzione e nello spirito di facilitare quanto più possibile le connazionali a riunirsi con il signor Moursi in Italia, la Sede aveva già predisposto la documentazione necessaria all'emissione del visto di reingresso in Italia.
  Tuttavia il signor Moursi è stato trattenuto in carcere, apparentemente a causa del contenzioso civile ancora pendente.
  Secondo alcune indicazioni raccolte informalmente dall'ambasciata presso le autorità penitenziarie, al momento sarebbe previsto per il cittadino egiziano un ulteriore periodo di detenzione, variabile tra i due e i sei mesi, prima di poter essere eventualmente rilasciato.
  Su tali aspetti la nostra ambasciata ha richiesto a quella egiziana maggiori dettagli, inclusi i passi che le autorità del Cairo intendono compiere per assicurare un'adeguata assistenza consolare e legale al signor Moursi. Ha inoltre illustrato le azioni di sostegno che potrebbe concretamente fornire per consentire al signor Moursi di concludere la sua vicenda giudiziaria. Analoga richiesta di chiarimenti è stata sottoposta alle autorità omanite.
  L'ambasciata d'Egitto in Oman ha da ultimo informato la signora Parolari e la figlia Yasmin che avrebbe rivolto al Ministero degli esteri omanita una richiesta urgente di chiarimenti sulle ragioni della prolungata detenzione del loro familiare.
  La Farnesina e la nostra ambasciata a Mascate continueranno a seguire il caso con grande attenzione, fornendo la necessaria assistenza alle due connazionali affinché il signor Moursi possa fare rientro in Italia non appena verrà rilasciato, si auspica il prima possibile.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Benedetto Della Vedova.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

arresto

diritto di soggiorno