ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10918

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 612 del 10/12/2021
Firmatari
Primo firmatario: EHM YANA CHIARA
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 10/12/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITA' SOSTENIBILI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 10/12/2021
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10918
presentato da
EHM Yana Chiara
testo di
Venerdì 10 dicembre 2021, seduta n. 612

   EHM. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il 23 febbraio 2020, veniva emanato il decreto-legge n. 6, recante misure urgenti per la prevenzione del diffondersi del contagio da, COVID-19;

   il 31 gennaio 2020 l'associazione sindacale «Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste» (CLPT) in considerazione del fatto che buona parte delle merci lavorate al porto arrivano dalla Cina, chiedeva all'Autorità portuale, alla capitaneria di porto all'azienda sanitaria, quali misure fossero state prese o si intendessero prendere a tutela degli operatori portuali;

   l'organizzazione dei lavoratori portuali di Trieste ha continuato a inviare alle competenti autorità Ministro della salute, prefetto, autorità portuale, azienda sanitaria, capitaneria di porto, presidente della regione, Friuli Venezia Giulia, Procura della Repubblica di Trieste – nonché alle aziende del porto richieste e segnalazioni rispetto alle misure di prevenzione in porto. Tali comunicazioni raramente hanno avuto riscontro;

   il 13 marzo 2020 il Clpt proclamava lo sciopero dei lavoratori dell'impresa portuale Adriafer Srl, con richiesta del rispetto delle misure minime di prevenzione – distanziamenti, disposizione di mascherine e prodotti per sanificazione mani, mezzi, luoghi di lavoro, dispositivi per protezione individuale (DPI) adeguati per i lavoratori costretti alla compresenza nelle cabine di guida dei locomotori, sospensione dei corsi di formazione in presenza, nonché dell'invio di dipendenti in zone di alta diffusione del virus, rarefazione della compresenza del personale, messa in pratica del protocollo sulla prevenzione del COVID-19 sui posti di lavoro siglato dalle parti sociali, nonché la verifica dell'applicazione delle misure di legge da parte delle competenti autorità e chiedeva la sospensione prudenziale delle attività fino alla effettiva messa in pratica delle misure. Richiesta che non veniva accolta;

   il 15 marzo 2020 il Clpt dichiarava la fine dello stato di agitazione a seguito degli impegni presi dall'azienda e dall'autorità portuale;

   a seguito del verificarsi dei primi casi di contagio tra i lavoratori, il 3 aprile 2020 i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rlss) del porto chiedevano – con l'appoggio di tutte le organizzazioni sindacali – che fossero messi a disposizione tamponi al fine di poter prevenire la diffusione del virus, richiesta non accolta;

   il 10 marzo 2021 i Rlss, anche a seguito dello screening sierologico effettuato su oltre mille lavoratori, rilevando la presenza di un numero superiore alla media regionale di contagiati asintomatici non rilevati al momento della positività, chiedevano, congiuntamente con i sindacati, la possibilità di effettuare tamponi rinofaringei a dipendenti che presentavano sintomi o erano stati a contatto con contagiati e che tale provvedimento venisse esteso a tutti i lavoratori portuali su base volontaria la richiesta non è stata accolta;

   dal verbale della riunione del 28 aprile 2021 del Comitato COVID-19 dell'Agenzia per il lavoro portuale di Trieste Alpt emerge che:

    la dirigenza aziendale e le figure professionali preposte disertavano la partecipazione alle riunioni di detto organismo, e che, solo nell'aprile 2021, una azienda utilizzatrice dei lavoratori di Alpt si è impegnata a fornire ai lavoratori impegnati ai varchi portuali mascherine adeguate (FFP2) alla attività svolta;

    la dirigenza aziendale, ad un anno dall'inizio della pandemia, pare abbia resistito all'adozione del lavoro agile per i dipendenti occupati negli uffici;

   si rileva inoltre che risulta essere stata formulata una richiesta delle organizzazioni sindacali di permettere l'accesso al porto solo dopo un tampone salivare negativo, presentata all'immediata vigilia dell'adozione dell'obbligo di green pass sui posti di lavoro, che sarebbe stata ignorata;

   da segnalazioni risulterebbe che, a tutt'oggi, l'applicazione delle misure di prevenzione è del tutto carente in gran parte delle aziende del porto –:

   quali iniziative le autorità di cui in premessa abbiano messo in atto per la verifica dell'applicazione delle misure di prevenzione previste per legge da parte delle aziende del porto di Trieste a partire dal 23 febbraio 2020; quali siano stati gli eventuali esiti, risultati e conseguenze di tali attività; come si intendano portare avanti le attività di verifica e fronteggiare il crescere della diffusione dei contagiati tra i lavoratori portuali.
(4-10918)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

personale dei trasporti

personale di terra

prevenzione delle malattie